Lungo applauso per Giacomo Battaglia, appello per l’Hospice ed un pensiero rivolto a Giovanni Santoro presidente Confcommercio.
Domani domenica 14 Luglio si è aperta per la seconda volta consecutiva “Il Cortile delle Muse” con gli ormai storici “Notturni delle Muse”, manifestazione patinata estivi del noto sodalizio reggino.
Giuseppe Livoti – presidente Muse – ha ricordato il successo del primo appuntamento, con la regina della serata l’attrice Cinzia Leone, la quale si è concessa al pubblico identificando l’ambiente reggino come una vera e propria grande famiglia.
Il viaggio sensoriale, continua hanno ribadito Livoti e la vice presidente Francesca d’Agostino e, proprio per questo, l’appuntamento si è aperto con un messaggio di speranza per l’Hospice, struttura unica ed utile alla vita nonostante cio’ che ci riserva ed anche un saluto al presidente della Confcomemrcio Giovanni Santoro – solo a combattere una battaglia in un territorio strano quale è il nostro”.
Un viaggio di grande attualità iniziato con una tematica utile per pensare, riflettere e magari conoscere meglio le problematiche del mondo dell’infanzia con Emanuele Mattia – garante Infanzia Città Metropolitana di Reggio Calabria che ha auspicato il ritorno al concetto della famiglia: occorre ritornare al gusto del cortile, delle piazze, l’infanzia va vissuta e protetta, il mio ruolo infatti sul territorio è volto a conoscere le diverse realtà e per questo occorre sensibilizzare le amministrazioni, sognamo città a misura di bambino e la Scuola ha un ruolo importantissimo, così come anche le Muse stesse che promuovono un dialogo per diffondere concetti positivi e propositivi. Un plauso alle Muse per l’on. Federica Dieni: mi viene da pensare come l’associazione abbia rianimato Reggio Sud, investendo nel potenziare la cultura in città.
Il Notturno 2019 ha proposto ancora una volta, la creatività e la fantasia raccontando con Crasy Giò’ alias Giovanna Cuzzocrea, come basta cercare nei materiali poveri per comporre e nobilitare la materia. Una sfilata di gioielli elaborati tra materiali rigidi ed il potere delle pietre ha animato il cortile. Da medico – ha chiosato – la Cuzzocrea, credo fermamente nella manualità e nell’arte per superare ansie e difficoltà del nostro tempo. Intrigante, la rievocazione storica del 183° anniversario della Fondazione del Corpo dei Bersaglieri con il suo presidente Nicola Morabito, il quale, ha svelato curiosità ed aneddoti di questo storico corpo d’arma. Il Corpo dei bersaglieri ha detto Morabito, venne istituito, con regio brevetto del 18 giugno 1836, dal re di Sardegna Carlo Alberto di Savoia su proposta dell’allora capitano del Reggimento guardie Alessandro La Marmora. Il compito assegnato alla nuova specialità prevedeva le tipiche funzioni della fanteria leggera – esplorazione, primo contatto con il nemico e fiancheggiamento della fanteria di linea (senza però schierarsi e frammischiarsi con quest’ultima) – ma si caratterizzava, come nelle intenzioni del suo fondatore, per un’inedita velocità di esecuzione delle mansioni affidate ed una versatilità d’impiego che faceva dei suoi membri, ancorché appiedati, oltreché dei cacciatori, anche delle guide e dei guastatori ante litteram. Oggi portiamo un messaggio di pace utile alla società. Intenso invece il saluto ai caduti della guerra.
Il Premio Muse come di consueto, è stato anticipato dai racconti di Paola Abenavoli critico teatrale e televisivo, la quale, ha rievocato il curriculum artistico del secondo vincitore di questa edizione Gigi Miseferi, poliedrico e versatile così come lo ha definito la critica: la musica, il Bagaglino, la filmografia definisce un Miseferi unico e calabrese autentico.
Momento importante e caratterizzante della serata, è stata la consegna ufficiale del Premio, consegna ufficializzata dalla firma su argilla cruda, nella tavoletta artistica realizzata dalla scultrice Rossella Marra. Lacrime e lungo applauso per l’amico di sempre Giacomo Battaglia, già Premio Muse, ricordato da Gigi perché presente nella sua vita ogni giorno. Livoti si è soffermato sulla consegna del premio che doveva essere assegnato alla presenza di Giacomo lo scorso anno. Sono nella mia città e nel mio quartiere di appartenenza, mi sento orgoglioso e soprattutto emerge, da qui, la speranza che a Reggio ed in Calabria si puo’ operare fuori dai clamori come Le Muse fanno da anni; sono orgoglioso perché con Giacomo abbiamo rappresentato la Calabria migliore soprattutto nella comicità ha sostenuto con fermezza Gigi Miseferi. La mia generazione non era infelice come quelle di oggi e le nostre battute appartenevano alla saggezza popolare o ai personaggi del luogo. Con l’ironia, si salva la vita: oggi manca nella nostra città, il pensiero positivo, quello percepito in questo cortile questa sera, ha ribadito. Nella serata momenti esilaranti e applausi a piene mani per il monologo comico dedicato a Reggio mentre intenso l’Inno alla Vita, sorpresa organizzata con una lettura estemporanea di versi di Patrizia Pipino che ha descritto il filo sottile che lega la vita e la morte, ha creato una suggestione con i testi animati da una notissima professionista, bellerina e coreografa Samuela Piccolo che nell’esplosione dei suoni, ha animato il concetto del corpo che invade il tempo, la società e rende vitale tutto cio’ con cui entra in contatto; coreografie non solo el corpo ma dell’anima che hanno esaltato il bello di natura, cosa preziosa che va protetta e conservato nel tempo nonostante tutto.