Giudiceandrea SIGiuseppe Giudiceandrea, convinto sostenitore della doppia preferenza di genere. Eletto nella circoscrizione Nord con 5.502 preferenze per la lista “Democratici Progressisti”, di cui è capogruppo. E’ segretario della Commissione speciale di Vigilanza. E’ alla prima legislatura regionale. E’ segretario della III Commissione consiliare “Sanità, Attività sociali, culturali e formative” e della Commissione speciale di Vigilanza.

Senza fare distinzioni di sesso ma parlando della sola concretezza di una norma paritaria, quanto potrebbe cambiare lo scenario dell’assemblea regionale più rappresentativa dei cittadini calabresi grazie alla introduzione della doppia preferenza, lasciando andare le quote rosa ma permettendo alle donne di candidarsi e quindi essere votate, valutate per il loro fare e non per il loro sesso?

Non credo che la sola doppia preferenza possa essere bastevole a garantire una presenza più significativa di entrambi i generi nel consiglio regionale calabrese, se non si mantengono i vincoli della paritaria presenza in lista. Ai furbi basterebbe non presentare donne nella loro lista per aver risolto alla radice il loro “problema”.

Invero, nei comuni ove l’obbligo di legge è stato già rispettato, la rappresentanza di genere è stata pressocchè assicurata. Dovrebbe bastare questo per smontare il ragionamento apodittico e volto alla tutela del “machismo” in politica, secondo il quale le “donne capaci si fanno strada da sole” senza bisogno di aiuti o scorciatoie. V’è purtroppo ancora bisogno di normative volte alla tutela di genere nel nostro Paese. Ed aggiungo purtroppo perché il primo indicatore della prossima società italiana, più matura e consapevole, dovrà essere proprio quello dell’assoluta indifferenza dei processi elettivi da norme di questo tipo. Ancora la strada è lunga, ma i primi timidi passi finalmente sono stati fatti. Bisogna procedere in questa direzione perché un paese che rinuncia alla forza propulsiva e di progresso delle donne, è un Paese destinato a soccombere.

 Si dice che le donne, numero maggiore di elettrici in Calabria rispetto agli uomini, abbiano però, in termini percentuali, meno interesse alla politica; l’ingresso di più donne in politica non permetterebbe alle donne di averne più interesse perché coinvolte e, una volta più attive, sostenere con maggiore convinzione e coinvolgimento anche  candidati uomini?

Spero non crediate per prime voi a queste leggende metropolitane, che non rendono onore alle Donne Calabresi, ma soprattutto all’intelligenza di chi le propone. Le calabresi, come le lucane, le piemontesi o le afghane si interessano di politica in egual misura degli uomini, né soffrono di alcuna sudditanza psicologica. Diciamo che se esse stesse facessero quadrato intorno alle candidate probabilmente queste avrebbero vita molto più facile nell’agone elettorale. Il problema sono i luoghi ed i tempi della politica : i partiti dovrebbero impegnarsi di più alla ricerca di luoghi e tempi più accessibili alle donne, con liturgie meno “machiste” e maggiormente vocate all’interesse collettivo che, come già ribadito sopra, non può prescindere dall’intelligente, coraggioso e produttivo apporto delle donne nella società, ad ogni livello.

 Insieme a questa norma di civiltà, non delle donne per le donne ma di scelta civile di una regione, quali, secondo lei, devono essere gli altri obiettivi che si devono raggiungere prima della chiusura di questo mandato elettorale dell’intero Consiglio regionale e quali sono quelle che sta per concludere o avviare lei direttamente?

Dobbiamo necessariamente approvare la legge di riforma elettorale, nella quale ritengo debba trovare posto la norma sulla doppia preferenza di genere, quand’anche si volesse accelerare ed approvarla ancor prima di una Legge quadro.

Personalmente poi sono dedicato all’approvazione di norme importanti, come quella della revisione dei vitalizi degli ex consiglieri regionali secondo il calcolo contributivo, come suggerito e quasi imposto dal presidente dell’Inps Boeri; la norma per l’istituzione della riserva naturale denominata “parco Caloria”, oltre a numerose leggi che vogliamo portare a termine prima di novembre 2019. Una cosa è certa : lavoreremo fino all’ultimo giorno di mandato per rendere onore al voto che ci è stato dato dai Calabresi.

 Quali, secondo lei, i demoni e i miracoli della politica calabrese che possono distruggerla o salvarla?

 Parliamo dei demoni : nutro profondo rispetto per chi fa politica da più tempo e non considero affatto un detrimento il carico di esperienze che viene da chi è più “anziano” da un punto di vista elettorale. Se poi vedo che dei 30 consiglieri regionali calabresi, solo 8 sono al secondo mandato, mentre ben 22 siamo di prima nomina, penso che la questione “anzianità” non sia un disvalore né un demone. Ritengo in tutta umiltà, invece che il demone assoluto di questa nostra regione sia rappresentato dall’innata voglia di cambiamento per il cambiamento. A volte a tutti i costi. Credo che i dati Istat e di tutti i rilevatori nazionali ed europei stiano dando ragione all’azione del governo Oliverio sotto ogni punto di vista. Il +3% dell’occupazione, il +38% delle esportazioni, la calabria prima nella spesa virtuosa dei fondi europei e finalmente non piu fanalino di coda nell’istruzione universitaria o sull’abbandono scolastico, sono indicatori di una tendenza di crescita inequivocabile, anche più alta e soprattutto continua di quella che ha caratterizzato fino alle ultime elezioni politiche l’intera nazione. Ecco, sarebbe un male che in virtù di una voglia di alternanza che ha solo prodotto disastri in 50 anni di regionalismo, i calabresi decidessero di non rinnovare la fiducia in Oliverio. I presidenti si votano anche per simpatia o antipatia personale, vanno sicuramente votati in base ai risultati acquisiti ed al successivo programma, ma non si può non votarli per il favore personale mancato…

 Il ruolo del consigliere regionale: il ruolo non è quello di un singolo uomo con il proprio profilo e sensibilità culturale e sociale, ma di una istituzione rappresentativa della popolazione calabrese tutta, non solo dei propri elettori; mediata dalla propria sensibilità ma sempre in ossequio della volontà sociale e civile. Abbiamo fiducia negli uomini calabresi in quella che non è una lotta delle donne per le donne bensì una crescita sociale che può portare solo benefici per tutti. Il suo punto di vista

Sono d’accordo in linea di principio. La realtà è che dal giorno successivo alla tua elezione sei solo a rappresentare e difendere te stesso, la tua storia anche politica la tua dignità. Se riesci a farlo in modo decoroso o eccezionale hai solo reso un servizio decoroso o eccezionale al popolo che ti ha onorato del suo voto.

 Domanda rivolta a tutti i consiglieri: Si o NO? La sua dichiarazione di voto sulla doppia preferenza

Sono stato il primo a dire SI. Se dicessi di no mia madre scenderebbe dai campi elisi per farmi un ultimo affettuoso palliatone (completando il lavoro iniziato a quel punto da mia moglie, da Nina, dalle mie tre figlie e, in modo dolorosissimo, dalle mie quattro sorelle).