Non si fermano i controlli del team interforze composto da personale della Stazione Navale della Guardia di Finanza, della Capitaneria di Porto – Guardia Costiera di Vibo Valentia, dei Carabinieri del Nucleo Operativo Ecologico di Catanzaro e dai militari del Gruppo Carabinieri Forestali di Catanzaro, a tutela dell’ambiente e del territorio della provincia di Lamezia in sinergia con il personale dell’A.R.P.A.Cal..
Nella scorsa mattinata, infatti, nell’ambito di un articolato protocollo ideato e coordinato dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Lamezia Terme, volto a verificare il corretto funzionamento dei sistemi di depurazione di tutti i comuni insistenti nella propria area di giurisdizione ed a tutelare l’ambiente sotto ogni forma, è stato avviato un controllo sotto più profili per verificare il corretto esercizio e funzionamento dell’impianto di depurazione sito nel comune di Platania, località Mulia, posto a servizio di parte della rete fognaria dell’abitato di tale agro.
Nel corso del sopralluogo, si rilevavano gravi criticità e difformità dell’impianto dalle prescrizioni di legge tali da creare inequivocabile impatto negativo sul corpo recettore dei fluidi in uscita, consistente nel “fosso Coschino”, che a sua volta alimenta il fiume Amato. Ritenuto sussistente il fondato pericolo che il depuratore, nelle condizioni di funzionamento constatate dai militari operanti, potesse continuare ad alimentare l’inquinamento idrogeologico dell’area circostante e ritenendo altresì fondata l’ipotesi di reato di cui all’art. 674 del Codice Penale, ovvero getto pericoloso di cose mediante scarico di liquami fognari non depurati attraverso una condotta di by-pass, si procedeva al sequestro preventivo del depuratore, con sua facoltà d’uso per ragioni di pubblica utilità, ed alla denuncia dell’Amministratore Unico della Società capogruppo del Raggruppamento Temporaneo di Imprese affidatarie del servizio di gestione dell’impianto di depurazione dei reflui urbani del comune di Platania.
La polizia giudiziaria operante ha richiesto l’immediato intervento del personale A.R.P.A.CAL. – Dipartimento di Catanzaro, che ha proceduto ad effettuare i campionamenti dei liquami sversati e dei sedimenti, al fine di effettuare una valutazione concreta del tipo di rifiuto immesso nell’ambiente ed il grado di inquinamento posto in essere.
Oltre ai successivi approfondimenti conseguenti all’attività già relazionata all’Autorità Giudiziaria, continueranno, senza soluzione di continuità, le opere di monitoraggio e controllo ambientale di tutto il territorio di Lamezia, al fine di impedire eventuali inquinamenti del mare e delle coste ed attivare un circuito virtuoso sinergico tra cittadinanza, forze di polizia ed Autorità Giudiziaria per garantire un ambiente sempre migliore.