La manifestazione di oggi, dopo decenni, ha unito tutti e ha segnato un risveglio che ha visto una Locride compatta e costituita da gente comune: lavoratori, giovani, pensionati, disoccupati, studenti, ma anche autorità civili ed ecclesiastiche, associazioni e comitati che si sono mobilitati in massa in un grido unanime, dettato da una comune esigenza: “L’Ospedale non si tocca !”
Questo risveglio è una luce che passa dalle crepe della cattiva gestione sanitaria e si rivela come atto di coraggio, presa di coscienza, dignità e voglia assoluta di dire “Basta”.
E dalla massiccia e sentita protesta di oggi sono emerse tante cose: l’esigenza di lottare, lottare insieme per i nostri diritti, perché non rimangano solo belle parole sulla carta; la voglia di far sentire la propria voce per uscire dal silenzio assordante del disagio, delle discriminazioni, delle lotte quotidiane; la presa di coscienza che bisogna iniziare a prendere le distanze da ogni forma di strumentalizzazione politica, pervasa da personalismi e da inospitalità; la presenza dei giovani, unica forza sana, vera, propulsiva e coraggiosa, perché imparino a non accettare a capo chino ma siano sempre pervasi da analisi critiche.
La sanità non è la strada per ricavare privilegi personali, per avviare politiche affaristiche o per garantire carriere professionali.
La protesta, in verità, ha un unico , semplice e lineare obiettivo. Come ha asserito il nostro sindaco, Pietro Fuda, vi è la necessità di ripristinare i servizi aboliti e, nel contempo, potenziare quelli esistenti onde combattere il pendolarismo sanitario, insostenibile e inconcepibile per l’ammalato, per le famiglie e per il territorio.
Oggi però si è scritta anche una pagina di cui ci vergogniamo: una classe politica inetta e incapace non può rappresentare le istanze di cambiamento e di un nuovo futuro per questa nostra martoriata terra. Il futuro di progresso , in questo modo, si allontanerà sempre di più dal nostro orizzonte: la speranza ci viene, invece, dalla rinata voglia di lotta della nostra gente. Salutiamo con grande senso di speranza la discesa in campo della società civile invitando quanti sono d’intralcio, perché corresponsabili del declino della Locride, a mettersi da parte.
Non perdiamo di vista, dunque, l’unico vero messaggio della manifestazione di oggi, dato a viva voce dalla compatta presenza delle persone comuni che hanno sfilato non per apparire né per, come ha scritto qualcuno, “non andare a scuola” (questa è l’offesa più grande che si possa fare ad uno studente) e nemmeno per fare una sterile passeggiata.
La stessa manifestazione, senza colore politico, sarà ripetuta a Polistena il 24 ottobre p.v.

FATTORE COMUNE