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Una dibattito aperto al nuovo ed alle diversità di genere. Una manifestazione per riflettere su quello che è il concetto di -famiglia oggi-. Famiglia tradizionale, aperta, allargata, famiglia libera, genitore 1, genitore 2: tante definizioni per il nucleo familiare del tempo attuale, così ha aperto la manifestazione Giuseppe Livoti – presidente Muse, domenica scorsa presso la Sala D’Arte nell’ambito della programmazione del 2016.
Punto di partenza della conversazione è stata la definizione dell’importanza del nucleo familiare come scrive Papa Francesco, …intesa come comunità di vita che ha una sua consistenza autonoma e non è la somma delle persone che la costituiscono, ma -una comunità di persone-, luogo da dove riceviamo il nome, luogo degli affetti, spazio dell’intimità, dove si apprende l’arte del dialogo e della comunicazione interpersonale, motore del mondo e della storia.
Dominella Quagliata in qualità di psicologa e psicoterapeuta, ha esordito dicendo che oggi non esiste – la famiglia – ma esistono diverse tipologie di famiglie, concetto dunque indefinibile, visto che vi sono difficoltà trasversali comuni, a tutte e con un solo punto di contatto la –carenza di ascolto-, occorre parlare, dialogare ed invece siamo vittime e carnefici tramite i media. Il giudice dott. Augusto Sabatini ha esordito su come oggi le realtà familiari sono un vero e proprio arcipelago che conserva le dinamiche di una concezione del mondo, del rapporto uomo e vita, la galleria dei tipi, delle emozioni, delle fragilità estreme, tradotte poi nello poliedricità dei diversi tipi familiari riassumibili in diverse relazioni personali. Una coppia non deve avere principi utilitaristici, non principi di libertà, ma stabilità e gratuità, la famiglia non è retaggio e la Chiesa è la prima agenzia formativa per tale realtà. Di parere opposto Lucio Dattola che ha descritto la realtà della comunità LGBT, una famiglia aperta, dove lo stesso si è ritrovato nel tempo, insieme a ragazzi che la pensano come lui, senza nascondimenti, cambiando la sua ragione di vita; anche da gay – ha detto – voglio continuare a vivere nella mia città e cercare di fare informazione con il mondo delle associazioni, con le scuole, con i giovani. La dirigente Emilia Occhiuto ha espresso la sua esperienza su come la Scuola e la Famiglia sono sempre state insieme seguendo strade comuni, ma i presidi, oggi, devono tenere conto della varietà delle organizzazioni familiari; un tempo vi era un patto tra noi ed i genitori ma purtroppo questo legame non esiste più, proprio per le complesse problematiche dei figli e dei rapporti tra madre e dei padre; ciò che conta nella formazione dei miei ragazzi ha concluso, è la formazione della personalità e dunque la costruzione di una persona.
L’Avv. Giuseppe A. Morabito, Presidente della Pro Familia di Reggio Calabria ha fatto il punto della situazione rispetto all’annosa questione delle unioni civili e del conseguente riconoscimento di diritti e doveri. Ha focalizzato l’attenzione in particolare sugli articoli 2 e 29 della Costituzione, anche alla luce del recente riconoscimento della completa equiparazione tra le categorie dei figli legittimi e dei figli naturali con la legge 219/2012. Ha altresì posto in evidenza luci ed ombre del possibile scenario futuro del diritto di famiglia.
Infine, interessante la mostra “Ombrelli”, oggetto scelto ha chiarito Livoti, come emblema e simbolo di protezione: la calotta è servita dunque come superficie d’immagine per esprimere pittoricamente il sogno della diversità familiare di oggi, tra colori caldi e freddi, sagome, pensieri ed elementi naturali, tutti eseguiti dagli artisti Santa Milardi, Davide Ricchetti, Daniela Campicelli, Antonella Laganà, Pina Calabro’.

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