COMUNICATO STAMPA DICHIARAZIONE ASSESSORE REGIONALE RIZZO
“Questo Governo regionale è stato, fin dall’inizio, parte attiva nella battaglia contro le trivellazioni in Calabria. Dal manifesto di Termoli dello scorso anno alla sottoscrizione del Referendum la partecipazione e l’attenzione rispetto al rischio per il territorio è stata massima. Non si comprende dunque il senso ed il tenore della nota stampa a firma dell’onorevole Parentela anche alla luce di un incontro già fissato con questo Assessorato previsto per il prossimo venticinque luglio. Intanto, è opportuno sottolineare come il Consiglio Regionale della Calabria, già nel 2012, con O.d.G. n. 97, abbia ratificato, unanimemente il documento con cui aveva espresso la sua netta posizione negativa nei confronti delle richieste di prospezione e ricerca di idrocarburi che interessano il territorio regionale.
Entrando nel merito delle richieste di informazioni, riguardo alle istanze di permesso di ricerca di idrocarburi liquidi e gassosi interessanti il territorio regionale e precisamente “Fonte della Vigna” – TOTAL E&P Italia, D.R. 74.AP/1-LIUBA 1 OR. nell’ambito di D.R. 74 “Casoni di Sibari” – APENNINE Energy srl, “Solfata Mare” – APENNINE Energy srl e “Torre del Ferro” – APENNINE Energy srl, non si intravedono atteggiamenti silenti o peggio, accondiscendenti. L’attuale Governo regionale, infatti, si è fatto, da sempre, portavoce di un fermo rifiuto ad ogni tipologia di intervento di prospezione e ricerca di idrocarburi che riguardasse gli ambiti regionali, in-shore ed off-shore, fornendo le proprie determinazioni negative nell’ambito dei procedimenti di valutazione ambientale attivati presso il Ministero dell’Ambiente e, in diversi casi, dando mandato all’Avvocatura regionale per l’impugnativa di tutta una serie di provvedimenti favorevoli, emessi dallo stesso dicastero. E’ noto, altresì, l’impegno del Consiglio Regionale della Calabria, nel promuovere iniziative volte a combattere ogni istanza progettuale presentata dalle multinazionali del petrolio. Con espresso riferimento ai procedimenti avviati dalla società TOTAL E&P Italia denominati “Fonte della Vigna” e “Tempa la Petrosa”, la Regione Calabria in qualità di autorità competente, ha espresso pronuncia negativa di non valutabilità delle istanze, trasmettendone le relative determinazioni al Ministero dell’Ambiente con nota prot. n. 105517 del 2/4/2015.
In merito al progetto per la perforazione del pozzo esplorativo D.R. 74.AP/1-LIUBA 1 OR nell’ambito del permesso di ricerca “D.R. 74. AP” nel Golfo di Taranto, intervento ricadente nel Comune di Cassano allo Ionio (CS), nel precisare che la competenza sulla valutazione della procedura di VIA presentata dalla società Apennine Energy srl, è in capo al Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, la stessa Autorità competente, con nota prot. DVA-2015-..15382 del 11/06/2015, ha dato comunicazione di non procedibilità dell’istanza. Per quanto concerne le altre istanze prodotte dalla società Apennine Energy srl, “Solfara Mare” e “Torre del Ferro”, si da atto che come previsto dalla Legge n. 164 del 11 novembre 2014 art. 38 comma 4, le stesse istanze sono da considerarsi decadute ed archiviate, atteso che lo stesso disposto normativo ha previsto il passaggio di competenza e, conseguentemente, l’opportunità del proponente di riproporre le stesse istanze al Ministero dell’Ambiente subentrante. Ad oggi, dalla consultazione sui procedimenti VIA dal sito istituzionale del MATTM nonché da una interlocuzione diretta con gli uffici ministeriali preposti, si evince che le suddette istanze non sono mai state avviate presso il Ministero dell’Ambiente. Ciò precisato appare chiaro come la Regione Calabria abbia con tutti i mezzi a sua disposizione sia dal punto di vista politico che per quanto concerne l’aspetto di merito tutte le azioni in opposizione all’attività di estrazione di idrocarburi cercando di tutelare al massimo le coste ed i mari interessati dalle trivellazioni. La salvaguardia ambientale rappresenta una priorità ed è la base di tutta l’azione politica regionale, infatti proprio in virtù delle istanze di prospezione e di ricerca presentate da alcune multinazionali al Ministero dell’Ambiente ed al Mef, la Regione Calabria ha chiesto all’allora Sottosegretario Vicari una moratoria al fine di approfondire scientificamente quali fossero gli effetti dell’utilizzo della tecnica dell’airgun.
Ci chiediamo invece dove fosse l’on Parentela nel momento in cui il Parlamento depenalizzava con il 95% dei voti in aula l’utilizzo dell’airgun, tecnica estrattiva fortemente invasiva a livello ambientale . Ci chiediamo come mai, nel momento dell’autorizzazione dell’utilizzo di questa metodica così invasiva, messa al bando da quasi tutti i Paesi del mondo, l’On. Parentela non abbia mostrato le preoccupazioni giustamente palesate oggi, celandosi dietro un “ assordante silenzio” che oggi imputa al Presidente Oliverio ed all’Assessore Rizzo. L’On Parentela dovrebbe essere più attento nelle sue esternazioni, e guardare all’attività messa in campo per la tutela dei mari e dei territori calabresi, dall’intero Consiglio Regionale ed in particolare dall’On. Bova e dalla Giunta Regionale con una netta democratica opposizione dialettica anche rispetto linea messa in campo dal Governo Nazionale. L’interlocuzione con il Governo è stata, in ogni caso, così intensa che da cinque quesiti referendari si è passati ad uno soltanto, in quanto il Governo ha accolto le istanze della Regione Calabria e delle altre Regioni interessate, decidendo che entro le 12 miglia non sono consentite nuove attività di estrazione di idrocarburi. Alla luce di queste considerazioni e degli elementi forniti in particolare sulla questione delle trivellazioni in mare, le esternazioni contro questo Governo regionale ci sembrano quantomeno demagogiche e strumentali. In ogni caso, come sempre l’Assessore all’Ambiente è disponibile a qualsiasi chiarimento che dia la certezza della trasparenza dell’attività politica ai cittadini calabresi
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