Nicolò

“Serve richiamare l’attenzione del Governo nazionale rispetto ad una progettualità che dovrebbe superare le criticità esistenti, rendere pienamente efficace la Zes e rilanciare il porto di Gioia Tauro, aggregando tutte le parti politiche rispetto ad obiettivi su cui occorre fare sinergia, indipendentemente dagli schieramenti”.

È quanto afferma il consigliere regionale Alessandro Nicolò.

“Rischiano di essere tradite, per la Calabria, le aspettative di sviluppo legate al porto di Gioia Tauro, hub più grande del Mediterraneo nel transhipment di containers che, fin dall’inizio, ha rappresentato una grande sfida geografica, politica e commerciale. Il grande sogno di una crescita economica, occupazionale e sociale su scala regionale, generata dall’infrastruttura, sembra infrangersi contro gli scogli dell’immobilismo della politica, di omissioni ed errori compiuti da più soggetti, che hanno di fatto favorito i porti del Nord e determinato il lento declino del porto di Gioia Tauro”.

“È da tempo – sottolinea Alessandro Nicolò – che l’infrastruttura vive una stagione difficile determinata dalla diminuzione dei traffici container, dalla contrazione dei livelli occupazionali e dall’assenza di sviluppo industriale, problemi originati anche da una visione poco lungimirante che hanno visto il porto di Gioia Tauro progressivamente tagliato fuori dalle rotte internazionali più importanti, non essendo peraltro rientrato nelle ‘Vie della Seta’, nonostante la collocazione strategica e la capienza, per le quali, sarebbe vocato a svolgere un ruolo nevralgico tra Asia ed Europa”.

Secondo il consigliere regionale: “È mancata la politica e la capacità di governare processi”.

“Per Gioia Tauro – afferma Alessandro Nicolò – serve una chiara strategia di sviluppo capace di dare nuova linfa alle enormi potenzialità. Il porto deve andare oltre il transhipment ed occorre una programmazione mirata per aumentare i volumi commerciali e di traffico, attrarre capitali, soprattutto esteri, favorire l’insediamento delle imprese, nonché procedere all’ attuazione degli interventi previsti nell’ Accordo di Programma – sottoscritto a luglio 2016, che tardano a essere portati a compimento – così come garantire la piena efficacia della Zona Economica Speciale. Quest’ultima rappresenta il passaggio per il rilancio del porto e dell’intera area, grazie agli incentivi per gli investimenti, alle agevolazioni, alle esenzioni fiscali, alle deroghe alla regolamentazione ordinaria dei contratti di lavoro, alla semplificazione amministrativa e all’ introduzione di procedure snelle e celeri. Infine va superato il commissariamento dell’Autorità portuale e va rivista la decisione di istituire un’Autorità portuale dello Stretto con sede a Messina che inglobi Reggio Calabria e Villa San Giovanni. Scelta che provocherebbe lo smembramento del sistema portuale calabrese (che da tempo aveva individuato proprio in Gioia Tauro la struttura di riferimento cui assegnare la sede della nuova Autorità)e che tra l’altro impedirebbe, l’estensione dei benefici della Zes di Gioia Tauro da cui potrebbero venire escluse le città di Reggio Calabria e Villa San Giovanni, con gravissime ricadute sulle attività commerciali e imprenditoriali che, al contrario, avrebbero ricevuto impulso grazie ai benefici derivanti dallo status speciale”.