Rossella Scherl
Quando diedero fuoco all’uliveto, il fumo mi entrò nei polmoni mandando in circolo la paura che annebbia il pensiero e paralizza. Il cuore singhiozzò per giorni, poi arrivò il grecale, s’infilò tra le tende, venne a cercarmi tra le lenzuola. Portò con sé odore di salsedine e zagara, ripulì l’aria e mi soffiò nelle narici senza fermarsi, fino a rianimarmi. Con un colpo di tosse, liberai la gola e mi rimisi in piedi. Ero ancora debole. Mi muovevo barcollante, inciampando nei ragionamenti dei cu’ to faci fare? che di giorno, stordendomi di lavoro, riuscivo ad ignorare, ma di notte, mi toglievano il sonno in cerca di una risposta, quella giusta, da usare come scudo.
E finalmente arrivò. Fu lei a venirmi a cercare, la prima notte di luna nuova. Era una vecchia, vestita di nero. Uno stecco di ossa e carne. Senza parlare, mi abbracciò con la forza di un ulivo millenario. La sua pelle profumava di olio essenziale. Mi tenne stretta finché la mia non ne assorbì fino ad esserne satura. Poi, arretrò di due passi, perché potessi leggerne la geografia del volto. Partendo dal mento, ne seguii i contorni; le asperità scolpite dal dolore; le ferite del tempo, dalla sorgente all’estuario; per arrivare agli occhi e restare ammagata dal suo sguardo bambino, dove imparai a nuotare, donna dentro donna. E mi ci riconobbi.
Mi svegliai all’alba. Stringevo in pugno un seme arcobaleno gonfio come un chicco di grano maturo. Lo piantai in un vaso di coccio, da tenere sul davanzale della finestra della mia camera da letto, come promemoria. Da quel giorno non ho mai smesso di prendermene cura, c’è dentro il coraggio, la forza per resistere, la volontà di andare avanti. È lì da sette anni e l’alimento a gocce di sudore: il mio, distillato di quell’olio essenziale, regalo della vecchia che sarà sempre l’ultima a morire. Senza, in quel vaso, non sarebbe nato neanche un filo d’erba. Mi ha dato sette fiori, uno per attentato. Fiore da fiore, sempre più forte, sempre più resistente, sempre più volitivo. Sempre più profumato di quell’abbraccio che ho scelto come scudo, su cui ormai rimbalzano tutti i ragionamenti dei cu’ to faci fare.
Si apre così “Fermo di penna” – con questo racconto, contributo di Rossella Scherl all’iniziativa degli “Scrittori calabresi per ‘A Lanterna” – lo spazio narrativo della stessa Scherl su www.fimminatv.it
Rossella Scherl – scrittrice
I semi della speranza,del coraggio e della consapevolezza del sè.