Non celebrerò nulla il prossimo 8 marzo. Rinvio all’11, lunedì, in Consiglio regionale, e demanderò a tutti i consiglieri il mio umore di quel giorno; in un modo o nell’altro, sancirà una giornata storica per la Calabria e per la Casa delle Donne di FìmminaTv che da quando ha cominciato questa battaglia, quasi un anno fa, è riuscita a cambiare in tavola le carte.
Tanti sono i percorsi che questa norma ha subito, dimenticanze, interruzioni, rinvii, abbiamo dovuto addirittura appellarci all’art 39 dello statuto regionale per creare una nuova proposta e fare pressione, attraverso i comuni, perché si arrivi a questa attuazione di un diritto sancito e normato.
Cosa si vuole fare adesso? Credo nella sagacia dei consiglieri regionali, conosco lo spirito di chi sostiene la norma, di chi ne è indifferente, di chi non la vuole non per maschilismo ma solo per calcolo elettorale. Tutti però conoscono gli effetti dell’opportunità e dei tempi. E questa norma al tempo maturo per l’approvazione è arrivata.
Quali scenari si possono delineare? Solo due, il primo, quello dell’approvazione, che porterà come nota di merito il consigliere alle prossime campagne elettorali, regionali o locali, con uno stemma di valore ben appuntato al petto. Poi , di contro, la mancata votazione. Lì non sarà bello, affatto, perché l’ondata di emozione negativa che arriverà dal pubblico sarà molto forte. La Calabria non vota, a cavallo dell’8 marzo, una norma sui diritti paritari in politica! Un’onda che si prevede nazionale. Già l’attenzione si è svegliata oltre i confini regionali, così sarebbe davvero devastante per una regione che con tanta difficoltà tenta di togliersi di dosso lo stereotipo di retrograda.
Questo (il voto negativo) non ci fermerebbe, anzi, e chi pensa che questo possa mettere la parola fine alla nostra battaglia non sa che invece questo tema diventerà ago della bilancia per le prossime elezioni regionali. Eh si, perché la norma proposta dalla Casa resterebbe in piedi, non svanirebbe con l’estinzione di questo Consiglio regionale e diventerebbe così strumento di campagna elettorale, per poter avvicinare l’elettorato femminile, molto numeroso.
Prospettive poco felici che i consiglieri regionali hanno sicuramente valutato.
Ci potrebbe essere un terzo scenario, quello del rinvio (mancanza del numero legale, svenimenti, crisi di panico, armageddon !). Così assurdo da non tenerlo nemmeno in considerazione, perché sarebbe peggiore delle altre due soluzioni, una caduta verso la disperazione più cieca che ci farebbe capire quanta responsabilità abbiamo nel mandare nelle istituzioni regionali politici di così sottile spessore valoriale. Ma non credo che ci troveremo mai davanti ad un dejà vu, giusto solo per non dover ripetere (loro) la brutta figura di qualche mese fa. Acqua passata. Guardiamo avanti. Voglio affacciarmi a lunedì prossimo con una nota di speranza, quella che si vuole dare quando ancora si crede in qualcosa. Nella buona politica, quella fatta da tutte le donne che hanno partecipato a questa battaglia, con la Casa delle Donne di FìmminaTv, tutte con ruoli diversi, con esperienze, diverse, con anche opposte opinioni ma con lo stesso stile, quello di voler credere nella politica fatta bene, che si basa sul valore di quanto promuovi e non sul valore delle persone, quello passa e si trasforma, il valore etico dell’attuazione dei diritti riconosciuti è invece il vero baluardo per chi vuole riprendere a fare, bene, la propria parte per tutti, anche per chi non ci crede.
La Direttora
Raffaella Rinaldis