Autonomia differenziata, il gruppo del Pd chiede spiegazioni a
Mancuso.
«Inaudite le sue dichiarazioni sul documento fantasma che
ha preso in giro l’intero Consiglio regionale»
«L’ultima seduta del Consiglio regionale, che ha evidenziato profonde
spaccature nella maggioranza con due consiglieri della Lega che hanno
votato contro il documento del centrodestra sull’autonomia differenziata,
era già stata archiviata come l’ennesima brutta pagina della storia del
regionalismo calabrese. Neanche davanti alla riforma Calderoli, che
penalizza pesantemente la Calabria e il Sud, il centrodestra aveva avuto
un sussulto di orgoglio e dignità decidendo di sottostare agli ordini delle
scuderie romane. Adesso, dopo i retroscena svelati dal presidente
dell’Assemblea Filippo Mancuso, il quadro diventa ancora peggiore e
inquietante».
A sostenerlo sono i consiglieri regionali del gruppo dem di palazzo
Campanella, dopo le dichiarazioni rilasciate alla stampa dal presidente
Mancuso che ha candidamente confessato che il documento poi
approvato in Aula era stato nascosto a parte della stessa maggioranza
“per una precisa strategia d’Aula”.
«Le affermazioni del presidente sono gravissime e necessitano di precise
spiegazioni. Su un tema così delicato la maggioranza invece di
confrontarsi e condividere i contenuti con tutti i consiglieri ha provato il
“colpo a sorpresa” con l’obiettivo di mettere in difficoltà la minoranza? –
chiedono i consiglieri del Pd -. Inaudito che la massima Assemblea
elettiva calabrese diventi teatro di giochi e buffonate messe in atto da un
centrodestra che continua a farsi beffe delle Istituzioni a tutti i livelli.
Mentre le opposizioni chiedevano la condivisione di un documento
unitario per bloccare l’iter dello spacca Italia e alimentavano il dibattito
con interventi documentati e articolati, il centrodestra giocava a
nascondino con un documento fantasma che ha finito con il prendere in
giro i suoi stessi componenti. Un “non documento” che non ha nessun
effetto giuridico e politico, mentre la minoranza già il 26 marzo scorso
aveva depositato una regolare mozione che non è stata ammessa alla
discussione. Con l’aggravante – specificano i dem – che il presidente
dell’Aula, per l’ennesima volta, invece di essere garante dei diritti di tutti
si è prestato a un sotterfugio di infima qualità. Chiederemo nelle sedi
opportune che il presidente chiarisca quanto avvenuto e ci appelliamo al
residuo senso del pudore del centrodestra per fare in modo che venga
garantito il minimo del rispetto e del decoro delle Istituzioni calabresi».