ratti 2“La conoscenza del passato genera la nascita di nuove idee e crea nuove forme di bellezza.” Antonio Ratti

Palazzo Te a Mantova, dal 1 ottobre 2017 al 7 gennaio 2018, ospita la mostra “Il tessuto come arte: Antonio Ratti imprenditore e mecenate”, dedicata all’industriale comasco che ha realizzato un’impresa e una Fondazione riconosciute a livello internazionale, mettendo sullo stesso piano la produzione e la creatività d’impresa con l’arte e la cultura. L’esposizione, prodotta e realizzata dal Comune di Mantova, dal Centro Internazionale d’Arte e di Cultura di Palazzo Te, dal Museo Civico di Palazzo Te e dalla Fondazione Antonio Ratti, è curata da Lorenzo Benedetti, Annie Ratti e Maddalena Terragni. La vita di Antonio Ratti è un intreccio tra impresa e arte, creatività e promozione culturale, pubblico e privato. Il suo pensiero nasce dall’idea che la cultura, la conoscenza e l’arte siano strumenti fondamentali per interpretare il proprio tempo. La sua passione lo porta, a soli trent’anni, a trasformare uno studio di disegno in impresa, fondando nel 1945 la “Tessitura Serica Antonio Ratti”, per la creazione e la commercializzazione di tessuti per cravatte e foulards. È la prima tappa di una lunga e progressiva attività imprenditoriale che culminerà nel Gruppo Ratti, attualmente presieduto da Doni Ratti, che si attesta come eccellenza mondiale nella produzione di tessuti creati sviluppando una forte ricerca creativa e tecnologica. La mostra intende restituire il ritratto di un personaggio raffinato ed elegante, poliedrico ed eclettico, che, investendo nella formazione delle risorse umane e nella valorizzazione del tessuto come arte, ha saputo dare risalto alla qualità dei prodotti tessili. Alta qualità, sperimentazione e innovazione sono le caratteristiche che distinguono l’operare di Antonio Ratti, raccontate nella mostra a Palazzo Te trasversalmente in un percorso che prevede un dialogo con le sale monumentali per poi svilupparsi negli spazi espositivi delle Fruttiere. Grazie al contributo dell’architetto Philippe Rahm, l’esposizione racconta il tessuto nelle sue varie forme: dalla ricca collezione di reperti antichi della Fondazione Antonio Ratti (FAR) ai grandi archivi dell’azienda Ratti; sarà possibile fare un’esperienza tattile delle diverse stoffe messe a disposizione del visitatore su una pedana centrale che attraversa lo spazio delle Fruttiere restituendo un’idea sinestetica del tessuto. La produzione dell’azienda è presentata al pubblico con un allestimento che si rifà a quello delle due grandi mostre “Ratti & Paisley: cultura del cachemire”(1986, Fashion Institute, New York) e “Ratti & Paisley” (1988, Bunka Fashion College, Tokyo). Ai preziosi manufatti si collega l’opera di Luigi Ontani “Mostri comaschi su astri”: un disegno ad acquarello installato su una parete a sua volta rivestita dalla stoffa con la stampa dell’opera stessa, realizzata dalla Ratti S.p.A. Un progetto nato dalla collaborazione tra l’artista e l’azienda nel 1989. Una parte della mostra è dedicata alla storia dell’azienda, che nel 1958 inaugura a Guanzate (Como) le moderne strutture disegnate da Tito Spini, un nuovo modello di architettura industriale che si identifica con la volontà di creare le condizioni ideali di lavoro per sostenere la qualità del prodotto, in un mondo fortemente dinamico e in continua espansione. Nel nuovo stabilimento la visione di Ratti prende forma e si realizza il ciclo completo di produzione. Come testimoniano gli scatti del fotografo industriale Roberto Zabban, la Palazzina dei Servizi Sociali, luogo polifunzionale e multimediale destinato ai lavoratori, ospita importanti eventi culturali e artistici, laboratori, rassegne teatrali e concerti. La prima produzione di disegni di Antonio Ratti (1934-40) è il ponte di collegamento con la sezione dei tessuti storici della collezione della FAR. Il disegno declinato nei vari significati del termine – a mano libera, tecnico, ma anche come sinonimo di progetto, messe in carta per tessuti operati, per sciarpe e cravatterie – illustra il processo tradizionale e la genesi completa di un tessuto. Negli anni Sessanta e Settanta, la passione per il tessuto e tutte le sue declinazioni nelle diverse epoche e aree geografiche porta Antonio Ratti a dare vita a una collezione tessile privata, strumento di studio, ricerca e ispirazione, ampliata anche in seguito alle acquisizioni aziendali di imprese storiche del settore. In mostra si può ammirare un’ampia selezione di reperti della collezione storica, ora patrimonio della Fondazione: dai tessuti copti e pre-colombiani ai velluti rinascimentali, dai serici francesi e inglesi del Seicento e Settecento alle cravates e ai nastri di fine Ottocento. Nel 1985 nasce la Fondazione Antonio Ratti, strumento di promozione e divulgazione culturale, ora presieduta da Annie Ratti. Negli anni successivi viene istituito il Museo Studio del Tessuto e realizzato un catalogo multimediale della collezione. Attraverso attività come il Corso Superiore di Disegno e il successivo Corso Superiore di Arti Visive, ora CSAV-Artists Research Laboratory, giovani artisti internazionali e importanti esponenti dell’arte contemporanea hanno occasione di approfondire le proprie ricerche lavorando insieme negli spazi della Fondazione. Antonio Ratti promuove il tessuto: dall’attenzione per la storia e la tradizione nelle diverse culture del mondo, alla visione di nuove frontiere produttive, tecnologiche e geopolitiche. Negli anni sostiene importanti progetti espositivi dedicati al tessuto e alla sua storia. Nel 1995 sostiene economicamente la nascita di uno dei primi centri specializzati nella ricerca e nel restauro del tessile al Metropolitan Museum di New York: l’Antonio Ratti Textile Center. L’arte contemporanea è presente in mostra con opere di artisti coinvolti nelle numerose attività culturali della Fondazione, tra questi alcuni artisti invitatia condurre e a partecipare alle ventitrè edizioni del workshop CSAV-Artists Research Laboratory, tra cui: John Armleder, Julia Brown, Jimmie Durham, Hans Haacke, Mario Garcia Torres, Melanie Gilligan, Renée Green, Joan Jonas, Giulio Paolini, Diego Perrone, Yvonne Rainer e Gerhard Richter. Negli spazi esterni di Palazzo Te sono presenti importanti installazioni di Yona Friedman, Richard Nonas, Matt Mullican e Liliana Moro. Il percorso espositivo prosegue al Museo della città di Palazzo San Sebastiano con l’opera “Wide White Flow” di Hans Haacke allestita nel Tempio. In occasione della mostra una pubblicazione antologica raccoglie testi e materiali relativi alla storia dell’azienda e della Fondazione Antonio Ratti. Il volume, edito da MER Paper Kunsthalle, include testi che analizzano la collezione di tessuti antichi di Antonio Ratti e scritti di artisti contemporanei che hanno partecipato alle edizioni del workshop CSAV – Artists Research Laboratory. I temi della mostra saranno approfonditi nel corso di tre conferenze aperte al pubblico, tenute da esperti internazionali, in programma la domenica pomeriggio nei mesi di ottobre e novembre. All’interno del public program – organizzato in collaborazione con l’Associazione Abito, Storia di Moda e Costume e Ratti S.p.A, e con la partecipazione di The Metropolitan Museum of Art – Antonio Ratti Textile Center and the Department of Textile Conservation – interverranno Maurizio Bertolotti, Chiara Buss, Felicia Caponigri, Giulia Chiostrini, Doni Ratti, Michele Venturini. La  è prodotta e realizzata dal Comune di Mantova, dal Centro Internazionale d’Arte e di Cultura di Palazzo Te, dal Museo Civico di Palazzo Te e dalla Fondazione Antonio Ratti, con il patrocinio della Regione Lombardia, con il contributo di Ratti S.p.A, della Fondazione Banca Agricola Mantovana e di Unindustria Como, sponsorizzata da Banca Monte dei Paschi di Siena e da La Serenissima, con il supporto degli Amici di Palazzo Te e dei Musei Mantovani, e dello sponsor tecnico Apam.

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