Un servizio essenziale e delicato a favore delle fasce deboli che per vari motivi passano per le strutture ospedaliere dei Riuniti e del Morelli è da oggi completamente azzerato. Dei quattro assistenti sociali che fino al 2018 avevano garantito il servizio era rimasta solo una unità che nei prossimi giorni andrà in pensione lasciando completamente scoperti i due presidi ospedalieri e tutta quella utenza più fragile che aveva in queste figure professionali dei punti di riferimento preziosi per le loro richieste di aiuto. Per comprendere l’importanza di questo servizio basti leggere i numeri relativi alle prestazioni sociali effettuate in questi anni a favore di soggetti vulnerabili come donne vittime di violenza, anziani soli, extracomunitari, persone con disabilità, tossicodipendenti, persone con malattie invalidanti, tutte bisognose di prese in carico da parte della rete dei servizi territoriali. L’intervento del servizio sociale ha assicurato continuità assistenziale collegandosi con i servizi post ospedalieri, favorendo il trasferimento dei pazienti ad altre istituzioni ed accompagnandoli nel passaggio ad altri livelli di cura, riducendo i tempi dell’ospedalizzazione mettendo a fuoco i problemi relazionali quali la solitudine, il disinteresse dei parenti, le paure non espresse per cui il servizio sociale è intervento come connettore di rete, favorendo momenti di contatto tra i malato e i suoi familiari attraverso l’ascolto, oltre che a fornire informazioni sulle risorse d’appoggio presenti sul territorio. Particolarmente delicato il servizio che ora viene meno, quelle delle donne che chiedono l’interruzione della gravidanza e che trovavano nel servizio sociale uno spazio di ascolto e di sostegno a prescindere della loro scelta di abortire o di continuare la gravidanza sapendo di potere contare su una rete di sostegno sul territorio.
Con la legge n. 328/00 (legge quadro), lo Stato conferma la volontà di perseguire l’obiettivo della salute dei cittadini, disponendo che gli interventi di natura sociale avvengano a forte integrazione con quelli sanitari.
L’art. 22 stabilisce che, tra i servizi essenziali che lo Stato è obbligato a garantire ai cittadini, vi è il Servizio Sociale Professionale, il quale riconosce la centralità delle competenze e delle funzioni dell’Assistente Sociale, professionista che si prende cura del disagio dell’individuo, della famiglia e/o della comunità.
IL CENTRO COMUNITARIO AGAPE CHIEDE AL COMMISSARIO COTTICELLI DI INTERVENIRE CON URGENZA PREVEDENDO LA COPERTURA DEGLI ORGANICI ATTRAVERSO l’ASSUNZIONI IN TEMPI CERTI DI UN NUMENRO IDONEO DI ASSISTENTI SOCIALI IN GRADO DI OFFRIRE QUELLE PRESTAZIONI SOCIALI CHE LE DUE STRUTTURE OSPEDALIERE HNNO L’OBBLIGO DI EROGARE PER GARANTIRE IL DIRITTO
ALLA SALUTE ED AL BENESSERE FISICO E MENTALE DEI CITTADINI PIU’ FRAGILI CHE TRANSITANO DA QUESTI PRESIDI
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