Un tenore di vita e ricchezze accumulate che non suonavano bene agli uomini della Guardia di Finanza. Da dove arrivavano i soldi che permettevano a Massimiliano Genova quel tenore di vita? Cosa gli permetteva di stipulare una polizza assicurativa, mantenere depositi bancari e non farsi mancare nulla? Così i Finanzieri del Gruppo di Gioia Tauro, su disposizione del Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Palmi, Ottavio Sferlazza, hanno eseguito un decreto di sequestro “preventivo”, emesso dal Giudice per le Indagini Preliminari nei confronti dell’uomo, gravato da una sentenza di condanna passata in giudicato per reati in materia di stupefacenti. A suo tempo Genova fu coinvolto nell’operazione “Asmara”insieme ad altre persone ritenute vicine al clan Piromalli – Molè.
Il provvedimento giunge a seguito di indagini patrimoniali, svolte dai militari nei confronti del pregiudicato e del suo nucleo familiare, dalle quali era emersa una netta sproporzione tra il tenore di vita e le ricchezze accumulate.
In particolare, l’analisi accurata delle movimentazioni bancarie e postali, nonché delle possidenze immobiliari, ha evidenziato che l’uomo, Massimiliano Genova, ha dichiarato, nei diversi anni, entrate reddituali che non giustificavano le disponibilità economiche e finanziarie a lui riconducibili, motivo per cui è stato ipotizzato che tali ricchezze fossero, in realtà, il frutto del reimpiego di risorse accumulate illecitamente, ipotesi accolta dal Tribunale di Palmi con l’emissione del provvedimento ablativo.
A conclusione dell’operazione di servizio sono stati posti sotto sequestro, ai fini della successiva confisca, valori per oltre 150 mila Euro .
Ancora una volta le indagini patrimoniali si sono rivelate uno strumento efficacissimo nella lotta alla criminalità, contesto dove la Guardia di Finanza opera con costanza al fine di contrastare fenomeni illeciti .
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