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Il filosofo illuminista svizzero Jean-Jacques Rousseau disse: <>. Infatti, già nel diciottesimo secolo si faceva strada il pensiero che era la forza ad avere il sopravvento sul diritto, si avvalorava cioè la tesi secondo cui prevaleva ovunque la legge del più forte. Fortunatamente, col tempo, vi fù un’evoluzione della società stessa: gli uomini riuscirono a legittimare il concetto della proprietà e riuscirono a sostituire la forza con il diritto, dando così voce -finalmente- al cittadino. Con questo breve preambolo e facendo una comparazione con i giorni nostri ed, in particolare, con la nostra realtà bovalinese, appare lecito fare un parallelismo, infatti, il paese si trova stretto da tempo (almeno un ventennio !) in una sorta di morsa azionata inconsciamente da una sedicente classe culturale e politica completamente asservita al potere economico e sociale del momento, che lo opprime e lo condiziona facendo sì che, anzichè favorire la tutela degli interessi della collettività come sarebbe giusto e d’obbligo pensare, si continui a privilegiare l’interesse del privato, o di parte. Partendo dal presupposto che non si può lasciare un’istituzione senza via d’uscita e poichè è passato quasi un anno dall’insediamento della commissione straordinaria (siamo quindi più o meno a metà del loro mandato), appare necessario fare il punto della situazione del quadro politico che si và delineando in proiezione elettorale. Memori degli insegnamenti passati, immaginiamo sin d’ora i comportamenti astrusi e gretti dei “vecchi marpioni” della politica locale che, come birilli, salteranno fuori al momento opportuno, propinando a destra e a manca false promesse e reali inganni per cercare di portare a loro favore il risultato elettorale, facendo così ripiombare il paese in una sorta di purgatorio che sembra non avere mai fine. Ma fortunatamente, oggi, il popolo bovalinese è più maturo e consapevole del valore del proprio passato e saprà sicuramente scegliere un cammino compatibile con la propria identità sia storica che culturale; infatti è ormai chiaro che un paese privo di identità sarà sempre un paese di second’ordine, privo di ambizioni e senza futuro. Pertanto, proprio per scongiurare questo pericolo, è necessario mettere definitivamente in soffitta i vecchi “giocattoli” (ovvero i politicanti superati), in maniera da evitare che possano ancora una volta nuocere al paese ed alla sua comunità. D’altronde, i fatti testimoniano che sin dallo scioglimento del consiglio comunale e della conseguente nomina dei commissari prefettizi, un po’ tutte le componenti del tessuto sociale hanno dato la propria disponibilità a collaborare per far uscire il paese dal tunnel in cui gli eventi lo hanno fatto precipitare, ma in realtà chi in tutti questi mesi ha fatto seguire i fatti alle parole ?. Al momento si registra solo il consueto attivismo propositivo e partecipativo manifestato dal movimento politico-culturale Agave che, in linea con il loro slogan #ideeincammino, stà continuando ad elaborare idee, progetti e programmi che, in un’ottica a più ampio respiro, hanno come unico obiettivo quello del conseguimento del benessere della collettività. A questi, nel frattempo, si è aggiunto un nutrito gruppo di Associazioni di volontariato ed Enti di vario genere (anche a carattere religioso e scolastico) esistenti sul territorio, che si sono dimostrati particolarmente attenti e sensibili alle problematiche che affliggono soprattutto i più deboli ed indifesi. Sono loro, che con un lavoro sinergico hanno dato il giusto impulso per far viaggiare il paese sui binari della ripresa seppur ancora troppo lenta. Agave e le Associazioni, hanno assunto subito un atteggiamento maturo e responsabile che ha permesso, in collaborazione con i commissari, di fornire un utile contributo sia nelle scelte che nell’indirizzo della vita sociale del paese che, altrimenti, sarebbe ancora intento a leccarsi le ferite. E’ ovvio, i risultati al momento non sono tali da giustificare un clima di particolare enfasi, anzi, tanto c’è da fare e da sistemare, ma nel frattempo la politica cosiddetta tradizionale dov’è ? e soprattutto cosa fà ?. Il tentativo nei mesi scorsi di costruire un patto sociale è malinconicamente fallito ancor prima di nascere; la disgregazione irreversibile dei vari partiti e partitini con numeri da prefisso telefonico è un dato di fatto inconfutabile ed ha ridotto la politica ad un mero lumicino; gli atavici giochi di potere messi in campo dai singoli hanno dato sfogo, al momento, solo alle personali ambizioni di potere. Se è questo lo scenario che si presenterà nei prossimi mesi, è chiaro che il cittadino ha tutto il diritto e l’interesse di dire “basta” alle false promesse fatte da coloro che hanno una concezione padronale della politica, ma soprattutto della cosa pubblica. Comunque, l’augurio è che ognuno possa fare la propria parte nel pieno rispetto delle regole e della democratica convivenza, perchè è solo cosi che Bovalino potrà ritornare a sperare di avere un futuro sicuro e naturalmente migliore.