fermo di penna

 

 

 

 

 

 

 

CANNELLA
di
Rossella Scherl

Nella torta di mele, ci va la cannella? Le domande più assurde, nei momenti meno adatti, è così da quando avevo quattordici anni, da quando diedi il mio primo bacio. Notte di san Lorenzo, io e Marco, mano nella mano sul lungomare. Ci sediamo su una panchina lontana dai lampioni, lui allunga un braccio intorno alle mie spalle e mi attira verso di sé. Sento il cuore partire al galoppo. Chiudo gli occhi. Marco stampa la sua bocca sulla mia. L’emozione mi aggroviglia le budella. La sua lingua, con dolce insistenza, prova a farmi aprire le labbra ed ecco, un improvviso dilemma lampeggiarmi nel cervello: “È più ecologico fare il bagno nella vasca o farsi una doccia?”.
E quando sull’altare, mentre il sacerdote mi rivolgeva la formula di rito, in attesa di rispondere, cos’è che mi venne da chiedermi?: “Il lavaggio delicato a 30° per gli indumenti di seta, andrà bene anche per il rayon?”.
E adesso, adesso che sono qui, seduta da ore, a stringere mani, ricevere abbracci, baci, parole, la mia mente corre dietro la ricetta della torta di mele. È da sempre che la faccio senza cannella, ma la ricetta originale, quella che la mamma mi aveva dettato al telefono ai tempi dell’università, ce l’aveva o no la cannella?
Continuo a ricambiare abbracci, sguardi d’affetto e intanto corro dietro a mani che affettano chili e chili di mele, pesano zucchero e farina, imburrano teglie, regolano la temperatura del forno. Oh! dimenticavo le uova e una grattatina di limone e la bustina di lievito. Ma la cannella, ci va o non ci va? E vorrei che fosse già domani, che tutto si rivelasse un brutto sogno e che… La cannella mi invade la mente. Mi perseguita. È la mia àncora, non voglio lasci campo libero ad altri pensieri. Ne sento il profumo pungente su quello dei fiori, i tanti fiori dentro e fuori la camera. Continuo a stringere mani e a lasciarmi abbracciare, sacco vuoto vestito di nero, senza più lacrime.
Tuo padre ti accarezza i capelli. I nostri sguardi s’incrociano. Nel suo, leggo il baratro dell’averti perso. Non so cosa lui riesca a leggere nel mio, mentre, con in bocca un gusto amaro di cannella, penso che non preparerò mai più una torta di mele.

ross1