La notizia è freschissima, quasi passata inosservata tra le tante informazioni che nella conferenza stampa di ieri sera del governatore Oliverio sono state diramate.
Forse ci sono buone notizie per la diga di Siderno, infatti tra le determinazioni prese dal governo regionale risulta esserci la ripartizione dei fondi ai consorzi di bonifica della regione per il completamento degli interventi inerenti le dighe di proprietà regionale, come quella di Siderno.
La diga era stata chiusa nel giugno 2013 per il rinvenimento di lesioni che ne mettevano a rischio la sicurezza. La possibilità è quindi che la grande diga possa finalmente essere riavviata. Ora, dopo l’iniziale entusiasmo di quella che può essere una buona prospettiva di evoluzione delle sue sorti, rimane la questione dei dettagli. Quanto verrà erogato? Cosa si potrà fare effettivamente con la cifra messa a disposizione? Di quanto denaro stiamo parlando?
Inizialmente il problema fu delle lesioni al pozzo delle paratoie. La chiusura era indispensabile ma subito si pensò al danno che ne poteva derivare, l’acqua serviva alle imprese e alle coltivazioni private della zona, cosa sarebbe accaduto senza il prezioso utilizzo dell’acqua? Il comune si attivò e il consorzio di bonifica che gestisce la diga bypassò la stessa con otto chilometri di canali per rifornire le aziende dell’acqua necessaria, addirittura la stessa Sorical fornisce con l’acqua dalla fonte la contrada di Vennarello proprio per il riconosciuto valore e qualità di quest’acqua.
Quindi adesso cosa manca?
I soldi sembra ci siano ma, ripetiamo la domanda, a quanto ammontano? E quanto è necessario effettivamente? Abbiamo raggiunto telefonicamente Arturo Rocca, presidente dell'”Osservatorio ambientale diritto per la vita” che dal 2013 segue la vicenda per non far cadere l’attenzione sull’importante ruolo e necessità di riattivazione del bacino idrico.
Rocca ci ha fatto sapere che il consorzio di bonifica ha già un progetto di circa sei milioni di euro per il completo adeguamento della diga, compresi gli adeguamenti per la messa a norma di tutto l’impianto, per i lavori anche delle strutture adiacenti la diga a servizio della stesa, comprese tra l’altro la sala comando e le sala custode , per la messa in posa dei sensori di allarme ecc.
In realtà pare ci sia anche un finanziamento di circa 130mila euro già erogato dalla Regione per lo studio di fattibilità dei lavori sulla diga e, sempre Rocca, ci fa sapere che uno studio privato, realizzato proprio per valutare l’effettiva spesa necessaria per l’immediata riapertura della diga, quindi legata ai problemi che ne hanno determinato la chiusura, si aggiri intorno agli 800mila euro. Per una diga che costò 27 milioni di euro.
Eh si, cifre che fanno venire il capogiro e che si spera non siano lontane dalla effettiva erogazione prevista dalla Regione per il lavoro sulla diga. Intanto a noi non tocca altro che aspettare, certi che le associazioni ambientaliste locali, in testa quella presieduta da Arturo Rocca, non lasceranno nulla di intentato per far sì che la questione venga riaperta e al più presto conclusa. in effetti avevano anche inoltrato la richiesta di poter utilizzare i piccoli immobili adiacenti la diga come sede dell’associazione e per tenere viva l’attenzione sulla struttura, ma ancora mancano adempimenti formali come la destinazione d’uso e l’accatastamento. Ancora un pò di pazienza, quello che è certo è che amministrazione e associazioni stanno tentando di tenere le luci accese su una vicenda che potrebbe trovare finalmente una soluzione.
Di seguito un nostro servizio sulle manifestazioni legate alla diga
http://www.fimminatv.it/puntate/tg-lappello-per-la-diga-del-lordo-a-siderno/