Tra le migliaia di messaggi ricevuti in queste settimane di drammatica emergenza sanitaria, il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha particolarmente apprezzato e scelto il videomessaggio di Pasquale Brancatisano, il partigiano “Malerba” di Samo (in provincia di Reggio Calabria).
La telefonata ha messo in contatto diretto il Presidente Mattarella con Malerba; l’uno ha ringraziato l’altro con parole semplici e dense di significato ed insieme hanno parlato dell’emergenza e della necessità di un impegno comune per restituire all’Italia speranza e futuro, accomunati dal ricordo di un’altra drammatica emergenza, dalla quale l’Italia uscì, grazie all’impegno di uomini (e donne) come il partigiano di Samo. Oggi, grazie al Presidente della Repubblica, il volto e le parole di Pasquale Brancatisano sono entrati nelle case di milioni di italiani, grazie al giusto risalto che immediatamente è stato dedicato dai principali organi di informazione. Ma la storia, semplice ed esemplare, del partigiano calabrese merita di essere meglio conosciuta.
Pasquale Brancatisano conobbe, come milioni di italiani, il dramma della guerra (di una guerra ripudiata) attraverso la cartolina di richiamo alle armi del 7 gennaio 1941 (era nato a Samo nel dicembre del 1920) e dalla Calabria, da
contadino semi-incolto, dovette partire, avendo maturato la consapevolezza politica che lo portava a sognare “giustizia e libertà).
L’8 settembre del 1943 si trovava in Francia con il suo reparto dell’esercito quando decise , insieme ad altri commilitoni, di buttare via la divisa e di fuggire dalla Francia, rischiando la propria vita. Giunto in Italia, dopo un lungo pericoloso viaggio a piedi, nei pressi di Cuneo, aderì ad una formazione partigiana (brigata Garibaldi), nella quale militò fino alla Liberazione, assumendo il nome di Malerba (in paese da ragazzo veniva chiamato “mala
erba”). Finita la guerra, ritornò in Calabria, dove vive tuttora nel suo paese, insieme al figlio Pietro, alla nuora Paola Raso ed ai nipoti Agata Maria, Angela e Pasquale. Scoppiata l’emergenza sanitaria, Pasquale ha vissuto e vive, come
milioni di italiani, questa fase drammatica attraversata dall’Italia e da partigiano, con il suo eterno fazzoletto al collo (regalatogli dall’ANPI di Reggio Calabria in occasione del conferimento della “Medaglia della Liberazione), ha deciso di rivolgersi direttamente al “suo” Presidente Mattarella (grazie ai suoi familiari, nipotini compresi, capaci di confezionare un video messaggio) , pronto, ancora una volta, all’età di quasi 99 anni, a spendersi, come fa l’Italia
migliore, per contribuire ad una nuova rinascita dell’Italia.
Il Presidente dell’ANPI di Reggio Calabria ha subito ringraziato, con un proprio messaggio, il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, al quale sarà inviato il bel libro con il quale Mattia Milea, insegnante alla sua prima
esperienza letteraria, ha voluto far conoscere la bellissima storia dell’impegno partigiano di Pasquale Brancatisano (“Dalla Calabria alle Langhe. Il combattente Malerba racconta la sua lotta partigiana”, Disoblio Edizioni, 2016).
Reggio Calabria 4 aprile 2020
Per la Segreteria Provinciale
dell’ANPI di Reggio Calabria
Sandro Vitale