consiglio regionaleIn un momento storico che mai avremmo voluto affrontare, dopo l’attesa della riunione di un Consiglio che deve fare da guida, non solo istituzionale ma anche morale ad una popolazione smarrita e spaventata, occorreva un segno di tranquillità, fermezza, pronti ad affrontare il peggio con gli strumenti che si hanno. Dopo la votazione del presidente, istituzione che deve essere certa e che immediatamente si deve interfacciare con le forze dell’assemblea, è intervenuta la Presidente (speriamo che presto i colleghi si adeguino alla descrizione di genere del presidente donna- per inciso “La Presidente“,e poi “Santelli dichiara” e MAI “LA Santelli dichiara “, non ho mai sentito parlare “dell’Oliverio dice” prima).

Santelli ha messo al corrente l’assemblea e i cittadini collegati nella diretta circa tutti i passaggi legati alla gestione della crisi Covid, dal rientro dei calabresi a casa alla individuazione dei punti Covid negli ospedali. Con chiarezza e gentilezza, senza polemiche ma chiedendo il supporto di tutti, ha indicato qual è la situazione calabrese, con  le difficoltà e i risultati che si susseguono giorno per giorno.

Peccato che ad una buona pagina di politica regionale sia succeduta una tegola per una grande parte della popolazione calabrese, composta da famiglie che necessitano di aiuto e da lavoratori che, a loro volta, operano con grandi ritardi nei pagamenti e andando oltre le proprie mansioni. Per farla breve, con un intervento inaspettato alcuni consiglieri regionali di maggioranza (qui la registrazione dei lavori http://www.fimminatv.it/puntate/il-consiglio-regionale-della-calabria-in-diretta-oggi-dovrebbe-esserci-il-nuovo-presidente-dellassemblea/ ) hanno sospeso di fatto il percorso di attuazione delle norme legate all’adeguamento delle politiche sociali a norme vecchie di 20 anni e mai attuate. Unica opposizione del consigliere di minoranza Pd Nicola Irto, che ha votato contro . Questo si è rivolto ai colleghi, soprattutto ai “nuovi arrivati” spiegando che il lavoro svolto in precedenza aveva visto la partecipazione delle rappresentanze coinvolte, che molto era stato fatto, che non si cancellano in un momento trattative durate a lungo, elaborate con grande lavoro di mediazione, per non rimanere, ancora, ultima regione e rimediare a tanto ritardo.

Un lavoro iniziato con l’ex  assessora Roccisano e proseguito dall’ultima, Robbe, con ricorsi e interruzioni ma finalmente delineato negli ultimi mesi del precedente governo regionale.

Un intervento sospensivo che non è stato chiarito nel dettaglio e che ha immediatamente raccolto la reazione del mondo del sociale e che riportiamo di seguito:

DemA Calabria “Comportamento vergognoso della Regione Calabria, lo stop della Riforma condanna la Calabria all’ecatombe sociale”

Siamo davvero sconcertati da quanto verificatosi nel corso della prima seduta del Consiglio regionale della Calabria. Un vergognoso blitz dell’ultimo minuto, ad opera dei rappresentanti della maggioranza di centrodestra, infatti, blocca, di fatto, l’attuazione della legge che, dal 2000, attende di essere attuata anche in Calabria e che restituirebbe dignità all’intero mondo del sociale calabrese.

 

Un percorso, tra l’altro, che aveva visto la partecipazione di tutti i soggetti del Terzo Settore calabrese che, spendendosi con grande impegno, avevano contribuito all’elaborazione del Regolamento attuativo. La delibera e il regolamento riguardano le “Procedure di autorizzazione, accreditamento e vigilanza delle strutture a ciclo residenziale e semiresidenziale socioassistenziali, nonchè dei servizi domiciliari, territoriali e di prossimità”.

In poche parole è la Legge per il Welfare che la Calabria aspetta da 20 anni! 20 anni!

 

Chiediamo con forza alla Presidente della Giunta Regionale e all’Assessore al ramo, di avviare, anche con l’ausilio delle nuove tecnologie, una immediata interlocuzione con la Conferenza Permanente sulle Politiche Sociali, che secondo obbligo di legge è costituita dalla Consulta delle Autonomie Locali composta dai Sindaci dei comuni capofila di Ambito e dalla Consulta del Terzo Settore della Calabria.

Ciò deve avvenire prima dell’assunzione di qualsivoglia provvedimento da parte della Giunta Regionale, altrimenti si verificherebbe una chiara violazione dei principi di concertazione sanciti dalla L.328/00 e dalla L.R.23/03.

 

In un momento di emergenza epocale e senza paragoni, in una fase difficilissima per tutti gli italiani e per i calabresi che pagano un sistema sanitario del tutto inadeguato e inefficiente, in una fase in cui proprio il mondo del Terzo Settore è esposto al ciclone che travolge le persone anziane, disabili, malati gravi e gravissimi, poveri e fragili, la nuova maggioranza regionale segna una delle pagine più vergognose per la nostra terra.

 

A tutte le operatrici e gli operatori che, anche in questi giorni, continuano a prestare con sacrificio e abnegazione il loro servizio a fianco dei più deboli, nelle loro realtà e nelle loro strutture, anche mettendo a repentaglio la propria vita, manifestiamo la nostra totale e incondizionata solidarietà e ci schieriamo al loro fianco nell’avanzare qualsivoglia iniziativa tesa a garanzia dei diritti di tutti i calabresi.

Conferenza Permanente Politiche Sociali 27/03/2020
Con incredulità e preoccupazione, apprendiamo che nella prima seduta del Consiglio regionale della Calabria, dedicata secondo prassi consolidata allo svolgimento di aspetti formali e importanti, sia stato inserito e approvato un ordine del giorno che invita la Giunta regionale a “predisporre apposito provvedimento di modifica o di revoca della delibera di Giunta regionale n.503 del 2019 con la conseguente sospensione della esecutività del regolamento regionale n.22/2019”. Ciò pone ancora una volta uno stop all’attuazione della Legge nazionale di riforma del settore Politiche Sociali – anno 2000 – a cui la Calabria, unica regione d’Italia, a vent’anni di distanza non ha ancora dato attuazione. Peraltro l’ordine del giorno non ha tenuto in alcuna considerazione il lungo lavoro svolto dalla Conferenza Permanente regionale sulle politiche sociali “Organismo rappresentativo delle Autonomie Locali e dei soggetti del Terzo Settore”, istituita ai sensi della L.R. 23 del 2003, che nel 2019 ha approvato all’unanimità il Regolamento Attuativo che l’ordine del giorno indica di sospendere o revocare. Siamo esterrefatti dal fatto che un organismo creato per legge, non venga consultato né informato per una decisione di così grande importanza. Siamo preoccupati per la possibilità che una decisione con carattere di retroattività possa dare origine a contenziosi tra la Regione e le realtà del Terzo Settore, che avevano già adeguato le proprie strutture e assunto nuove unità lavorative per come previsto dal Regolamento attuativo del D.G.R. sopra richiamato. È per tale motivo che chiediamo con forza alla Presidente della Giunta Regionale e all’Assessore al ramo, di avviare, anche con l’ausilio delle nuove tecnologie, una immediata interlocuzione con la Conferenza Permanente sulle Politiche Sociali, che secondo obbligo di legge è costituita dalla Consulta delle Autonomie Locali composta dai Sindaci dei comuni capofila di Ambito e dalla Consulta del Terzo Settore della Calabria. Ciò evidentemente deve avvenire prima dell’assunzione di qualsivoglia provvedimento da parte della Giunta Regionale, altrimenti si verificherebbe una chiara violazione dei principi di concertazione sanciti dalla L.328/00 e dalla L.R.23/03. Principi peraltro più volte richiamati e difesi a spada tratta dagli stessi promotori dell’ordine del giorno di ieri. Ci saremmo francamente aspettati che nel momento in cui il Paese è investito da una tragedia epocale nella quale soccombono le fasce più vulnerabili e fragili della popolazione, si fosse data precedenza assoluta a provvedimenti di salvaguardia di migliaia di anziani, disabili e altri utenti, ospitati anche nelle 404 realtà che fanno parte del Terzo Settore calabrese. 
Gianni Pensabene Presidente della Consulta del Terzo Settore
Franco Mundo Presidente Consulta Autonomie Locale