Due serate colme di cultura quelle tenutesi venerdì e sabato presso il Palazzo Speziali-Carbone di Sant’Ilario dello Jonio, organizzate dal Caffè Letterario Mario La Cava in collaborazione con l’amministrazione comunale e il patrocinio della Presidenza del Consiglio Regionale.
Il progetto musicale di Guido Maria Grillo la cui voce travolgente si unisce ai suoni classici e contemporanei ha conquistato il cuore del pubblico che ha lodato l’affascinante timbro e la delicatezza di un cantautore le cui doti non possono far altro che portare alto il nome del Sud. L’eleganza innata dei testi e della musica di Grillo rinnovano il cantautorato italiano che si pone al centro del mondo culturale nazionale. Ospite del Premio Tenco nel 2011 e vincitore del Premio Bruno Lauzi nel 2017, Grillo ha pubblicato da poco la sua ultima opera musicale, l’album Senso (2019) e iniziato il suo tour nel nome di un altro dei più grandi autori italiani, Il vangelo laico di Fabrizio De Andrè.
Dalla musica alla letteratura. Il secondo appuntamento ha visto invece ospiti il giornalista Domenico Nunnari e l’autrice Sonia Serazzi in una serata dedicata a Mario La Cava. Nunnari, affrontando il tema Da “I fatti di Casignana” alla sfida del Mediterraneo ha spiegato l’esistenza di un filo conduttore che collega l’opera narrativa di La Cava con l’identità mediterranea. La letteratura intesa come funzione sociale emerge perfettamente in quello che Goffredo Fofi ha definito come il capolavoro dello scrittore bovalinese, il quale “insieme ad Alvaro, Strati, Perri” – e ha aggiunto – “Criaco, fa parte di una scrittura straniera che però si avvicina al Mediterraneo definito come l’angolo d’oro della Calabria”. In tutti i libri di La Cava vi è infatti la necessità di narrare, anche tramite uno stile giornalistico, questioni che apparentemente appartengono alla provincia, ma che da lì si dilagano diventando temi universali.
A tal proposito si è legata Sonia Serazzi nel suo discorso Dalla letteratura del Novecento alla narrazione contemporanea, prendendo come punto di riferimento l’immagine dello sguardo, molto presente nell’opera Caratteri di La Cava. L’autrice, dalla retorica raffinata e il cui stile è stato accostato proprio a La Cava, ha spiegato che lo scrittore utilizza lo sguardo come comprensione dell’universo. Il narratore meridionale, dice la Serazzi, ha il dovere di porsi al centro di una Calabria che non è unico, bensì complesso, fatta di tante sfaccettature ognuna delle quali è stata raffigurata da La Cava quasi utilizzando le pennellate di un pittore: i quadri realizzati da Mario La Cava attraverso la parola pongono al centro della questione letteraria non storie di grandi uomini, ma l’essere umano nella sua quotidianità, il contadino, l’umile, colui che ha contribuito prima di tutti a costruire la vera storia della sua terra, riuscendo a costruire in maniera perfetta immagini concrete nella mente del lettore.
Musica e parola: due arti diverse e simili al medesimo tempo, che sono parte di un unico macrocosmo, vale a dire la letteratura, vista sia come fatica, lavoro, sia come complesso di identità, ognuna portante diversi geni i quali si incontrano in un unicum culturale.
Ciò a dimostrazione del fatto che non esiste una letteratura prettamente confinata ad un angolo della terra, ma da quell’angolo, per riprendere il concetto di Sonia Serazzi e di Mario La Cava, scoprire e comprendere il mondo intero. Solo scegliendo e stabilendosi in un piccolo locus è possibile scrivere per dislocamento.
E La Cava, come Julio Cortàzar, scriveva proprio da un interstizio per comprendere il complesso dell’universo umano.
Cristina Caminiti