Si è svolto nella giornata di ieri al Teatro De Servi di Roma il TowandaDay, l’evento nato dall’appello di centinaia di donne del Partito Democratico contro i dirigenti del Nazareno, accusati di una “gestione maschile del Partito” che ha portato ad una “violazione del principio di parità effettiva a ogni livello, contro lo statuto e nel silenzio degli organismi di controllo” e all’uso definito “cinico” delle pluricandidature femminili per far eleggere più uomini, oltre alla critica ad un gruppo dirigente sempre più chiuso, muto e trincerato in delegazioni e “trattative” di soli uomini.
Un Pd meno rosa, quindi,al quale si è voluto rispondere al grido di “Towanda”, termine coniato dal film “pomodori verdi fritti”, nel quale le protagoniste si ribellavano alla prepotenza maschile e al razzismo del sud degli Stati Uniti negli anni Trenta.
A fare gli onori di casa la ex senatrice Francesca Puglisi, già presidente della commissione parlamentare di inchiesta sul femminicidio, che ha dichiarato: “Saremo sempre presenti e staremo col fiato sul collo al nostro Partito. Chiediamo un Pd plurale, aperto e rispettoso della qualità e della democrazia che le donne rappresentano”.
In prima fila il segretario reggente del Partito Democratico Maurizio Martina che, intervenendo dal palco, ha affermato: “Fate bene a essere incazzate, ma passate dalla protesta alla proposta. Prepariamo assieme l’assemblea del 19 maggio”.
La Senatrice Monica Cirinnà, intervenuta poco dopo, ha rilanciato lo “stop alle pluricandidature, ma anche alle numerose, troppe, deroghe al limite dei tre mandati nelle candidature del Partito Democratico”.
Presenti anche le esponenti del PD calabrese Cinzia Nava, accompagnata da Maria Rita Stilo e Alessia Bausone.
La Presidente della commissione regionale per la parità uomo-donna è intervenuta dicendo: “Non ci può essere pari opportunità se non vengono rispettati determinati valori. Si deve lottare per il principio di equità e uguaglianza della donna in qualunque ambito sociale. Le politiche devono declinare per ascoltare i veri bisogni sociali, a partire dal rispetto della dignità umana. L’autonomia economica è un elemento fondamentale per le donne calabresi”, mentre l’attivista dem per i diritti civili Bausone ha puntato il dito contro “il silenzio di un Partito che nel 2016 mentre le donne di tutta Italia insieme a #NonUnaDiMeno manifestavano per il centro di Roma, faceva contestualmente un’iniziativa per il referendum costituzionale, dimenticando la società civile” e sulla Calabria si è detta contro “il silenzio di un Partito e del suo segretario regionale che vede la revoca dell’assessora regionale al lavoro, esponente dello stesso Partito, e non ritiene di doverle manifestare un qualsiasi tipo di vicinanza, anche solo un sms”, ricordando nuovamente il “silenzio delle Regioni a guida Pd: Piemonte, Basilicata e Calabria, che non hanno ancora introdotto la doppia preferenza di genere nella legge elettorale”.
Il documento conclusivo della giornata diventerà un ordine del giorno che sarà presentato all’assemblea nazionale del Partito Democratico del 19 maggio.
VF