E’ bello poter partecipare ad un evento che parli di altro che non siano i problemi, piccoli ed enormi insieme, della nostra piccola terra di confine. Non che non sia importante farlo ma, per risolvere i “propri” problemi, occorre contestualizzare la “propria” area in uno spettro geografico e sociale più ampio. Per non commettere almeno, l’errore di credere che l’intero mondo sia confinato nella nostra piccola fetta di terra. Così ho partecipato con gran piacere all’incontro svolto in una piccola libreria dalla grande dignità culturale, che ospita spesso dibattiti di ampio respiro. Presso Mag – ladra di libri – a Siderno, con Maria Antonella Gozzi e insieme all’organizzatrice Federica Roccisano, giovane donna dal curriculum politico e professionale già di gran rilievo, ho affrontato insieme ad altri il grande tema dell’Agenda 2030 e dei suoi “goal”, gli obiettivi da raggiungere entro la data non così lontana, per poter dichiarare che il nostro mondo non sta davvero andando alla deriva.
L’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile, infatti, è un programma d’azione per le persone, il pianeta e la prosperità sottoscritto nel settembre 2015 dai governi dei 193 Paesi membri dell’ONU.
I Goal sono 17, obiettivi per lo Sviluppo Sostenibile – “Sustainable Development Goals, SDGs” per un totale di 169 ‘target’ o traguardi.
Un obiettivo, più obiettivi, dalla grande aspettativa, indispensabili però per la nostra sopravvivenza; la lotta alla povertà, l’eliminazione della fame e il contrasto al cambiamento climatico, per citarne solo alcuni. ‘Obiettivi comuni’ significa che riguardano tutti i Paesi e tutti gli individui: nessuno ne è escluso, né deve essere lasciato indietro lungo il cammino necessario per portare il mondo sulla strada della sostenibilità.
A me il compito di trattare il goal 5, la parità di genere. Il tempo però era troppo breve per affrontare tutte le sfumature della questione e quindi mi sono presa il mio spazio di direttore (concedetemi l’uso del potere affidatomi dalla legge, nel mio piccolo mondo di FìmminaTV) per non trascurare l’argomento.
L’Europa e l’Agenda 2030.
Dunque. La mia formazione nasce e vive sul diritto comunitario e da lì sono partita nell’analisi della situazione. L’Unione europea, a parer mio grande struttura di garanzia dei diritti umani e struttura istituzionale che a livello globale comincia a dare fastidio a molte potenze, non solo ha sposato l’Agenda 2030 ma, avendo nel suo dna una grande attenzione alla tutela dell’ambiente e alle esigenze sociali, ha lavorato alla migliore attuazione della stessa. Entro la metà di quest’anno.
E’ stato studiato l’approccio alle modalità di attuazione a livello dell’UE che riguardano le prossime tappe, i mezzi e le risorse necessari, il modo in cui gli attori multilaterali possono essere coinvolti e le misure per il monitoraggio e la valutazione futuri.
L’ UE sottolinea l’importanza di conseguire lo sviluppo sostenibile in tutte e tre le dimensioni (economica, sociale e ambientale) in modo equilibrato e integrato. È essenziale per l’Unione che lo sviluppo sostenibile sia integrato in tutti i settori d’intervento e che la stessa sia ambiziosa nelle politiche di cui si serve per affrontare le sfide globali.
Entro la metà del 2018 quindi, sarà avviata una strategia di attuazione completa di tempistiche, obiettivi e misure concrete per attuare l’Agenda 2030 in tutte le politiche dell’UE. La Commissione dovrebbe inoltre individuare entro la stessa data le lacune per le quali l’UE deve fare di più entro il 2030 nell’ambito delle politiche, della legislazione, delle strutture di governance a fini di coerenza orizzontale e dell’attuazione.
L’UE invita gli altri Stati membri delle Nazioni Unite e tutte le parti interessate, tra cui la società civile e il settore privato, a contribuire all’attuazione dell’Agenda 2030. Non passi inosservato questa fase, fondamentale per le politiche dell’Unione che da sempre in molti si sforzano di diffondere in modo ampio e partecipato da parte della popolazione. Le istituzioni comunitarie, all’atto di approvazione delle linee indicative per la produzione legislativa comunitaria, aprono sempre i periodi di consultazione, che in molti non conoscono, per favorire la diretta partecipazione dei cittadini e delle organizzazioni sociali. Strumento che dovrebbe essere sfruttato con maggiore enfasi.
Ma andiamo a noi. Cosa si prefigge il Goal 5?
Nel prendere visione dei singoli punti del goal 5 mi sono imbattuta nel problema principe dell’ONU, la traduzione letterale. Quanto può essere importante tradurre nel modo corretto il testo inglese che poi deve essere recepito e valutato dalle altre Nazioni prima della votazione? È di fondamentale importanza, eppure in italiano il testo, in diverse versioni, non traduce letteralmente i punti, anzi, in alcuni casi li omette:
Come nel goal 5.3 “Eliminate all harmful practices, such as child, early and forced marriage and female genital mutilation” che in Italia diventa: “Eliminare tutte le pratiche dannose, come i figli indesiderati, il matrimonio precoce e forzato e le mutilazioni genitali femminili “ dove in alcuni testi il figlio indesiderato non viene inserito. Mi sono chiesto se such as child significhi figli indesiderato oppure le pratiche del parto, che anche in paesi “civili” come il nostro mettono la donna in condizioni di quasi torture in sala parto (cercate abusi in sala parto). Convenienza di politica interna tutta italiana sulla guerra recente rispetto alla legge 194/78? Non è dato sapere.
Come la difficoltà letterale della traduzione del punto 5.c “Adottare e rafforzare politiche vigorose e norme applicabili per la promozione della parità di genere e (l’empowerment ossia la forza, l’autostima, la consapevolezza ) il maggior potere di tutte le donne e le ragazze a tutti i livelli”. Tra parentesi la traduzione “altra” che fa assumere al testo una connotazione molto diversa. Testo originale “Adopt and strengthen sound policies and enforceable legislation for the promotion of gender equality and the empowerment of all women and girls at all levels”
Dopo questa immane fatica sul senso delle parole, diamo lettura del goal e facciamo una disamina sullo stato di attuazione, almeno qui da noi.
Goal 5: Raggiungere l’uguaglianza di genere ed emancipare tutte le donne e le ragazze
Condivido con grande interesse la distinzione tra donne e ragazze, che è una distinzione, almeno io la vedo così, non solo tra adulti e minori ma tra una consapevolezza di sé già formata, nel bene o nel male, ed una che si sta formando, dalla estrema delicatezza e dalla prospettiva sociale di vitale importanza. Non problemi da risolvere ma problemi da evitare.
5.1 Porre fine a tutte le forme di discriminazione nei confronti di tutte le donne e le ragazze di tutto il mondo
Perché anche nel mondo più “civile” la donna è donna, ha la sua distinzione nei rapporti lavorativi, vergogna moderna; in quelli sociali, ne è la soluzione prima di qualsiasi politica; negli episodi di violenza, ne è il capro espiatorio, i suo atteggiamenti hanno portato a… femminicidio, violenza sessuale, violenza verbale; nella politica, violenza politica (si, violenza politica, i termini e le volgarità verso una donna impegnata in ruoli istituzionali hanno l’asticella della tollerabilità più alta)
5.2 Eliminare tutte le forme di violenza contro tutte le donne e le bambine nella sfera pubblica e privata, incluso il traffico sessuale, lo sfruttamento sessuale e altri tipi di sfruttamento
Qui non mi inserisco nemmeno, se pensiamo a quanto stiamo ancora lottando per femminicidi, bassa tutela della donna nella fase di prevenzione del crimine, prostituzione, allegramente gestita da uno Stato maschilista, la bassa retrinuzione a parità di incarichi …ditemi se non è sfruttamento questo.
5.3 Eliminare tutte le pratiche dannose, come i figli indesiderati, il matrimonio precoce e forzato e le mutilazioni genitali femminili
Qui vado cauta, considerata la traduzione che diventa per l’aborto, nella prima interpretazione di quello che evidentemente era un tema esistente ma in alcuni testi italiani dimenticato. Tema delicato ma intoccabile, in quella che è stata una conquista femminile di 40 anni fa e che in alcuni Stati è diventata solo oggi realtà. E sul quale si aprono numerosi argomenti che stiamo già trattando e sui quali vi terremo aggiornati. Sull’argomento il nostro incontro alla Casa delle Donne di FìmminaTV lo scorso 22 maggio :
Se invece la traduzione intende la nascita dei figli, quindi il parto, è da aprire la questione della distribuzione gratuita dell’epidurale, dove richiesta e non a pagamento. E il caso della violenza sempre più denunciata in sala parto, dove devi essere fortunata a incontrare un team dedicato al tuo parto dalla vocazione umana e non dalla pretestuosa convinzione che sei solo lo strumento per l’arrivo di tuo figlio. Il momento più bello e difficile per una donna e il suo bambino che diventa una tortura e il peggior modo per il primo incontro tra una madre e suo figlio, si, perché anche lui assorbirà il dolore della madre, con il suo primo tocco e le sue prime sensazioni.
5.4 Riconoscere e valorizzare l’assistenza e il lavoro domestico non retribuiti attraverso la fornitura di servizi pubblici, infrastrutture e politiche di protezione sociale e la promozione della responsabilità condivisa all’interno del nucleo familiare, secondo le caratteristiche nazionali
Vogliamo farci una risata? Coi consideriamo ancora paese “civile”? Abbiamo ancora lontanamente ottenuto risultati? Stiamo lavorando ognuna nel suo piccolo sulla responsabilità condivisa all’interno del nucleo familiare, con più successi di quanto non ce ne siano nella sfera pubblica, che lascia la donna nella sua responsabilità patriarcalmente attribuitole dalla notte dei tempi.
5.5 Garantire alle donne la piena ed effettiva partecipazione e pari opportunità per la leadership a tutti i livelli del processo decisionale nella vita politica, economica e pubblica
Se altrove la donna non può votare, qui da noi non può accedere se non con lasciti di “liberalità” a ruoli apicali nella politica, nella gestione della cosa pubblica, nella sfera manageriale. Se ce la fa deve dimostrare di essere all’altezza di un uomo, ma produrre di più e arrivando all’apice della sfera manageriale comunque percepire stipendi inferiori.
5.6 Garantire l’accesso universale alla salute sessuale e riproduttiva e ai diritti riproduttivi, come concordato in base al “Programma d’azione della Conferenza Internazionale sulla Popolazione e lo Sviluppo”[3] e la “Piattaforma di Azione di Pechino”[4] ed ai documenti finali delle loro conferenze di revisione
Salute sessuale e riproduttiva, che non viene garantita più da campagne di prevenzione, da garanzie di realizzabilità nelle strutture sanitarie pubbliche, che per loro stessa vocazione pubblica DEVONO GARANTIRE la non obiezione di coscienza. La chiusura sempre più massiccia dei consultori familiari, baluardo di protezione e prevenzione, di cura e di ascolto!
5.a Avviare riforme per dare alle donne pari diritti di accesso alle risorse economiche, come l’accesso alla proprietà e al controllo del territorio e altre forme di proprietà, servizi finanziari, eredità e risorse naturali, in accordo con le leggi nazionali
Sembra che qui siamo già molto avanti rispetto ai paesi in via di sviluppo, ma è davvero così?
Davvero una donna, per ipotesi, una casalinga, ha riconosciuto il suo valore economico? Ha o può avere proprietà, è vero, ci mancherebbe. Può avere però un peso nell’economia del paese? (cura dei figli, costo ora/servizio; cura degli anziani costo ora/servizio; costo fornitura alimentare, costo ora/servizio, costo servizi domestici, pulizia, stiratura, rammendi costo ora/servizio), quanto vengono valutati nel mercato? E perché le casalinghe in età pensionabile stanno morendo di povertà? Riflettiamoci.
5.b Migliorare l’uso della tecnologia abilitante, in particolare la tecnologia dell’informazione e della comunicazione, per promuovere la conquista dell’autonomia e della responsabilità delle donne
Quanto si sta facendo per permettere l’accesso alle tecnologie digitali e informatiche per un collocamento professionale con il telelavoro? Quanto potrebbe diventare importante la partecipazione femminile agli studi scientifici? Non si per quale motivo ancora quasi appannaggio maschile, soprattutto nelle scienze matematiche e fisiche …si ci sono donne …ma perché sempre meno degli uomini? Chi mette in testa ad una ragazza che non è portata alla matematica ma che le poesie le può scrivere bene?
5.c Adottare e rafforzare politiche vigorose e norme applicabili per la promozione della parità di genere e (l’empowerment ossia la forza, l’autostima, la consapevolezza ) il maggior potere di tutte le donne e le ragazze a tutti i livelli
Anche qui traduzione ambigua ma certa in una cosa, la consapevolezza, magnifico termine che indica il sapere chi sei e cosa vuoi. Ebbene, spingiamo al letteratura di genere, alla lettura del progresso femminile nel mondo, ogni ragazza ne trarrà grande forza.
Eccoci qua, i punti sono finiti…. Non ne usciamo tanto bene, non dobbiamo raggiungere obiettivi solo nelle fasce di un mondo ancora in via di sviluppo ma anche in quello che si ritiene essere sviluppato e che ha meno alibi per non aver risposto nel modo corretto a questo goal. Il mondo intero si sta evolvendo, metà della terra è formata da popolazioni giovanissime e numerosissime. Una pressione sociale che sta sfogando in piccoli geyser la sua pressione. Se non partecipiamo attivamente al raggiungimento degli obiettivi dell’Agenda 2030 vivremo una implosione senza precedenti, difficile, davvero difficile da gestire. Cominciamo a cambiare le cose, prendiamo il quinto goal e applichiamolo, facciamolo applicare punto per punto, giorno per giorno.