Un consiglio comunale tutto o quasi al femminile quello tenutosi stamattina presso il comune di Bovalino. Molti sono stati i punti affrontati, che hanno avuto come unico comun denominatore: la donna e le politiche sociali di genere.
La prima questione affrontata è stata l’adesione alla Rete delle Amministratrici promosso dalla Casa delle Donne di FimminaTv guidata da Raffaella Rinaldis e per la quale il consiglio ha votato all’unanimità. Questo progetto si rivolge appunto alle amministratrici, in particolare alle neo elette, ma anche alle donne che si sono ritrovate a ricoprire una carica pubblica presso un ente locale, con l’obiettivo di creare un sistema di scambi culturali, idee ed informazioni su quelli che sono i diritti e i compiti delle donne in ambito amministrativo.
Il ruolo della donna ha subito un cambio rivoluzionario, grazie alle lotte per i diritto al voto ottenuto in Italia nel 1946. Da quel momento la donna ha preso una maggiore consapevolezza di sé, ha fatto strada creandosi un proprio spazio sociale e riuscendo ad introdursi nei vari campi del sapere, una volta esclusiva priorità dell’uomo.
Quello di oggi è stato un consiglio comunale importante, in cui le istituzioni si fanno portavoce di un messaggio prevalentemente culturale oltre che sociale. La necessità di creare una rete di comunicazione tra le nuove e le ex amministratrici ha un valore unico e non a caso Bovalino è una di quelle realtà in cui le donne sono messe a capo della gestione di un paese. La piccola comunità infatti si avvale di un vicesindaco e un amministratore donna, oltre alla grande presenza di consigliere sia di maggioranza che di opposizione.
Il secondo argomento affrontato è stato quello sulla Violenza sulle Donne e in particolare la proposta da parte di Nuova Calabria di adesione all’iniziativa Posto Occupato. Progetto ideato nel 2013 da Maria Andaloro con l’obiettivo di creare un posto – che sia in metropolitana, a scuola o in piazza – simbolicamente occupato da quelle donne vittime di violenza, che hanno incontrato la morte a causa di uomini privi di qualsiasi rispetto verso la vita. Anche questa proposta è stata accolta con fervore dall’intero consiglio. Infatti Bovalino aveva già dedicato una panchina rossa alle vittime di violenza presso la Villa Comunale, oggi luogo simbolo della violenza sulle donne.
I punti che hanno seguito sono stati poi l’Istituzione della Commissione Pari Opportunità e la proposta di legge su iniziativa del consiglio comunale sulle misure di promozione e diritto di genere, anche questi accolti da tutto il consiglio che ha votato a favore. Il primo di questi ultimi argomenti, che in qualche modo si lega strettamente al secondo, è uno dei principi giuridici che stanno alla base della nostra costituzione e riguarda appunto i pari diritti di partecipazione economica, politica e sociale di un qualsiasi individuo indipendentemente dal genere, religione, etnia, disabilità, orientamento politico o età. In Italia continua purtroppo tale discriminazione, se si pensa ad esempio ai diversi stipendi guadagnati dalle donne, nettamente inferiori rispetto a quelli degli uomini o ancora alle assunzioni e promozioni di dirigenti d’azienda, ruoli ricoperti e affidati per la maggior parte dei casi al genere maschile.
Il consiglio comunale di Bovalino dunque questa mattina ha affrontato temi di rilevanza sociale che non possono essere lasciati alle sole parole, ma che si accompagnano con vere e proprie azioni pratiche in campo politico e sociale.
I dati ISTAT contano un numero elevatissimo, indicibile, di donne vittime di violenza domestica e stalking. Dati che stanno crescendo giorno dopo giorno e che aumentano oltretutto il numero di bambini e figli che hanno assistito a qualche violenza sulle madri.
L’obiettivo è quello di accrescere sempre più la lotta alla parità di genere e alla rottura di una società sessista che deve eliminare il sistema patriarcale a favore dei diritti delle persone.
Oggi infatti non si tratta più di divergenze tra uomini e donne, ma la questione coinvolge omosessuali, bisessuali, transgenders, etnie, politiche, orientamenti religiosi diversi, in pratica ogni singolo essere umano. È necessario parlare di persone, di esseri viventi con pari opportunità e diritti al lavoro, alla famiglia, all’istruzione e alla vita.
Molti paesi europei hanno affrontato la questione di genere a partire dal linguaggio, caposaldo per la mediazione linguistica e comunicativa tra i singoli individui. Questi paesi hanno eliminato infatti le vecchie categorie di genere, non rivolgendosi più ai singoli gruppi di uomini o di donne, ma trattando le comunità come “persone” senza fare distinzioni di genere, introducendo anche nuovi elementi linguistici, come pronomi personali neutri, per facilitare questa comunicazione.
Lo stato in questo modo non nega la sessualità degli individui, anzi promuove la persona in sé senza alcuna distinzione di genere, trattando tutti al pari di tutti in modo da far comprendere che ogni singolo essere umano ha il medesimo diritto di chiunque altro.
Cristina Caminiti