CALABRIA, DOPPIA PREFERENZA DI GENERE
UN RINVIO CHE NON DEVE “ALZARE LE MANI”
Rinviare è una vera beffa per tutti gli uomini e le donne della Calabria che credono nelle vere pari opportunità. Abbiamo assistito in Consiglio regionale ad un siparietto di irresponsabilità, ma la legge è così importante che non ci si può arrendere.
Sarà che la parola “rinvio” non mi è mai piaciuta. In particolar modo quando dietro ci sono responsabilità, prese di posizioni, futuro. Rinviare nella seduta del 28 settembre in Consiglio regionale della Calabria, la votazione sulla proposta di legge sulla doppia preferenza di genere, che “mira a garantire nel sistema elettivo regionale calabrese il principio di equilibrio di entrambi i generi, ormai consolidato nella giurisprudenza europea e costituzionale e presente nella maggior parte degli Statuti regionali e degli enti locali, nei Consigli e nelle Giunte delle autonomie territoriali, nonché delle Regioni”, per “approfondimenti” e ancor di più per “attendere” il capo della Regione Calabria, fuori sede, già, comunque, pronunciatosi, tuona come un fulmine al ciel sereno. Sì, proprio perché dopo anni di battaglie, non femminili, ma di pari opportunità, si intravedeva il cielo sereno, quella limpidezza di diritti conquistati, di lotte instancabili, di fiumi di parole e azioni mirate. Una serenità senza nessun torna conto, senza nessuna strategia o complotto. Questo cielo sempre più sereno che sa di conquista, il 28 settembre, si è incupito ma certamente non calerà la notte. Perché di battagliere ne ho incontrate in questi mesi di condivisione sulla proposta di legge in una regione che fatica anche a far rispettare i principi basilari. Battagliere di opportunità, li chiamo io. Affiancati a donne e uomini che nulla pretendono, nulla chiedono, ma parlano esclusivamente di pari opportunità, riequilibrio. Nessuno, nessuna, ha chiesto privilegi, escamotage o sconti ma una legge che propone la possibilità di candidare donne e uomini alla pari e che possano esprimere la loro competenza e attitudine in politica. È un peccato, che ancora oggi, e in Calabria, sempre più tardi, bisogna ancora parlare e “pretendere” ciò, paradossalmente “implorando” altri affinché ciò possa avvenire, quasi come se fosse un favore che la politica stia facendo a queste “poverette”.
Queste “poverette” però hanno determinazione, ragionevolezza, cuore e, senza interessi alcuni, ambiscono a portare questa legge all’approvazione, perché più donne possano sedere in Consiglio, così da ristabilire gli equilibri, senza, finalmente, dover continuare a discutere di parità di genere, ma si possano mettere in atto diritti e doveri, si consideri la Costituzione, si intraprendano progetti, si parli di valorizzazione, democrazia, sociale e futuro per una Regione che ha necessità di uomini e donne capaci. Sono “convintamente”(cit.) convinta che il “give me five” fatto dalla consigliera capogruppo “Calabria in rete” Flora Sculco in Consiglio regionale al capogruppo Pd, consigliere Seby Romeo, diverrà presto un applauso a più mani, anzi una schietta e unanime “alzata” di mano. Le nostre mani, in segno di vittoria, alzate al cielo, quello sereno che sarà pure azzurro, ma è infinito.
Domenica Bumbaca
Consigliera comunale di maggioranza “Tutti per Locri” – Città di Locri