In un excursus storico-sociologico Enzo Romeo pubblica in contemporanea due libri di grande rilievo in particolare per la situazione che viviamo oggigiorno.
Da dove inizia l’Italia edito da Rubbettino e Salvare l’Europa, edizione AVE sono estremamente legati da un filo indissolubile che va dal microcosmo calabrese, o meglio locrideo, sino all’antico continente che è l’Europa, concepita in primis come dea e poi come “casa comune” che i popoli condividono.
In collaborazione con il Caffè Letterario Mario La Cava, Maria Teresa D’Agostino ha condotto la serata presso i locali del Bookstore Mondadori di Siderno, in un lungo e interessante dialogo col caporedattore e vaticanista del Tg2 RAI il quale, avendo un forte legame con la Calabria, ha posto la sua terra madre come punto primario della nascita storica e antropologica della nazione italiana.
Un appuntamento che ha abbracciato attualità e passato per comprendere la necessità di un risveglio dei calabresi su ciò che sarebbe opportuno cambiare e sistemare, partendo dagli scritti dei grandi viaggiatori del Gran Tour sino ai militari di epoca napoleonica e unitaria e agli anni Sessanta, che hanno visto la locride come una delle terre esotiche più belle d’Italia.
Partendo dal suo libro Dove inizia l’Italia, Romeo ripropone il pensiero di Plinio il Vecchio il quale scrisse che «persino i Greci, popolo assai prodigo di lodi solo verso se stesso, diedero un lusinghiero giudizio dell’Italia chiamando Magna Grecia una piccola parte del suo territorio». Una netta contrapposizione con la teoria di Auguste Crenzè de Lesser, viaggiatore ottocentesco che nel suo Viaggio in Italia aveva sostenuto che l’Europa terminava, e anche male, a Napoli e che nell’oltre campano iniziava l’Africa.
Un riscatto, quello di Romeo, del “nostro territorio”, ma anche un motivo di riflessione proposto dallo sguardo di europei che, al contrario di de Lesser, hanno toccato con mano la regione calabrese e che onestamente, nel raccontare la sua bellezza, hanno posto anche questioni sui limiti da superare. Dunque un quadro in cui il bianco e il nero si osservano continuamente delineando ognuno i due volti della Calabria, la luce e le ombre di un popolo che ha perduto, nel corso della sua storia, la sua anima e che dovrebbe uscir fuori dalla solitudine imposta dai “ritardi strutturali dipendenti dagli effetti subiti dal nostro territorio”.
Le letture di Rossella Scherl hanno aperto una finestra sugli scritti di questi più vari viaggiatori, da Piovene alle viaggiatrici alle quali Romeo dedica uno dei capitoli. Profonda la descrizione del primo che vede la Calabria come «la più strana delle nostre regioni», intervallata da paesaggi riecheggianti la Scandinavia e foreste di ulivi e canyon statunitensi dove pare che qualche divinità si sia divertita a riunire i detriti di mondi diversi. Soffermandosi sulle donne, invece, Romeo afferma come queste abbiano fornito della Calabria una visione ancor più profonda rispetto a quella dell’uomo esaminando anche la personalità dei suoi popoli.
Romeo fornisce così un’analisi complessiva non solo della Calabria, ma di tutto il continente. I viaggiatori infatti sono europei che hanno scrutato e scoperto questa terra, dunque contemporaneamente sono gli stessi calabresi ad essere richiamati a riscoprire l’Europa come casa comune.
Ed ecco il sottile filo che lega il primo libro al secondo, Salvare l’Europa, un saggio che svela la storia celata dietro il vessillo europeo, dal mito alla simbologia cristiana della Vergine sino ai grandi discorsi dei Papi e del Capo dello Stato Sergio Mattarella.
Il patrimonio culturale e la storia dei grandi popoli costituiscono l’identità dell’Europa il cui cuore pulsante è l’uomo stesso atto a costruire un futuro solido in cui le diversità non costituiscano paure, bensì cooperazione, collaborazione e interdipendenza. Tali obiettivi sono gli emblemi indispensabili per l’elaborazione di un futuro che mira alla risoluzione dei problemi tra i Paesi e nelle generazioni. Non si parla quindi più di distinte civiltà, bensì di unità territoriale e ideologica rappresentata sotto un unico vessillo.
Un iter che porta alla costruzione di ideologie quello costituito dai libri di Enzo Romeo la cui lettura potrebbe essere fatta conseguentemente per comprendere la complessità della situazione attuale partendo dal passato che diviene maestro del futuro. Da considerare come monito per le giovani generazioni obbligate a sconfinare e instaurare rapporti civili e lavorativi nel nuovo mondo globalizzato allungando lo sguardo oltre i confini regionali e nazionali, tuttavia mantenendo sempre solide le radici che hanno dato vita alla loro grande storia.
Cristina Caminiti