Giornalista, scrittrice, presidente del comitato pari opportunità, vicepresidente Rai1 e responsabile di gran parte dei programmi televisivi, Maria Pia Ammirati è la vincitrice del Premio Letterario Mario La Cava 2018, con il suo romanzo Due mogli. 2 agosto 1980, Mondadori.
Bovalino torna a risplendere sotto le luci della cultura e della letteratura attraverso personaggi di grande rilievo sociale, critici letterari, giornalisti e scrittori che hanno regalato al pubblico bovalinese piccole gemme di arte e conoscenza. Già da tempo nell’aria aleggiava il presagio di un successo dorato per il Premio Letterario Mario La Cava giunto alla sua seconda edizione e le aspettative non sono venute meno, naturalmente.
Il Premio Letterario Mario La Cava è stato organizzato dal Comune di Bovalino in collaborazione con il Caffè Letterario Mario La Cava e con il patrocinio della Regione Calabria. Ieri sera, ultimo sabato prima di Natale, presso l’Istituto di Istruzione Superiore F. La Cava, si è tenuta la cerimonia di premiazione del Premio ai cinque finalisti che hanno partecipato al concorso nazionale che aveva come tema Narrazioni dai margini dei luoghi e dell’esistenza. Materia cara allo scrittore calabrese che aveva deciso di rimanere nella sua terra per narrare i fatti di cronaca, la vita quotidiana del popolo e il popolo stesso attraverso il canale di informazione più importante di tutti, il romanzo.
Meritatissima la vittoria della Ammirati che con il suo excursus storico sulle vicende dell’Italia negli anni di piombo ha raccontato come il popolo italiano aveva appena fatto la conoscenza della cosiddetta strategia del terrore. Una Bologna dilaniata dalla paura e un paese colpito nel suo punto vitale, il cuore. Maria Pia Ammirati racconta proprio quel giorno, il 2 agosto, in un unico incredibile romanzo in cui la voce narrante è proprio quella di una dei sopravvissuti alla strage, o meglio l’ultima donna che venne estratta dalle macerie di quel disastro che gettò l’Italia in un baratro di oscurità e terrore.
La serata, condotta dalla giornalista Maria Teresa D’Agostino e da Enzo Romeo, caporedattore del Tg2, ha visto sul palco grandi ospiti, da Goffredo Fofi a Raffaele La Capria il quale non è potuto essere presente, ma che ha voluto ringraziare Bovalino tramite un video per il premio speciale La Melagrana che gli è stato conferito. Goffredo Fofi, invece, scrittore, saggista, attivista, critico letterario e teatrale, ha ammaliato il pubblico attraverso una critica letteraria sulla narrativa di Mario La Cava individuando i punti chiave di quello che è lo stile dello scrittore, oltre ad essere autore della prefazione alla riedizione di I Fatti di Casignana, Rubbettino editore, opera rara e quasi introvabile che torna ad essere disponibile sugli scaffali delle librerie.
E a proposito di stile ‘lacaviano’, Sonia Serazzi con il suo romanzo in concorso Il cielo comincia dal basso, ha ricevuto una menzione speciale per aver riportato alla luce, seppur forse inconsciamente, le voci tanto care a La Cava. Serazzi e La Cava infatti si legano l’un l’altra da un filo invisibile per le tematiche affrontate, lo stile narrativo e il linguaggio, rievocando miti antichi, ma rimanendo fedeli alla realtà.
Novità di questa nuova edizione è stata inoltre la premiazione ad un gruppo di studenti dell’IIS F. La Cava, autori del libro Un Selfie di Noi che hanno approfondito la narrativa di cinque autori territoriali tra i quali Mario La Cava e che è stato consegnato dall’assessore alla cultura Pasquale Blefari.
Non sono mancati i saluti istituzionali del sindaco Vincenzo Maesano, l’assessore Sebi Romeo, Caterina Autelitano, dirigente scolastica dell’IIS e di Gabriella Mollica, presidente dell’ordine degli avvocati di Locri che ha consegnato una targa di riconoscimento a Goffredo Fofi a nome del Premio letterario.
Affascinante il dialogo con i finalisti delle opere in concorso, le loro mille sfaccettature linguistiche, le idee messe a confronto, le spiegazioni dei loro romanzi sono diventati piccoli momenti di aggregazione culturale, ciascuno a modo suo, durante i quali si era colpiti dal vissuto personale che ha dato poi vita ai romanzi. Ogni libro contiene un piccolo mondo geografico e interiore, una lotta con se stessi, con il luogo di nascita e la natura. La lontananza da un posto che soffoca, ma è il ritorno a quello stesso posto carico di vita, che fa parte di sé, a diventare necessario per plasmare la propria personalità. Il luogo di origine, geografico o interiore che sia è indispensabile per comprendere il resto del mondo. E un po’ è quello che hanno voluto dimostrare Filippo de Matteis e Carmen Pellegrino con i loro romanzi, Cuore di Seppia e Se mi tornassi questa sera accanto. Mauro Covacich purtroppo è stato assente alla premiazione, ma questo non ha impedito un valido riconoscimento alla sua opera La città interiore.
Ogni dialogo è stato racchiuso poi nella lettura di un passo da parte di Rossella Scherl e Giulia Palmisano le cui voci hanno interpretato quelle dei narratori, catturando l’attenzione del pubblico tramite parole scandite musicalmente e magistralmente.
Sul palco la presenza dei giurati Giuseppe Lupo e Caterina Verbaro – Silvio Perrella non è potuto essere presente – ai quali è andata la scelta del vincitore del Premio, è stato un momento di un dibattito sociale e nazionale. In particolare Lupo ha sottolineato come gli scrittori italiani siano “davvero bravi” e come “il mercato ci faccia credere che gli stranieri siano migliori di noi. Il libro” continua Lupo “è ciò che aggiunge bellezza, ma non è uno strumento per ricavare fortuna in denaro. Quando torneremo a questo tipo di rispetto allora torneremo anche ad apprezzare la lingua italiana”.
Retorico sarebbe ribadire che Bovalino è diventata ancora una volta un piccolo centro culturale. La Calabria, il profondo sud e ancora più giù sulla punta di una regione bagnata dal Mediterraneo, ha raccolto in sé piccoli squarci di luce su un mondo affascinante ancora più grande di quello che siamo in grado di immaginare: la letteratura.
Cristina Caminiti