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In data 15 marzo alle ore 17.00, sei minori dell’Associazione Don Milani – Onlus – Punto Luce Gioiosa hanno partecipato alla (ri)apertura della Sanitaria Sant’Elia di Tiberio Bentivoglio a Reggio Calabria, consegnando all’imprenditore un murales composto da tre tele, da loro realizzate durante le attività di educazione alla legalità svolte presso il Punto Luce, attivato a maggio 2014 a Gioiosa Ionica nella locride, nell’ambito della campagna di contrasto alla povertà educativa Illuminiamo il futuro di Save the Children. Tiberio Bentivoglio, imprenditore reggino noto per la sua battaglia ultraventennale contro il racket, titolare di una sanitaria che per primo, a Reggio Calabria, ha denunciato il racket. Dal 1992 è stato destinatario di innumerevoli attentati, furti, bombe, danneggiamenti, intimidazioni e attacchi con cui i clan gli hanno fatto pagare la sua ribellione al racket, fino al tentativo di ucciderlo nel 2011. Da allora Bentivoglio vive sotto scorta. Ultimo tentativo di intimidazione a fine febbraio, quando un incendio di vaste proporzioni ha completamente distrutto il deposito della sua “Sanitaria Sant’Elia”, negozio di articoli per gravidanza e prima infanzia, che da anni Bentivoglio continua orgogliosamente a tenere aperto nonostante le minacce dei clan. L’allarme è scattato attorno alle 23.30, ma nonostante l’immediato intervento dei vigili del fuoco, le fiamme hanno completamente divorato l’intero contenuto dei due locali. Nonostante tutto l’imprenditore ha continuato a lottare tanto contro il racket a denunciare silenzi e connivenze, a testimoniare – dentro e fuori dalle aule di giustizia – contro i clan. Insieme a Libera, Associazioni, Nomi e Numeri contro le mafie, dal 2005 l’imprenditore è diventato uno degli “ambasciatori” della lotta antiracket, che ha raccontato nelle piazze e nelle scuole, con la speranza di costruire una “rete di dignità” necessaria per arginare i clan. I bambini dell’Associazione Don Milani – Punto Luce Gioiosa hanno realizzato un murales composto da tre tele che riportano le storie di due bambini coraggiosi Iqbal Masih e Malala Yousafzai. Iqbal ucciso e Malala ferita da un proiettile, perché difendevano i diritti dei bambini nei loro paesi e nel mondo. Dopo aver conosciuto le loro storie, in collaborazione con il Coordinamento di Libera per la Locride, i bambini hanno dipinto le tele e le hanno consegnate a Bentivoglio, adulto coraggioso, per appenderle sui muri della Sanitaria Sant’Elia. Iqbal viene rappresentato sulle porte della fabbrica mentre invita gli altri bambini a smettere di lavorare perché era stato abolito il PESHGI, il sistema dei prestiti che teneva i bambini in schiavitù, Malala invece è la più giovane vincitrice del Premio Nobel per la pace, nota per il suo impegno per l’affermazione dei diritti civili e per il diritto all’istruzione. Il quadro rappresenta Malala e le ragazze coraggiose della Valle dello Swat che continuano a studiare nonostante il regime dei talebani avesse vietato lo studio alle donne. “Un bambino, un insegnante, una penna e un libro possono cambiare il mondo”. Le tele sono tratte dal libro “Malala una ragazza coraggiosa del Pakistan-Iqbal un ragazzo coraggioso del Pakistan” di Winter Jeanette. Un gesto simbolico che ha visto i bambini come protagonisti della propria terra, del cambiamento e della lotta per i propri diritti, così come prima di loro hanno fatto i personaggi dei loro dipinti.