consiglio regionale

Non hanno colto  l’importanza della discussione prima e  l’approvazione poi, sulla doppia preferenza di genere che non è uno spazio dove inserire quelle’ sfigate delle donne’ che vogliono la corsia preferenziale. No, non è questo, anzi questo è un approccio meschino e maschilista   per mascherare la miopia della politica regionale  calabrese.

Quante battaglie sono state fatte dalle donne? Tante.

Lotte dove le donne sono sempre state in prima linea, dalle sorelle che parteciparono alla stesura della Carta Costituzionale, a Franca Viola, la prima donna a dire no al matrimonio riparatore, alle donne scese in piazza per manifestare  per la legge 194 e tante altre lotte vinte. Vinte grazie alla tenacia, alla convinzione ed insieme agli uomini che hanno sposato e condiviso queste sfide contro un sistema sbilanciato.

Ieri in consiglio regionale ho visto la drammaticità del deserto politico. Pur ringraziando il Presidente del consiglio , che ha mantenuto l’impegno assunto prima della pausa estiva, non ho percepito nei suoi colleghi la volontà di discutere su un argomento di civiltà e non di un mero atto dovuto.

Le giustificazioni per la mancata trattazione del punto sono state  fragili e mal argomentate. In primis  l’assenza del presidente Oliverio, un’assenza annunciata che non giustifica un rinvio ma evidenzia  ancora di più quanto un intero consiglio sia assoggettato al governatore, sminuendo cosi la sua autonomia, la sua autorevolezza e la sua funzione .

Ancora più  maldestra  è apparsa la seconda motivazione che ha visto la stessa proponente della legge chiederne il rinvio alla prossima seduta per la presenza di alcune criticità  di un testo che era già passato al vaglio delle varie commissioni . Una brutta figura, insomma, che mette in luce la mancanza di dialogo tra le parti e la reale volontà di un ammodernamento di una regione che sembra non sembra cogliere l’occasione di discutere su un tema che alzerebbe l’asticella di gradimento dell’intero consesso .

Per ritornare alla miopia politica e agli “spacciatori di lenti per improvvisare occhi contenti“come direbbe Fabrizio De andrè , la proposta di legge sulla doppia preferenza di genere verrà inglobata nella riforma della legge elettorale regionale senza  un  reale dibattito, svilendo così il lavoro fatto da tutte le donne  e quei pochi uomini che con forza, caparbietà e diplomazia hanno portato avanti questa causa.

Ieri, al di là della mancata trattazione del punto ho scorto una parte della Calabria che non mi piace, quella che mi spaventa, quella che non ha rispetto delle donne  e che ha paura di perdere una fetta del potere.

Ieri è stato il trionfo  dell’azione dissociata della politica tra le parole e i gesti, tra le dichiarazioni convinte e la realtà. Ieri ho visto come vengono strumentalizzate le donne anche attraverso gli occhi dei consiglieri: qualche sguardo di sfida, qualche testa bassa, indifferenza e qualche occhio dispiaciuto  ma privo di forza nel contraddittorio, ho colto irritazione e disapprovazione per l’uscita delle donne dall’aula e altri segnali di indifferenza.

Quella della doppia preferenza di genere è una battaglia di democrazia e di civiltà non è una guerra tra uomini e donne: se ciò non sarà compreso e condiviso ogni individuo rimarrà un monade .

Valentina Femia