Un aumento del 5% delle postazioni di continuità assistenziale (ex guardia medica) nella provincia di Reggio Calabria, in maniera tale da assegnare dei presidi ai comuni di Serrata, Sant’Ilario, Feroleto e Bova superiore, quest’ultimo in una situazione organizzativa medico-sanitaria davvero critica. Questa la richiesta che il direttore sanitario dell’Asp n.5, Pasquale Mesiti si è impegnato a presentare nei prossimi giorni al nuovo Commissario ad Acta per l’attuazione del piano di rientro del settore sanitario della Regione Calabria, gen. Saverio Cotticelli. È quanto emerso dall’ ultima seduta della Terza Commissione regionale “Sanità, attività sociali, culturali e formative”, presieduta dal consigliere Michele Mirabello, che, su richiesta del collega Giuseppe Pedà, ha inserito tra i punti all’ ordine del giorno la questione relativa al potenziamento ed incremento del numero delle guardie mediche nel territorio della provincia di Reggio Calabria ascoltando in audizione lo stesso Mesiti. L’argomento in esame è stato introdotto proprio dal consigliere regionale Pedà che, nei mesi scorsi, aveva sollevato la particolare vicenda anche attraverso gli organi di stampa. L’esponente politico ha ribadito l’intenzione della Commissione di mettere in atto ogni azione utile finalizzata a garantire i presidi sanitari in tutti i comuni. “Credo sia un problema diffuso in tutto il territorio regionale – ha esordito in aula – ci sono infatti tante comunità anche abbastanza lontane dalla prima emergenza: potrei citare, ad esempio, i comuni di Bova, Sant’Ilario, Antonimina, Serrata ma sono certo ce ne siano molti altri. Sarebbe di estrema importanza avere la possibilità di attivare 4/5 postazioni, daremmo così un primo segnale di attenzione e di presenza. Senza dimenticare che ci sono delle sentenze del TAR a cui alcuni di questi Comuni si erano appellati che hanno dato esito positivo”. Pedà, nel corso del suo intervento, ha evidenziato come, attualmente, in provincia di Reggio Calabria, su 96 comuni vi siano 75 postazioni di guardia medica, il che vuole dire che alcune comunità sono inevitabilmente penalizzate. In particolare, i paesi montani più piccoli, con problemi di viabilità e popolazione prevalentemente anziana. L’analisi sullo stato dell’arte e sulla situazione della continuità assistenziale nella provincia reggina è stato colto a pieno dal direttore sanitario Mesiti: “con l’istituzione del commissariamento per il piano di rientro – ha spiegato – negli anni, ci sono stati dei tagli che hanno riguardato anche e, purtroppo, non solo il settore della guardia medica causando una riduzione sensibile delle postazioni che ha riguardato una componente essenziale. È stato effettuato un taglio lineare, senza cioè tener conto dell’orografia del territorio. Ciò ha comportato la reazione legittima dei cittadini e di alcuni sindaci che hanno accolto queste giuste manifestazioni e si sono rivolti all’autorità giudiziaria ottenendo delle sentenze di ripristino. Il problema – ha rimarcato Mesiti – è che il mero ripristino delle postazioni significa che devono essere riempite di contenuti e, quindi, di medici di continuità assistenziale. E in una regione sottoposta a piano di rientro una sola unità deve essere autorizzata dall’ufficio preposto. Dunque, l’azienda poteva, si, aprire tre postazioni di guardia medica per sentenza di giudice ma, naturalmente, questo presupponeva la chiusura di altrettanti presidi in altri paesi della provincia. Attraverso la convocazione della conferenza dei sindaci che avrebbe dovuto “dare per tagliare”: un’ipotesi inverosimile con danni devastanti. Ho pertanto sottoposto il problema al Commissario Cotticelli anticipandogli la richiesta di autorizzazione di un incremento pari al 5% (avevo avuto anche la disponibilità dell’ing. Scura, nel frattempo revocato dall’incarico dal Consiglio dei Ministri). A breve, verrà fissato un incontro per discuterne”. Soddisfazione è stata espressa, oltre che dal consigliere Pedà, anche dal presidente Mirabello che, nel dare al direttore Mesiti ampia facoltà di agire anche a nome della Commissione per il miglioramento dei servizi sanitari sul territorio, ha anche preannunciato la convocazione di un’apposita seduta con il Commissario Cotticelli e il sub commissario Schael per affrontare la discussione su questo tema specifico. “Siamo intenzionati ad avviare un’interlocuzione più fitta – ha sottolineato – anche perché è arrivato il momento di dare un segnale molto forte sull’intervento da parte della struttura commissariale sulla sanità territoriale: abbiamo impegnato tantissimi anni dedicandoci esclusivamente alla rete ospedaliera che, peraltro, esplode, mentre con le giuste attenzioni verso la rete territoriale si potrebbero sgravare tanti problemi”.