Due romanzi separati da qualche anno ma legati dallo stesso mood narrativo; una storia di violenza raccontata a due voci, da entrambi i protagonisti. A scriverla però una donna e un uomo, entrambi nell’esercizio dell’immedesimazione nell’altro sesso per comprendere la violenza agita e subita. Può lo studio dell’altro da sè, anche nella narrativa, aiutare a comprendere e correggere le dinamiche della violenza di genere? Lo abbiamo chiesto ad entrambi…
“Dopo il buio” e “Il posto sicuro”, doppia intervista agli autori Merilìa Ciconte e Mimmo Femia
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