bruxelles_europaE’ una guerra molto delicata, che da una parte vuole impedire agli stati di imporre e riproporre la censura, momento storico devastante per la garanzia delle libertà, ma d’altra parte deve garantire la tutela dei cittadini dall’uso indiscriminato delle informazioni sul loro conto e dalle pericolose fake news.

La strategia europea è dunque chiara. Autoregolamentazione per i social, dove deve essere dichiarato e chiesto di autorizzare la raccolta di informazioni, specificando a cosa sono destinate, pronti a cancellare i dati quando l’utente lo chiederà. Si tutela così dall’uso della censura da parte degli Stati membri ma anche dalla farraginosa strada da percorrere per la modifica degli algoritmi che solo gli stessi gestori social possono modificare.

La tutela dalle fake news è un’altra grande priorità. Dove spesso anche le scelte politiche di interi Stati sono state determinate da false informazioni e dalla assoluta mancanza di responsabilità di chi le ha diffuse, per non parlare della difficoltà di discernimento del vero dal falso da parte del lettore.

Dunque, lepiattaforme dovranno informare i propri utenti se sulle loro pagine vi siano in quel momento campagne politiche e da chi sono pagate. Dovranno poi investire per rendere capaci i propri algoritmi di riconoscere le fake news e i trolls e cancellarne i contenuti violenti.

L’Europa vuole inoltre avviare una seria educazione digitale nelle scuole, insegnando il senso critico ai giovani, a differenziare i contenuti della rete.

Dal 25 maggio chi non rispetterà le norme su protezione dei dati e privacy dovrà pagare sanzioni fino al 4% del suo fatturato globale. Sarà subito verificato se Facebook avrà bloccato pratiche scorrette come quella di Cambridge A., altrimenti sarà multata.

Entro giugno sarà così votata una direttiva digitale al Parlamento europeo

 

Raffaella Rinaldis