WWW_lacalabriavistadalledonne rende noto che, dopo innumerevoli sospensioni, bocciature, riscritture, rinvii e ripensamenti, Commissioni annunciate e non insediate, finalmente, lunedì 11 marzo, si vota in Consiglio regionale una norma inseguita da anni dalle associazioni calabresi e mai portata a compimento: la legge sulla doppia preferenza di genere. Uno strumento fondamentale per condizioni di accesso equilibrato alle liste dei candidati, in modo che le donne, al pari degli uomini, possano accedere alla massima assemblea legislativa regionale, cosa che oggi – evidentemente e stando ai numeri pietosi – non avviene. Da anni WWW_ è impegnata sul campo perché le donne abbiano pari accesso con agli uomini alle cariche regionali, così come ha lottato per la piena applicazione della legge Del Rio affinché le giunte comunali attuassero l’equilibrio di genere, ottenendo per via giudiziaria quello che la Politica non era riuscita ad applicare. Adesso, dopo aver ascoltato più e più volte il sostegno espresso dai consiglieri regionali in tante manifestazioni sulla promozione delle politiche di genere, crediamo giunto il momento per darne concreta attuazione. Non possiamo credere che quel sostegno fosse solo di facciata. Non nutriamo dubbi, infatti, che il voto sarà positivo: la Calabria non può più attendere questa norma di civiltà giuridica, parità sociale e di dignità, lasciandosi alle spalle un pervasivo maschilismo patriarcale. Ne è prova la forza e la costanza con cui lo stanno chiedendo i cittadini calabresi nei comuni dove si stanno votando sempre più spesso delibere consiliari sulla doppia preferenza. Alla voce unanime che invoca la realizzazione della parità nell’accesso alle cariche elettive, l’Assemblea Regionale non può rispondere con il silenzio o, peggio, con il rifiuto: sarebbe uno strappo alla fiducia difficile da rimediare e non possiamo credere che i nostri rappresentanti siano sordi alla voce della Calabria. Se lo slancio civile e l’aspettativa sociale non bastassero, rammentiamo che la Regione non può più sottrarsi agli obblighi di adeguamento normativo previsti dall’ordinamento statale: la legge 215 del 2012 per quanto riguarda i Comuni e le province, la legge 65 del 2014 relativa alle elezioni europee e la legge 20 del 2016 sui principi generali cui le Regioni debbono attenersi in ossequio agli articoli 3, 51, 117 settimo comma e 122 della Costituzione. Per effetto di questo combinato disposto, qualora la regione Calabria mettesse mano alla legge elettorale (cosa resa non più eludibile per effetto della Sentenza emessa dalla corte Costituzionale sul caso Wanda Ferro), dovrebbe tenere conto delle prescrizioni contenute nella legge n.20 del 2016. Terzium non datur. La via è obbligata. Non sono possibili alternative, di cui sarebbe inevitabile l’incostituzionalità, come, ad esempio, la limitazione percentuale di candidature per genere al 50% che creerebbero solo recinti da destinare ad una specie in via di estinzione. Proprio nei giorni in cui si celebrano mille manifestazioni sulla giornata internazionale della donna per ricordare sia le conquiste sociali, economiche e politiche, sia le discriminazioni e le violenze di cui le donne sono state e sono ancora oggetto in quasi tutte le parti del mondo, le donne calabresi auspicano un voto positivo, che rinnovi la fiducia nelle istituzioni regionali. WWW si associa entusiasta e augura buon lavoro ai Consiglieri impegnati lunedì prossimo a dare una risposta ad un mondo reale, che abita fuori dal palazzo e che reclama uguale rappresentanza.
WWW – in attesa dell’11 marzo per il voto in Consiglio regionale sulla doppia preferenza di genere
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