Parte il primo Garante per l’Infanzia a livello comunale, il primo della Locride. Un esempio di attenzione ad un tema che troppo spesso viene demandato alle famiglie e a organizzazioni di buona volontà. Un percorso che si spera porti presto ad una creazione di rete comunale che parli, come dovrebbe accadere più spesso, per tutta l’area. Con la nascita non solo di azioni concrete ma anche di studi sullo stato dell’infanzia nella zona.
Daniela Diano quindi è il Garante dell’infanzia a Marina di Gioiosa Ionica. Psicologa preparata, donna sensibile e discreta, attenta da sempre alle esigenze dei più piccoli. Daniela Diano, eletta all’unanimità dal Consiglio comunale presterà la sua professionalità ed il suo servizio a costo zero per l’ente come fare il team che nominerà a breve. Il suo discorso di insediamento è stato profondo ed emozionato, sottolineando l’importanza della sinergia tra le associazioni, gli enti e le istituzioni a tutti i livelli dello sviluppo di un pensiero pensante. Alla conferenza indetta dal sindaco, Domencio Vestito, ha partecipato l’assessore regionale al Welfare, Federica Roccisano, la quale ha dichiarato di essere sempre felice nel constatare che i bambini sono inseriti al centro dell’azione di crescita e sviluppo di una comunità. L’assessore rientrata solo pochi giorni fa un viaggio all’estero dove ha presentato una ricerca sulla comunità educante in Calabria, ha sottolineato come il ruolo dei diversi attori sia fondamentale per lo sviluppo sano della società stessa.
Daniela Diano ha quindi preso seriamente il suo incarico ponendo questioni immediatamente urgenti:
“Chi mi conosce sa che non sono tenera con gli Enti Locali. E non lo sono perché a mio parere spesso hanno la vista corta di fronte alle fragilità nel tessuto sociale delle loro comunità. Una delle espressioni di Mafalda, che adoro, è : “i grandi trascurano l’importante per l’urgente”. E l’urgenza, aggiungo io, ci rende miopi. Mi è capitato tante volte di sentir dire a qualche sindaco, in presenza di casi di maltrattamento o abuso sessuale in danno di minori: “ma pure da noi accadono queste cose?” E non sono tenera perché “queste cose” non le trovi mai nella loro agenda politica, sono emergenze, seccature da delegare agli esperti, che se la vadano loro e il caso è chiuso. E non sono tenera perché, ancora, trattano la violenza domestica, fenomeno diffusissimo, come un fatto privato che riguarda chi lo compie e chi lo subisce e non la politica.
Registro, tuttavia, che vi sono delle punte avanzate, dei Comuni, e Marina di Gioiosa è tra questi, che stanno invertendo la tendenza. Sindaci illuminati che danno alle politiche sociali il giusto valore, che si interrogano, si informano, si interessano, promuovono esperienze di inclusione sociale. Forse non tutti sanno che a Marina di Gioiosa si fa progettazione urbanistica partecipata: allo stesso tavolo con ingegneri, geometri ed architetti siedono esperti di scienze umane. E oggi qui si sta compiendo un evento che, se ci pensate, fa un salto in avanti notevole in termini di civiltà. A prescindere da chi ricopre l’investitura di Garante.
Sarebbe una cosa molto bella se tutti i Comuni della Calabria emulassero questa iniziativa. Credete, ce n’è un estremo bisogno. I nostri bambini e le nostre bambine, i ragazzi e le ragazze vivono in un mondo globalizzato e complesso dove tutto e niente si assomigliano e persino il confine tra vita e morte è molto labile: ce lo dicono i comportamenti a rischio, anche tramite web (fenomeni come sexting, blu whale, cyberbullismo) il bullismo, l’alcolismo, le dipendenze, l’isolamento (Hikikomori: nome giapponese ma fenomeno mondiale: ragazzi e ragazze che si condannano agli arresti domiciliari e comunicano col mondo esterno solo tramite web), l’apatia e la depressione dilagano e l’età di esordio si abbassa sempre più. Questo abbiamo prodotto con l’atrofia del pensiero, col pensiero pensato. Dobbiamo riattivare nelle giovani generazioni la fiducia in se stessi e nel mondo attraverso un pensiero che non sia pensato ma pensante. Accompagnarli verso la condivisione delle regole e la comprensione del bene e del male in modo che abbiano effettivamente capacità di autodeterminarsi. A chi svolge il più importante dei compiti, che è quello educativo, e non mi riferisco solo agli insegnanti ma alla comunità educante, dico: è necessario che i ragazzi siano in grado di scegliere e quindi devono saper discernere. I diritti precedono i doveri proprio perché universali.”
Valentina Femia