Schermata 2024-07-02 alle 16.31.50 

Tra i problemi che più è possibile trovare nel mondo del lavoro, ancora molto frequente è la disparità di trattamento, oltre quella retributiva, riguardante il genere. Sono quasi sempre le donne a pagarne le conseguenze che arrivano a guadagnare tra il 10% e il 15% in meno rispetto ai colleghi maschi.  Secondo un articolo pubblicato qualche mese fa sulla stampa il gender pay gap si era ridotto tra il 2017 e il 2019 riprendendo a crescere nel 2022 e stabilizzandosi a fine 2023 su una media del 10,7%.

Sempre meno le donne lavoratrici

Secondo i dati Eurostat del 2023 le donne lavoratrici tra i 15 e i 64 anni sono il 51,1 %, percentuale inferiore alla media europea, il 43.6 % sono invece inattive, sopra la media europea del 30%. Un altro sondaggio indica che il 71% dei lavoratori italiani sono uomini e solo il 29% donne, ciò conferma la difficolta delle donne di entrare nel mondo del lavoro.

Ruoli dirigenziali? Utopia al femminile

Oltre ad un diverso stipendio, altra difficoltà è per le donne avere un ruolo di rilievo a livello manageriale, quelle poche che riescono ad arrivare ai vertici di un’azienda guadagnano circa il 23% in meno rispetto agli uomini manger.  Da questi dati è facile intuire che oltre alla diversità di stipendio, le donne lavoratrici difficilemte hanno la possibilita di assumere a ruoli dirigenziali o comunque direttivi. A questo problema si è tentato di trovare una soluzione con la legge Golfo Mosca e la Certificazione della Parità di Genere (UNI/ PdR 125; 2022), ma solo il 26% delle aziende dichiara di averla.

 

“Sesso debole” nel 2024

Una disparità di genere che oltre a riversarsi nel mondo lavorativo è possibile incontrare anche in quello dell’istruzione e della politica, oltre a quello della violenza. Un fenomeno che purtroppo è esteso a livello globale, nonostante le lotte continue che le donne fanno per la loro emancipazione, uguaglianza e libertà.

 

Il nascondiglio social

Ancora oggi esistono forti stereotipi di genere, in questo caso riguardanti il sesso dell’individuo che ne influenzano il ruolo all’interno delle famiglie, sul posto di lavoro, nei rapporti di coppia, ogni aspetto della loro vita sociale. Da ciò scaturisce anche una violenza sulle donne, considerate il “sesso debole” nella quotidianità della societàb odierna, che può essere fisica o verbale, che gli uomini si sentono legittimati a perpetuare sulle loro mogli, sorelle, figlie o su quelle che li rifiutano o decidono di interrompere un rapporto amoroso.

Diverse indagini sono state svolte per provare a risalire alle motivazioni delle persone che hanno subito o hanno inflitto questo tipo di violenza di genere, anche su minori. Da queste ricerche risulta che ruolo importante è anche quello dei social che spesso sono il mezzo per nascondersi o creare una personalità fittizia per attirare i ingannare. Anche qui il genere maggiormente preso di mira è quello femminile, ragazze o donne che vengono insultate per aver pubblicato fotografie che la società etichetta come  “provocanti” o per aver mandato a qualcuno in privato degli scatti “intimi” che successivamente vengono mandate in giro , perciò devono restare impassibili agli insulti visto che con quegli scatti “se le cercano”. Spesso abbiamo ascoltato storie di donne che a causa di ciò che pubblicano sui social riguardo la loro vita privata fuori dal contesto lavorativo vengono licenziate in tronco.

Una realtà sociale, quotidiana e lavorativa che trova resistenza nel cambiamento e per la maggior parte delle volte penalizza il sesso femminile

Schermata 2023-10-02 alle 10.20.33

Jessica Malagreca