Informazione e preparazione : questi i due punti fondamenti per riconoscere i primi segni di crisi e sofferenza negli adolescenti. Il Garante per l’infanzia, nella sua nota sulla morte della dodicenne catanzarese, sottolinea proprio l’importanza della preparazione delle famiglie e delle scuole, in modo da cogliere i primi segni di sofferenza che spesso sono presenti sui social network. Il mondo del web può risultare in questi casi un’arma a doppio taglio: un mezzo che potrebbe e dovrebbe aiutare chi è in difficoltà, talvolta alimenta e fornisce informazioni pericolose.
Di seguito il comunicato stampa con i dettagli:
“Il suicidio è la seconda causa di morte tra i giovani. Sono mediamente 500 i decessi per suicidio tra gli adolescenti in Italia, e sono i genitori – anche se non hanno la preparazione specialistica per monitorare i segnali di disagio – a dover cogliere i cambiamenti repentini del comportamento dei figli. Compito difficilissimo, aggravato dalla complessità della società contemporanea”.
E’ quanto dichiara il Garante per l’Infanzia e l’Adolescenza della Regione Calabria Antonio Marziale nell’apprendere della morte di una dodicenne catanzarese, “che stando ai primi riscontri sembrerebbe essersi lanciata dal balcone”.
“Il suicidio – spiega Marziale – è l’epilogo di un percorso di sofferenza insopportabile che attraversa la vita dell’individuo. Tutte le persone preposte alla tutela del minore dovrebbero essere preparate, sia pur sommariamente, a cogliere i segnali di allarme, a riconoscere i segni di crisi, che per lo più constano di insonnia, distacco dalle cose un tempo care, pensieri e frasi frequenti sulla morte, calo di rendimento scolastico, abuso di sostanze psicotrope o alcoliche, sesso non protetto, sport estremi e noncuranza della propria incolumità. Le modalità di tentato suicidio più diffuse sono il salto nel vuoto, l’autolesionismo, e in misura minore l’assunzione di farmaci. In adolescenza, particolarmente, tutti sono alle prese con un periodo esistenziale ‘pericoloso’ e le emozioni risultano amplificate rispetto alla capacità di un adulto di gestirle; pertanto è sbagliato l’atteggiamento di quanti considerano oggi gli adolescenti più grandi di quanto non lo siamo stati noi alla loro stessa età”.
Per Marziale: “Un ruolo chiave è quello dei social network, che spesso veicolano campanelli di allarme, affogati nel mare magnum di facezie, discussioni, insulti ed altre dinamiche, capaci di ‘sporcare’ la valenza di mezzi che potrebbero, invece, aiutare chi si trova in difficoltà. Nessun suicidio nasce dal nulla, c’è sempre di base un percorso in qualche modo manifestato, talvolta addirittura alimentato proprio dal web dove esistono pagine, ammantate di scientismo, che forniscono informazioni su come suicidarsi meglio”.
“É importante dare informazioni di base alle famiglie. Per questo continuo a pensare che tra queste ultime e la scuola, in quanto complementari ed imprescindibili, debba rinascere un patto fondato sul reciproco rispetto e la mutua assistenza. Ed è con sincero dolore – conclude il Garante – che mi unisco al dolore dei familiari, stringendo in un abbraccio ideale i fratellini dell’adolescente”.