Paolo-ParentelaIl caso del mancato pagamento delle spettanze ai dipendenti che operano nell’impianto di depurazione consortile, a contrada Coda di Volpe a Rende, pone un ulteriore problema nella spinosa questione della depurazione delle acque reflue dell’area urbana. L’interrogazione presentata dal portavoce alla Camera, Paolo Parentela, al ministro dell’Ambiente rispetto alle analisi effettuate con la campagna del M5S Europa “Punto zero acqua”, non vuole certo buttare in cattiva luce il lavoro portato avanti dai dipendenti dell’impianto di depurazione. Bensì cerca di risolvere un problema che è il segnale più evidente di una cattiva gestione manageriale che va ad incidere negativamente sulla salute dei cittadini e sui diritti dei lavoratori. L’interrogazione portata avanti dal Movimento 5 Stelle cerca appunto di trovare una soluzione che vada nella direzione tanto della tutela dell’ambiente quanto nella rivalutazione della gestione dell’impianto. Quello che ci chiediamo è a che gioco stanno giocando i sindacati e il management aziendale. Solo oggi, infatti, dopo i riflettori accesi dai portavoce M5S, viene alla luce l’insofferenza dei dipendenti, che da mesi non percepiscono le spettanze. I cittadini pagano i tributi eppure le acque continuano ad essere inquinate e i lavoratori non ricevono lo stipendio. Il Movimento 5 Stelle non può esimersi dal denunciare le condizioni allarmanti delle acque analizzate, ma nello stesso tempo è pienamente vicino e solidale ai dipendenti e alle loro famiglie. Serve un’operazione verità sull’impianto di Coda di Volpe, un’operazione trasparenza sulla sua gestione, come su quella del Consorzio Valle Crati. Questa nostra battaglia è dalla parte dei cittadini tutti, anche di quella dei lavoratori.