Vera Gheno e Mario Caligiuri

Vera Gheno all’ Università della Calabria: “Maggiori strumenti linguistici corrispondono a maggiore sicurezza e felicità.”

 

La sociolinguista e docente universitaria Vera Gheno ha tenuto una lezione dal titolo “La sociolinguistica nell’era digitale” all’interno del Master in Intelligence dell’Università della Calabria, diretto da Mario Caligiuri.

Durante il suo intervento, Gheno ha affrontato il rapporto tra linguaggio, potere e sicurezza, in particolar modo del ruolo centrale della lingua nella costruzione dell’identità e nella definizione delle norme sociali.

 

Lingua e identità: un tesoro da proteggere

Nel suo intervento, Gheno ha descritto la sociolinguistica come una disciplina di confine tra linguistica e sociologia, in grado di spiegare il ruolo dell’individuo nella società attraverso l’uso della lingua. Ogni persona è unica, ma allo stesso tempo parte di una collettività che utilizza il linguaggio come strumento di emancipazione e accesso ai diritti.

La lingua è il principale mezzo di comunicazione e di trasmissione della cultura,” ha spiegato Gheno, “e una maggiore cultura comporta una migliore posizione nella società.” Questo aspetto, secondo la docente, è strettamente legato al mondo dell’intelligence, che si occupa di raccogliere e analizzare informazioni per garantire la sicurezza nazionale. Il linguaggio diventa una risorsa strategica: possedere un ampio tesoro di parole significa avere maggiore capacità di comprensione, perciò maggiore potere. Una visione che si collega anche alla crescente contrapposizione tra intelligenza artificiale e intelligenza umana, dove il valore della conoscenza e della parola rimane il punto di forza dell’essere umano rispetto alle macchine.

 

Il concetto di norma e il potere della parola

Un altro tema chiave affrontato da Gheno è stato quello delle norme linguistiche e del loro impatto sulla società. Chi stabilisce la norma ha il potere. La costruzione delle regole linguistiche è spesso influenzata da interessi di potere. La storica tendenza a considerare “anormale” ciò che si discosta dalla norma ha portato, nei secoli, alla patologizzazione di determinate identità e comportamenti considerandoli malattie da curare.

Inoltre la dottoressa Gheno ha ricordato il pensiero di Tullio De Mauro, che ha studiato il ruolo della scuola e dell’istruzione come strumenti fondamentali per la costruzione delle norme sociali. C’è da sottolineare che attaccare il sistema scolastico è uno dei primi passi per indebolire una democrazia. A ciò si aggiungono strumenti subdoli, come la manipolazione delle informazioni e la distrazione dell’opinione pubblica, pratiche che rientrano a pieno titolo nelle strategie di intelligence.

 

Eugenetica, pregiudizi e il concetto di inclusione

Vera Gheno ha poi introdotto il tema dell’eugenetica, la disciplina fondata da Francis Galton, che si occupa dello studio delle teorie e delle pratiche utili a migliorare l’essere umano. Questo concetto si collega alla costruzione delle norme: chi stabilisce ciò che è desiderabile o indesiderabile influenza direttamente la percezione del “noi” e del “loro”, creando discriminazioni e pregiudizi. In questo scenario, il concetto di inclusione assume una connotazione ambivalente. Includere significa mettere due mondi a confronto sullo stesso piano, ma il problema è che la norma preesistente crea già uno squilibrio. Per questo motivo, l’inclusione viene spesso vissuta come una concessione o persino un’imposizione, piuttosto che come un diritto naturale.

 

La sicurezza come istinto e la lingua come difesa

 

In conclusione, Vera Gheno ha affrontato il tema della sicurezza, considerandola il motore che spinge l’essere umano verso la creazione di norme e regole condivise. Il linguaggio, in questo contesto, rappresenta lo strumento principale di difesa e adattamento.

Anche i servizi di intelligence, ha sottolineato la docente, nascono da questo bisogno primario: garantire la sicurezza nazionale attraverso l’analisi e la gestione delle informazioni. Ed è proprio la conoscenza, veicolata dalla lingua, a rappresentare l’arma più potente contro la manipolazione e la perdita di autonomia critica. Ciò che abbiamo imparato da questa lezione è che lingua e conoscenza sono i mezzi principali per contrastare il deterioramento delle caratteristiche fondamentali dell’animo umano. Possedere più strumenti linguistici significa possedere più libertà, più consapevolezza e, in definitiva, più sicurezza e felicità.

 

Jessica Malagreca

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