Tornano i testi Invalsi, croce e delizia della scuola italiana, che si svolgeranno a partire da mercoledì 4 maggio. Di fatto aprono la breve e intensa stagione finale dell’anno scolastico tutta concentrata nei vari processi di valutazione non solo locale ,a livello dei singoli istituti,anche nazionale, proprio con l’utilizzo di prove oggettive approntate appunto dall’Invalsi nell’ambito del Servizio Nazionale di Valutazione.
La rilevazione degli apprendimenti riguarda gli studenti delle classi II e V della scuola primaria nelle giornate del 4 e 5 maggio e delle classi II della scuola secondaria di secondo grado il 12 maggio. Come per le rilevazioni precedenti è stato individuato un campione di scuole, statisticamente rappresentativo.
Il campione della provincia di Reggio Calabria quest’anno è rappresentato da 67 classi delle scuole primarie e secondarie di secondo grado.
I test sondano le competenze in italiano e matematica. Per la prima disciplina la prova sarà volta per accertare la capacità di comprensione del testo e le conoscenze di base della struttura della lingua italiana. Per matematica la prova verificherà le conoscenze e le abilità nei sottoambiti disciplinari di Numeri, Spazi e Figure, Dati e Previsioni e Relazioni e Funzioni, quest’ultimo solo a partire dalle classi quinte della scuola primaria.
Verranno rilevate ,altresì,in forma anonima una serie di informazioni relative al contesto socio-economico- culturale e degli atteggiamenti e motivazioni degli studenti atteso il possibile peso di questi fattori.
Per l’esame conclusivo di terza media, i test Invalsi si svolgeranno il 17 giugno su tutto il territorio nazionale. E sarà una prova che interesserà tutti gli studenti e che ,insieme alle altre, peserà per legge sul voto finale degli studenti.
Le prove Invalsi continuano di anno in anno a restituire il volto di un Paese diviso in due con differenze territoriali in italiano e matematica sempre marcate. Anche gli esiti delle prove 2015 evidenziano un Sud che arranca e un Nord che brilla.
Il gap più vistoso tra la media nazionale e il punteggio conseguito dagli alunni calabresi si registra nella scuola media. Tra la media di risposte corrette fornite in Italiano dagli alunni della terza classe e la media nazionale c’è una differenza di 10 punti ,190 contro 200. Oltre 23 punti di differenza con i compagni della Valle d’Aosta .Terzultimo posto tra le regioni, dopo di noi Sicilia, Sardegna, Campania.
Così anche per la matematica il gap mostra un divario di 11 punti con la media nazionale. Il distacco con il Piemonte è di 23 punti. Gli studenti della media si collocano ancora al terzultimo posto nella graduatoria delle regioni.
Anche i ragazzi delle seconde superiori sono sette punti sotto la media nazionale in italiano e sei punti sotto per la matematica. In questo caso la differenza con la provincia di Trento è di 26 punti.
Dove la distanza dai punteggi medi è più contenuta è nella scuola primaria. Gli allievi calabresi delle seconde classi hanno avuto una performans in italiano con 197 punti, tre in meno rispetto alla media nazionale e uno in meno rispetto alla media del sud e delle isole. Dietro di noi Bolzano, Campania, Emilia Romagna Sardegna.
Risultati più incoraggianti nella prova di matematica. Le seconde classi hanno riportato un punteggio superiore di quattro punti rispetto alla media nazionale. Quarta regione italiana dopo la provincia di Trento, Marche e Basilicata.
Meno bene gli allievi di quinta elementare. In italiano sotto di cinque punti e in matematica di 6 rispetto alla media nazionale.
Diciamo che i risultati non sono una novità per la Calabria. Da tempo si ripetono per giunta suffragati anche dagli esiti di altra indagine internazionale, quella OCSE PISA, che testa le competenze degli studenti 15enni nella comprensione della lettura, nella matematica e nelle scienze.
L’Italia è complessivamente al di sotto della media Ocse e , all’interno del nostro Paese, la Calabria è la regione italiana a conseguire i peggiori risultati.
E’ una Italia che procede a due velocità. Riemerge allora in tutta la sua drammatica evidenza l’urgenza di rimettere al centro dell’attenzione politica e dei nostri governanti l’istruzione e la formazione come emergenza sociale per il sud e la Calabria in particolare.
Se il gap alle elementari è contenuto, la maglia nera ancora la regione la sta indossando per la media e il superiore per le competenze studentesche. Emerge in maniera chiara e inequivocabile che la scuola media resta l’anello debole del sistema e che il “buco” non si colma nel biennio delle superiori. Basta correlare questi risultati con il numero di studenti bocciati, la quantità di ragazzi promossi con debiti formativi, il tasso di dispersione scolastica, i risultati negativi dei ragazzi che ripetono per capire la gravità del problema. Per non dire che almeno il 40% degli studenti di terza media esce dall’esame di stato col giudizio di sufficiente che nasconde gravi lacune ed un percorso estremamente inadeguato. E non è un mistero che la maggior parte di questi ragazzi si iscrive agli istituti professionali dove si raggiungono punte notevoli di bocciatura. Insomma un quadro complessivo che richiede cambiamenti ed in prima battuta un piano di formazione diffuso e efficace legato alla valorizzazione professionale dei docenti. Perché senza di loro è impossibile cambiare il metodo con cui si lavora all’interno della scuola.
Assumere il tema dell’elevamento del grado di istruzione dei nostri cittadini, dei nostri giovani e dei nostri ragazzi credo che sia una questione che ha molto a che fare con i programmi di sviluppo di una regione che vuole superare il proprio ritardo, che vuole fare i conti con le proprie risorse e che vuole mettersi alle spalle la dimensione assistita dello sviluppo. Credo, quindi, che questa non possa che diventare una priorità fondamentale per la Regione Calabria e degli altri enti territoriali a cascata.
Reggio Calabria 2 maggio 2016
Guido Leone
Già Dirigente tecnico USR Calabria