Continua la rubrica “Le donne salveranno la Calabria“, evocativo e ambizioso, in realtà già concreto e reale. Perchè di donne che stanno facendo molto per la regione ce ne sono tante. Ci occupiamo di loro, sappiamo che molti sono anche gli uomini che la stanno cambiando ma, non si sa perchè, lo spazio per le donne, anche per raccontare le loro storie, è sempre poco, a meno che non appartengano , queste storie, alle stereotipizzazioni femminili (vittime di violenza, incredibilmente in un ruolo di appannaggio maschile, miss qualcosa…)
Non ce ne vogliate, quindi, se questo spazio ce lo prendiamo ampiamente per raccontarle, e farci raccontare da loro lo strumento che usano per cambiarle davvero, le cose.
Federica Roccisano, una donna, giovane, con tanta voglia di fare. Il suo contributo al cambiamento della Calabria insieme alle altre donne che conoscerete pian piano nella nostra rubrica.
1) Fin da giovanissima impegnata in politica e nel sociale, poi esperienze importanti come presidente del consiglio comunale di Caulonia e come assessore regionale al welfare e lavoro, oggi portavoce di un movimento regionale riformista. In questo percorso guardandosi indietro quanto hanno contato le esperienze sul campo per immaginare il probabile futuro della Calabria? Guardando avanti invece, ai programmi per costruire una propria visione della regione, a cosa guardate, come movimento, e a cosa guarda personalmente Federica Roccisano?
Ognuno di noi porta con sé un bagaglio fatto di studi ed esperienze personali. Quando ho iniziato a frequentare attivamente le iniziative e i dibattiti politici a Caulonia, il mio paese di origine, avevo 24 anni, ero fresca di laurea e lavoravo da un anno nella mia cooperativa sociale. Erano gli anni di Mons. Bregantini nella Locride, e il mio mentore accademico era Osvaldo Pieroni. In sostanza respiravo impegno sociale e civile ogni giorno. Da qui la scelta di mettermi in gioco in prima persona provando a tradurre quello che avevo studiato sui libri e quello che praticavo nel sociale anche nella vita politica della mia comunità. Porto ancora oggi gli insegnamenti di quegli anni nel mio quotidiano, anche perché c’è ancora tanto da fare in Calabria in materia di economia sociale, sviluppo sostenibile e sopratutto welfare. E di fatto, questi sono anche i principi fondanti del Movimento ÈTempoDiReAgire, e i traguardi che mi piacerebbe vedere raggiungere nella mia Terra, magari con un mio contributo diretto.
2) In politica se sei donna o uomo poco importa, sei sempre un avversario, ma come l’essere donna è stato usato contro di lei fin dal suo esordio in politica e come invece l’ha aiutata?
Essere donna, a mio avviso, è un valore aggiunto sempre e in qualsiasi ambiente. Rispetto agli uomini siamo più caparbie, più decise e, spesso e volentieri, più concrete. Tuttavia, anche se noi ci vediamo così, ancora oggi è molto più faticoso per una donna essere immediatamente credibile. Bisogna dimostrare sempre qualcosa in più rispetto agli uomini, perché la politica, purtroppo e soprattutto in Calabria, è un ambiente ancora oggi prevalentemente maschile e dove le donne, ancor di più quelle che non hanno legami parentali o coniugali con alcun uomo politico, sono viste come delle aliene. Ma devo riconoscere che con una buona dose di impegno quotidiano e, perché no, di faccia tosta, giorno per giorno vedevo un atteggiamento molto più aperto e “neutrale” nei miei confronti, soprattutto da parte degli interlocutori con i quali mi confrontavo quasi giornalmente (lavoratori, sindacati, operatori sociali ed economici, professionisti, insegnanti e dirigenti scolastici) per affrontare al meglio, e in maniera condivisa, le sfide che ci si presentavano davanti.
3) La questione della parità di genere è trasversale ai vari temi che la politica può e deve toccare, eppure sembra (e di questo si occupa la nostra rubrica) che in questo momento storico le donne, soprattutto in Calabria, abbiano una marcia in più, o comunque sono molto più presenti, fanno sentire con più forza la loro voce. Come si è sviluppato questo processo, dal suo “punto di osservazione”?
Come dicevo prima le donne sono più caparbie e, aggiungo, più libere di mettersi in gioco e dire la propria. Nell’ultimo anno, grazie alle voci di chi ci ha messo la faccia per la parità di genere, le donne hanno dimostrato di voler raggiungere l’obiettivo: far sentire la propria voce in tutte le istituzioni, compreso il consiglio regionale. E non per una semplice velleità ma perché è stato chiaro, a un certo punto, che le donne hanno bisogno di autonomia, che serve anche in Regione una presenza femminile per rappresentare le donne, come avvenuto nei Comuni; che le leggi con le quali si è votato negli anni precedenti non hanno affatto favorito questa presenza e che gli incarichi per nomina non sono sinonimi di mandati pieni. Le donne hanno così intrapreso il più bel percorso partecipativo e trasversale degli ultimi anni, anche se ancora i risultati tardano ad arrivare.
4) Come immagina la Calabria nei prossimi anni, nel migliore dei mondi possibili? Scateni pure la sua fantasia!
Il migliore scenario che immagino per la Calabria è quello di una comunità fiera, orgogliosa e consapevole. Spero di vederla amministrata da una squadra di persone sane che antepongono gli interessi collettivi alla propria popolarità e posizione personale. Immagino di vedere reti e alleanze tra attori pubblici e privati operare per migliorare i servizi a beneficio delle comunità locali e attrarre così nuovi investimenti. Sogno di vedere rientrare i tanti cervelli fuggiti: sogno che le ragazze e i ragazzi andati fuori dai nostri paesi, tornino arricchiti di competenze ed esperienze e decidano di metterle in pratica proprio qui, insieme a chi, come noi, è già rientrato