sebi romeoGiovane consigliere regionale, capogruppo Pd dalla lunga carriera politica, ha cominciato da giovanissimo a far parte della vita attiva della città di Reggio e della regione. Per lui la doppia preferenza in voto al Consiglio? Convintamente, si!

  1. Senza fare distinzioni di sesso ma parlando della sola concretezza di una norma paritaria, quanto potrebbe cambiare lo scenario dell’assemblea regionale più rappresentativa dei cittadini calabresi grazie alla introduzione della doppia preferenza, lasciando andare le quote rosa ma permettendo alle donne di candidarsi e quindi essere votate, valutate per il loro fare e non per il loro sesso?

Gli uomini e le donne hanno pari diritto di candidatura e di voto fin dal dopoguerra, la scarsa presenza delle donne nelle istituzioni e nelle posizioni di vertice, rispetto agli uomini, ritengo sia più una questione legata al sistema politico, fortemente improntato sulle esigenze maschili. Le donne non hanno bisogno di concessioni, ma di condizioni adeguate che permettano loro di continuare a svolgere il loro ruolo nella società pur scegliendo di far parte della vita politica di una comunità.. Detto ciò, ritengo in questo momento utile pensare a una doppia preferenza di genere come strumento immediato per tentare di colmare il gap di presenze femminili in assemblea.

  1. Si dice che le donne, numero maggiore di elettrici in Calabria rispetto agli uomini, abbiano però, in termini percentuali, meno interesse alla politica; l’ingresso di più donne in politica non permetterebbe alle donne di averne più interesse perché coinvolte e, una volta più attive, sostenere con maggiore convinzione e coinvolgimento anche candidati uomini?

Non c’è da parte delle donne disinteresse nei confronti della politica, ma come ho già accennato c’è una evidente inadeguatezza del sistema politico rispetto alle loro esigenze. La questione è profondamente culturale, in parallelo alle azioni più immediate è necessario pensare ad un osservatorio paritario per ridiscutere le regole della politica, con un confronto a più livelli nei partiti e nella società in generale. I tempi ed i modi della politica spesso sono un limite alla pragmaticità tipica delle donne.

  1. Insieme a questa norma di civiltà, non delle donne per le donne ma di scelta civile di una regione, quali, secondo lei, devono essere gli altri obiettivi che si devono raggiungere prima della chiusura di questo mandato elettorale dell’intero Consiglio regionale e quali sono quelle che sta per concludere o avviare lei direttamente?

Il presidente Oliverio ha iniziato la sua legislatura con un atto storico: la contrattualizzazione dei lavoratori precari che da venti anni lavoravano praticamente in nero per gli enti pubblici calabresi. Uno dei più importanti obiettivi sarà quello di portarli alla stabilizzazione.

Personalmente, sto lavorando ad una serie di proposte di legge, tra cui una nuova legge sul diritto allo studio che superi quella attuale, approvata trentatré anni fa, e ad una legge per istituire un fondo di solidarietà per i giornalisti vittime di attentanti di natura ndranghetistica.

 

  1. Quali, secondo lei, i demoni e i miracoli della politica calabrese che possono distruggerla o salvarla?

I demoni in politica non possono che essere identificati nel malaffare, nella corruzione e nella connivenza. In Calabria per lungo tempo tutto ciò si è intrecciato ed a farne le spese siamo stati noi calabresi, Oliverio sta operando anche con l’obiettivo di scardinare questo sistema. Miracoli invece non esistono e non ne servono, basta operare con normalità e con costanza.

  1. Il ruolo del consigliere regionale: il ruolo non è quello di un singolo uomo con il proprio profilo e sensibilità culturale e sociale, ma di una istituzione rappresentativa della popolazione calabrese tutta, non solo dei propri elettori; mediata dalla propria sensibilità ma sempre in ossequio della volontà sociale e civile. Abbiamo fiducia negli uomini calabresi in quella che non è una lotta delle donne per le donne bensì una crescita sociale che può portare solo benefici per tutti. Il suo punto di vista

Il ruolo di consigliere regionale, come quello di ogni carica elettiva, è profondamente delicato proprio perché abbiamo la responsabilità di rappresentare tutti i cittadini alla pari. In questi anni non mi sono mai posto domande di convenienza politica davanti ai problemi della collettività avanzati da sindaci ed amministratori, per esempio. Non ho la capacità di poter risolvere ogni problema, ma ho il dovere di provare a farlo sempre. Ho interpretato così questo compito che i calabresi mi hanno assegnato e di cui sono onorato.

  1. Domanda rivolta a tutti i consiglieri: Si o NO? La sua dichiarazione di voto sulla doppia preferenza

Convintamente, si! D’altronde, ho sempre promosso la presenza delle donne in politica. Da segretario provinciale del Partito Democratico di Reggio Calabria, scelsi di avere con me in segreteria più donne che uomini ed oggi quasi tutte ricoprono ruoli importanti nelle istituzioni, ad ogni livello.