Sul disegno di legge “Concretezza” Flora Sculco si pronuncia nel sollecitarne la strada senza trascurare il vero senso di una cambiamento nella PA. Aggiungere personale, questo il programma del disegno di legge, alla pubblica amministrazione, non solo come aumento del numero dei dipendenti ma come cambiamento anche del comportamento degli stessi; dinamismo e digitalizzazione, chiarezza quindi e trasparenza, servizi veloci grazie alla digitalizzazione ma anche percorsi di carriera che premino i più efficienti, questo in sintesi il messaggio di Sculco che così specifica:
“Tra i temi del dibattito pubblico molti lasciano perplessi per le note difficoltà di compatibilità finanziaria, ma uno ritengo sia davvero urgente e mi sento di sollecitarne l’attenzione, avendo sotto gli occhi il cattivo funzionamento della pubblica amministrazione e gli effetti negativi che si ripercuotono sul conseguimento degli obiettivi politici programmatici (nazionali, regionali e locali) e sui cittadini. Senza un’amministrazione pubblica efficace ed efficiente nessuna riforma può sperare di ottenere risultati. Perciò – asserisce la consigliera regionale di Calabria in Rete Flora Sculco – condivido gli obiettivi che si prefigge di conseguire la ministra Giulia Bongiorno col suo disegno di legge “concretezza” che, per il 2019, prevede l’assunzione, visto il blocco del turnover che risale al 2008 e l’invecchiamento del personale, di 450 mila nuovi dipendenti nella pubblica amministrazione. Tuttavia, come spiegano gli analisti de ‘Lavoce.info’, pur condividendo che il totale dei dipendenti pubblici in Italia è il più basso in Europa, perché l’operazione ‘concretezza’ non degeneri in nuovo assistenzialismo e clientelismo, è necessario ‘anche incrementare l’efficienza e la qualità dei servizi offerti, attraverso la valutazione di performance del personale e stipendi che siano, almeno in parte, legati al raggiungimento di obiettivi strategici. La valutazione di performance infatti – spiegano gli analisti – non solo introduce un sistema di incentivi per i lavoratori, ma dà alle risorse umane una struttura oggettiva di dati con cui stabilire eventuali passaggi di carriera o scatti di stipendi, che possono quindi avvenire con meno discrezionalità’. E’ altresì auspicabile – aggiunge Flora Sculco – che, ma nel disegno di legge la questione è presente, si acceleri sul processo di digitalizzazione della pubblica amministrazione che vede l’Italia in posizione nettamente arretrata. A me pare che, se il Parlamento trova il tempo e il buon senso necessari per mettere mano con rigore e responsabilità alle incongruenze oggettive della macchina pubblica, si potrebbe, nonostante il clima politico tempestato da polemiche che lasciano interdetti i cittadini, incidere proficuamente in un settore che, al momento, frustra la buona volontà dei dipendenti pubblici a fare di più e meglio e non consente all’Italia di dotarsi di una pubblica amministrazione all’altezza dei tempi e delle sfide in atto”.