“Non sapevo fosse reato”, “Era solo uno scherzo”, “Tanto lo fanno tutti”: è tra queste frasi che si insinua il rischio più grande per i giovanissimi. Un pericolo che la Camera Minorile “Malala” di Palmi affronta con decisione, continuando il suo impegno nelle scuole della Piana di Gioia Tauro per educare ragazzi e ragazze a un uso consapevole e sicuro del web.
Oltre il 90% degli adolescenti italiani è online ogni giorno, e il 98% possiede almeno un profilo social. Una connessione costante che rappresenta sì un’enorme opportunità, ma anche una porta spalancata su rischi concreti: bullismo virtuale, diffusione di contenuti illeciti, reati spesso sottovalutati perché percepiti come banali scherzi. Da qui nasce il progetto della Camera Minorile, itinerante e strutturato in una serie di incontri formativi che affrontano, con un linguaggio diretto e accessibile, le insidie della rete.
L’ultima tappa si è svolta il 9 aprile all’Istituto “Severi” di Gioia Tauro, davanti a oltre duecento studenti. Dopo i saluti istituzionali della professoressa Domenica Velardo, ha aperto i lavori l’avvocata Carmelita Alvaro, presidente della Camera Minorile, che ha sottolineato quanto sia urgente educare a un approccio critico e vigile verso il mondo digitale, spesso vissuto dai più giovani con un’intensità che supera quella della realtà quotidiana.
A seguire, l’avvocata Francesca Morabito ha illustrato i principali reati legati all’uso improprio del web, con un focus sul cyberbullismo, affrontando sia il punto di vista di chi subisce che quello di chi compie la condotta. L’avvocata Antonella Luppino ha approfondito gli aspetti giuridici, spiegando cosa prevede l’ordinamento in termini di sanzioni, tutela dei diritti e protezione delle vittime. L’intervento dell’avvocata Caterina Bonarrigo ha poi acceso i riflettori su due fenomeni gravissimi – la detenzione e la diffusione di materiale pedopornografico – troppo spesso banalizzati o ignorati nella loro portata penale e sociale. Lo psicologo Francesco Lando ha chiuso il ciclo di interventi analizzando le ripercussioni psicologiche legate all’abuso del web: disturbi del sonno, stati depressivi, discontrollo emotivo e una crescente diseducazione affettiva e sessuale.
Attraverso esempi concreti e testimonianze dirette, i relatori hanno saputo catturare l’attenzione delle classi prime, offrendo strumenti chiari per individuare i segnali di pericolo e per evitare comportamenti che possono avere conseguenze gravissime, anche sul piano penale. Centrale il messaggio che è emerso: conoscere la legge e le sue conseguenze può fare la differenza, diventando un vero e proprio strumento di autodifesa.
È stato inoltre ribadito il ruolo fondamentale della scuola, seconda agenzia educativa dopo la famiglia, nella costruzione di una cultura della legalità. Un compito che richiede collaborazione, continuità e presenza sul campo. Ed è proprio questo lo spirito del percorso formativo promosso dalla Camera Minorile “Malala”: un’iniziativa strutturata in due fasi, con un primo momento di incontro e confronto e una seconda parte in cui sono gli stessi studenti a diventare protagonisti, rielaborando quanto appreso attraverso video, testi, disegni e altre forme creative. I risultati finali vengono poi discussi pubblicamente in presenza di esperti.
Numerosi gli istituti coinvolti: tra le scuole secondarie di primo grado figurano l’Istituto Comprensivo “De Zerbi – Milone”, l’Istituto Comprensivo “San Francesco” e quello di Melicucco; tra le scuole superiori, l’Istituto “Einaudi – Alvaro” e il Liceo “Pizi” di Palmi, l’Istituto “Renda” di Polistena, l’Istituto “Araniti” di Reggio Calabria e l’Istituto “Gemelli Careri” con le sedi di Oppido e Taurianova.
Il progetto è stato reso possibile grazie all’impegno appassionato dei soci della Camera Minorile: Carmelita Alvaro (presidente), Valeria Capua, Antonella Luppino, Francesca Morabito, Domiziana Pezzani, Salvatore Impusino, Carmen Gualtieri, Leda Badolati, Maria Lucia Zaccuri, Maria Annunziata Gioffrè, Caterina Bonarrigo, Daniela Carbone e Maria Chiara Zampogna. Hanno preso parte anche esperti esterni, tra cui lo psicologo Francesco Lando, l’educatrice Antonietta Silipigni, il Maresciallo Marco Spada, il Capitano Samuele De Cinto e la psicologa Fabiana Minutolo.
Educare al digitale non è un compito da delegare, ma una responsabilità collettiva. Perché ogni messaggio inviato, ogni contenuto condiviso, ogni parola scritta online lascia un segno – e i segni, nel bene e nel male, restano.
Deborah Serratore