rosella postorino

 “Il libro ‘Le assaggiatrici” (Feltrinelli) è veramente bello. Racconta una tragedia del Novecento attraverso la storia vera di Margot Wölk, assaggiatrice di Hitler nella caserma di Krausendorf. Non racconta una storia del Sud – dice la consigliera regionale di Calabria in Rete Flora Sculco -, ma siamo tutti felici per il ‘Premio Campiello’ assegnato alla scrittrice calabrese Rosella Postorino a cui faccio i complimenti più sinceri. L’idea dell’assessore Corigliano d’invitarla presto alla Cittadella, trovo che sia più che apprezzabile. Personalmente, l’ho scoperta nel 2013 – spiega Flora Sculco -, leggendo un’intervista della giornalista Valeria Bellantoni sul magazine on line  del Consiglio (http://www.calabriaonweb.it/index.php/news3/societa/1627-le-stelle-viste-dal-carcere-e-la-paura-dellaltro) incentrata sul suo libro ‘Il corpo docile’ (Einaudi)  che conduceva i lettori dentro la storia di Milena, nata in carcere perché figlia di una detenuta di Rebibbia. Ho apprezzato la sua sensibilità per le vicissitudini delle figlie delle detenute e le sue osservazioni sull’incapacità del carcere di fornire risposte adeguate alle persone che sbagliano  in linea con quanto detta la Costituzione. In particolare, mi  ha colpito questa sua espressione: “Una società che non sa dare risposte ai più deboli e li confina in carcere non fa che svuotarsi la coscienza creando un ghetto dove ammassare i suoi scarti, che per due terzi sono infatti extracomunitari e tossicodipendenti. Nonostante la retorica del valore della vita umana, è difficile – dentro e fuori dal carcere – sentirsi trattati come esseri umani”.