L’ 11 marzo in Consiglio Regionale per la parità di genere in Calabria si è scritta una brutta pagina, una pagina da dimenticare .
Il dibattito ha avuto toni in alcuni momenti concitati , con affermazioni spesso discutibili e con acrobazie da fare invidia al più abile dei giocolieri per nascondere che ormai il re è nudo, perché è evidente che la maggioranza del Presidente Oliverio scricchiola ad ogni passo. Quanto dichiarato dall’ On.le Guccione, sarebbe cioè il caso di far pronunciare gli elettori mettendo fine ad una esperienza amministrativa da più punti di vista fallimentare, ha poi squarciato definitivamente il velo. Perché il dato politico fondamentale è che in Consiglio è mancato il sostegno della maggioranza per votare, dopo numerosi rinvii , la proposta di legge sulla doppia preferenza di genere. E non poteva bastare il “richiamo alla responsabilità” rivolto alla minoranza quando quella stessa responsabilità veniva meno da parte di chi desiderava, senza riuscirci, essere autosufficiente.
Se poi ci soffermiamo a dare uno sguardo all’evoluzione della discussione da parte di tutti coloro che nella realtà maschile con slancio, a parole, aderiscono all’idea , troviamo descrizioni sulle “pulsioni autentiche” proprie delle donne così tanto impegnate, sulle loro azioni “poetiche” … e nulla più, nessun riferimento ai passaggi concreti per varare la legge . Volontà oscure, neanche tanto, per preservare le proprie posizioni, temendo che le probabilità di riconfermarsi diminuiscano con il nuovo sistema di “discesa in campo” delle donne, motivi che non fanno arrivare a buon esito questa battaglia di democrazia. Perché di questo si tratta , la rappresentanza di genere non è un’opinione ma un diritto, e la democrazia paritaria non è un vezzo femminile, bensì una componente essenziale del principio di uguaglianza sostanziale, di qualità e benessere sociale. Non è una battaglia ideologica ma deve essere il frutto di uno sforzo democratico che dovrà contare sul voto di tutti i consiglieri regionali, considerando che grande è la comunità femminile calabrese che si è spesa per il raggiungimento di questo risultato.
E mentre in Consiglio si consumava questa pagina indecente, dall’ altra parte del mondo , nello stesso giorno, si apriva a New York la 63a sessione della Commissione delle Nazioni Unite sulla condizione delle donne (Commission on the Status of Women, CSW) e il Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, con delega alle Pari Opportunità e ai Giovani, On. Vincenzo Spadafora, alla Sessione Plenaria affermava, con toni e argomenti di altro tenore, che “la battaglia per la parità delle donne è anche la battaglia degli uomini. Ho capito quanto sia essenziale lavorare a fianco, non davanti, non indietro, ma sulla stessa linea. Donne e uomini, perchè la battaglia delle donne è la battaglia degli uomini. L’impegno globale per la parità di genere è stato ancora una volta sostenuto da tutti i governi. Il futuro dell’umanità si posa su questo” . Ha poi ricordato che il 34 % dei parlamentari eletti alle ultime elezioni politiche sono risultati donne, mentre, grazie alla legge del 2011 sulla partecipazione ai consigli di amministrazione, la presenza femminile nei board delle societa’ quotate ha raggiunto il traguardo importante del 33 %: era il 6 % nel 2010, sostenendo che l’impegno del governo e del parlamento italiano sarà di prorogare l’efficacia della legge per consolidare nel tempo i risultati conseguiti comprese le iniziative sul fronte della parità di genere.
Toni sicuramente diversi dall’ altro capo del mondo….pronunciati da un rappresentante del Governo Italiano , così come è italiana la Legge n. 20/16 che introduce tra i principi fondamentali per le Regioni a statuto ordinario l’adozione di specifiche misure legislative per la promozione delle pari opportunità tra donne e uomini nell’accesso alle cariche elettive.
Ed ora… aspettando il 25 marzo… vogliamo vedere applicato un diritto , non un favore…..
Alessandra Polimeno
Capogruppo consiliare “Nuova Calabria” – Circolo FdI Bovalino