Escluso il Premio Corrado Alvaro. Dubbio sul La Cava: si farà?
È sembrato quasi uno scherzo quando la Regione Calabria, pubblicando i risultati del “Bando Cultura-annualità 2019”, elaborato dal Dipartimento Istruzione e Attività Culturali della Regione Calabria, ha deciso di tagliare fuori due degli eventi più importanti del territorio calabrese, vale a dire il Premio Letterario Mario La Cava e il Premio Letterario Corrado Alvaro.
Errore di giudizio? Documenti mancanti? No, un vero e proprio taglio finanziario della nuova Commissione di valutazione che ha pensato di assegnare ad entrambi i progetti voti non abbastanza alti perché potessero essere inserite nella gloriosa Top Ten delle “proposte valutate ammissibili”.
Degli ottantatre progetti presentati solo ventisei avevano visto la concessione dei finanziamenti nell’elenco provvisorio pubblicato sul sito della Regione Calabria e già in quel caso i due premi letterari non erano rientrati. Come si suol dire la speranza è l’ultima a morire e così ci si è auspicato un cambiamento di giudizio della Commissione la quale però ha rilanciato con qualche piccola modifica l’elenco definitivo perseverando ancora sulla valutazione insufficiente dei premi Alvaro e La Cava.
A nulla infatti sono valse le richieste di riesame, che una volta giunte al tavolo istituzionale sembrano essere state praticamente rimandate indietro tali e quali e con il giudizio finale “Non raggiunge punteggio minino x”.
La sezione alla quale i due progetti hanno partecipato porta la denominazione di Azione 3 Tipologia 3.2 “Valorizzazione di eventi storici e personalità rilevanti a livello regionale in ambito culturale e artistico”. Soffermandosi solo sulla dicitura “personalità rilevanti a livello regionale” si può benissimo evincere che Mario La Cava e Corrado Alvaro vanno ben oltre il cosiddetto “livello regionale”, in quanto – senza disquisire sulle carriere dei due autori – non solo hanno raggiunto l’apprezzamento nazionale, ma hanno conquistato anche l’interesse e lo studio da parte di altri Paesi europei.
Tuttavia questo non è bastato per inserire le due pietre d’angolo calabresi, e così l’amministrazione regionale provoca due gravi conseguenze alla Locride: se da una parte il Premio Alvaro, fortemente voluto dal comune di San Luca, dall’omonima Fondazione, dall’Amministrazione provinciale e dall’Università della Calabria – che ha anche avviato una serie di studi sullo scrittore – è stata messa in ginocchio, anche la quarta edizione del Premio La Cava corre il rischio di non vedere la luce del sole.
Il concetto di cultura diventa aleatorio, quasi inesistente, specialmente se incontra il disinteresse da parte delle Istituzioni di riscattare non solo una regione, ma un lembo di territorio che troppo spesso viene messo sotto i riflettori della malavita e dell’ignoranza condannandolo ad una perpetua autodistruzione. Il problema è evidentemente nel cuore della regione, che ogni giorno pulsa sempre meno, annaspando in acque apatiche e indifferenti, praticamente le più pericolose.
Il Premio Letterario Mario La Cava è un evento culturale di carattere nazionale, promosso dal Comune di Bovalino in collaborazione con l’Associazione Culturale Mario La Cava e patrocinata dall’Ordine degli Avvocati di Locri e dalla stessa Regione Calabria. A proposito di quest’ultima figura, in precedenza proprio la Regione Calabria aveva finanziato direttamente il Comune sin dalla prima edizione proposta dimostrando grande interesse e comprendendo quanto importante potesse essere un progetto del genere per la Locride. Ed effettivamente aveva visto lontano, perché sia l’ente locale che il Caffè Letterario Mario La Cava non hanno sicuramente gestito gli eventi con leggerezza. Un piccolo excursus sui protagonisti delle scorse edizioni quindi è d’obbligo, da Claudio Magris a Raffaele Nigro, da Andrea di Consoli ad Anna Melato e Maria Pia Ammirati, per poi passare a Goffredo Fofi autore della prefazione di I Fatti di Casignana edito da Rubbettino, Nadia Terranova, Walter Pedullà, Enzo Romeo, Cinzia Leone, Vito Teti, e tanti altri intellettuali e personaggi di spicco del panorama culturale italiano.
Sono conseguenti perciò le tante perplessità del sistema di valutazione per un concorso ormai consolidato e al quale partecipano le piccole e grandi case editrici internazionali come Mondadori, Einaudi, Nave di Teseo ed Elliot.
Cosa sta succedendo? Davvero non si riesce a riconoscere la pietra preziosa dal metallo?
Cristina Caminiti