Titolo: La notte sopra Teheran ISBN 9788811011736 Autore Pegah Moshir Pour Casa Editrice GARZANTI
Aree tematiche Narrativa italiana, Novità in libreria Dettagli 240 pagine, Brossura Prezzo di questa edizione cartacea 17,90€
«Pegah Moshir Pour, attivista italiana di origine iraniana, è la portavoce dei diritti delle donne dell’Iran, private nel loro Paese della vera libertà.»
(Vanity Fair)
SINOSSI
Piano piano, nel mio cuore hai costruito una casa. Le note di questa canzone si mischiano al profumo di tè chai che si diffonde nella casa di una famiglia che non riesce a smettere di sorridere. Perché è nata Pegah. «È una femmina.» L’infermiera lo ripete perché forse non hanno capito bene: come si fa a essere felici di avere una figlia femmina a Teheran? Ma il papà stringe al petto la sua bambina e le promette che farà di ogni luogo del mondo una casa accogliente per lei. Pegah dovrà essere una bambina felice. Ma è impossibile in un paese che non rispetta la libertà di donne e ragazze. Per questo, la famiglia decide di trasferirsi in Italia. Ma Pegah non vuole. […]
RECENSIONE
«La notte sopra Teheran» è un libro della scrittrice e attivista per i diritti umani Pegah Moshir Pour, impegnata in modo particolare nel riconoscimento dei diritti delle donne iraniane e la libertà di espressione, oltre che per il suo lavoro di sensibilizzazione nel far conoscere la situazione dei diritti umani negati in Iran. Altra battaglia condotta da Pegah è contro la censura. Una battaglia che per cio che stiamo vivendo nel quotidiano presto credo si debba fare anche in Italia visto le diverse censure che si stanno verificando non solo suo giornali ma soprattutto in tv.
Pegah cobduce le sue battaglie oltre che di persona girando per il mondo anche su diverse piattaforme social in modo da far conoscere al mondo intero la situazione reale della sua terra natia..
Nasce in Iran nel 1990 ma piccolissima si trasferisce con i genitori in Italia.
Il loro desiderio è quello di donare un futuro brillante alla figlia in uno stato dove Pegah avrà il diritto di studiare, leggere, vivere una vita normale come dovrebbe essere per qualsiasi ragazza di ogni età in qualsiasi stato del mondo.
Questo libro è una sorta di autobiografia che mi ha colpito profondamente. Racconta ciò che questa giovane donna di origini iraniane, fin da bambina ha dovuto affrontare, dalla nascita fino a quando, all’età di nove anni circa, parte con i genitori per trasferirsi in Italia con la scusa di una buona opportunità lavorativa per il padre. Un forte trauma che la porta, per più di un anno, a chiudersi in un silenzio punitivo verso i genitori non capendo il motivo di questa loro scelta. Non riesce a perdonarli soprattutto perché l’hanno strappata via dalle braccia di sua cugina, Setareh, la sua cobfidente, compagna di vita e di giochi oltre che di scuola.
Per un lungo periodo le due cugine si scambiano delle lettere che diventano però sempre meno frequenti, fino all’arrivo di internet che le aiuterà a ritrovarsi, anche se per poco tempo.
Setareh ha preso una strada da dissidente, vuole lottare per i diritti umani che nella sua terra sono spesso negati, e combattere contro uno stato dove le donne sono meno importanti degli uomini per legge.
Una storia che non dare pace a Pegah nonostante la distanza. In Italia si sente a disagio soprattutto nella sua scuola, in una nuova realtà in cui quei bambini così crudeli nei suoi confronti la prendono in giro per la sua lingua diversa, perché non parla italiano ma che col tempo impareranno a volerle bene. Una particolare diffidenza arriverà dalla professoressa Russo, che dimostra rifiuto nel suoi confronti fin dal primo giorno di scuola, solo perché ha paura dello “straniero”, di ciò che non conosce, tanto da attaccarla il giorno dopo l’attentato alle Torri Gemelle dell’11 settembre 2001, davanti a tutta la classe, proprio durante il suo primo giorno di scuola media dove già Pegah subisce il trauma per aver perso tutti i suoi compagni della scuola elementare, tranne uno, ed è costretta a ricominciare per l’ennesima volta a costruire la sua vita nuovamente azzerata.
Quedto libro ci mostra la lotta continua che affrontano nel quotidiano coloro che devono abbandonare la loro terra per forza maggiore. Si trovano incastrati in una doppia identità, come Pegah che si trova ad affrontare quella iraniana e quella italiana a volte portandola a non riconoscersi neanche nel suo nome, voler cancellare le sue origini iniziando a farsi chiamare Aurora.
Sarà proprio dalla tanto odiata Italia però che invece Pegah imparerà a conoscere davvero l’Iran, la sua terra di origine. La vita delle donne in Iran diventa sempre più pericolosa e ne ha conferma ogni qual volta sente sua cugina diventata un’oppositrice del regime che partecipa alle proteste studentesche fino ad arrivare a guidare un gruppo di haker che inondano i siti del regime iraniano impegnato a censurare qualsiasi tipo di comunicazione con l’esterno e informazione.
Improvvisamente Pegah perde ogni traccia di Setareh, sarà un libro dal titolo «Prigioniere in Iran» scritto da un attivista Iraniana, Atusa Babaei che raccoglie interviste a delle carcerate di Evin (la prigione più terribile dell’Iran) fatte in modo clandestino, riuscito a superare le mura del carcere grazie all’avvocato dell’attivista. In particolar modo,a colpire Pegah è il racconto di una certa “S” che parla della cattura di questa donna e dei suoi tragici giorni tra quelle mura, a spronarla nel tornare il prima possibile in Iran per cercarla. Con difficoltà e rischi Pegah tornera in Iran dove tutto è cambiato, inizialmente neanche sarà possinbile ritrovare la cugina e scopre che è proprio lei la donna che si firma “S”, protagonista di quel terribile racconto.
La notte sopra Teheran è un libro che mi ha stravolto la vita, un manifesto di denuncia che mi ha portata a conoscere una realtà così vicina a me, alla mia terra, alla mia esistenza di Donna, che pure sembra così lontana. Mi ha fatto scoprire le difficoltà che le donne iraniane sono costrette a vivere e subire ogni giorno sentendole da chi le ha vissute e continua a viverle nonostante le distanze.
Nonostante ciò, mi viene da definire questo un racconto che parla di famiglia, oltre che ribellione e ingiustizie, speranza in una libertà futura. L’ autrice nonostante sia la prima pubblicazione ha una scrittura nitida e scorrevole. Una lettura che secondo me dovrebbe essere inserita nelle scuole per fare conoscere la parte della storia che non ci viene mostrata nei telegiornali.