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Sabato 19 marzo alle ore 12:00 presso il bene confiscato sede dell’Osservatorio sulla ndrangheta a Croce Valanidi si terrà la conferenza stampa di lancio del progetto “Sguardi di strada” dove avrete l’opportunità di incontrare numerosi artisti che abbiamo coinvolto (musicisti, cantanti, attori e danzatori). Il progetto è stato selezionato e finanziato nell’ambito del bando “FUNDER 35” (http://funder35.it promosso da 18 fondazioni e, da quest’anno, anche nel Mezzogiorno grazie a Fondazione CON IL SUD) e nasce dalla volontà dell’Associazione culturale Proskenion e dell’Osservatorio sulla ndrangheta di Reggio Calabria di raccogliere una sfida: rafforzare e rendere sostenibile una realtà di produzione culturale e valorizzare le attività di inclusione sociale con i giovani del vicinato e di altri quartieri a rischio. Gli spazi della villa confiscata sono da anni sede di un vero e proprio incubatore culturale di artisti di altissimo livello che legati da un percorso comune di ricerca teatrale come l’Università del Teatro Eurasiano diretta da Eugenio Barba dell’Odin Teatret (Danimarca) di cui il Teatro Prokenion è stato per anni promotore, hanno prodotto spettacoli teatrali e musicali messi in scena in molte regioni d’Italia. Il progetto mira quindi, da un lato, ad aprirsi ad altre realtà artistiche di rilievo – provenienti da diverse regioni italiane – rafforzando la vocazione della compagnia di porsi come centro culturale innovativo di arti performative. Dall’altro, si propone di coinvolgere artisti professionisti nelle attività di laboratori formativi rivolte ai giovani del quartiere e finalizzati alla costruzione di performance e parate teatrali di strada. Crediamo che il collegamento sempre maggiore del teatro al territorio e l’uso dello strumento teatrale all’interno dei disagi territoriali abbiano necessariamente portato ad elaborare nuovi modi di usare il teatro, perché funzionale ad una rappresentazione estesa a tutta una comunità sociale omogenea (quartiere, scuola, piccolo Comune), creando momenti di confronto e di dibattito all’interno della comunità. Uno spazio teatrale aperto può rispondere in parte ad una esigenza che non trova riscontro nella vita quotidiana: fornendo alla comunità un elemento di stimolo in cui i propri problemi, la propria situazione possano essere riconosciuti e in cui vi sia uno spazio per l’analisi e il confronto. Abbiamo elaborato un modello di struttura teatrale aperta che, per la sua durata indefinita e continuata è stato chiamato “Sguardi di Strada”. Lo scopo non è di fare discorsi, suggerire analisi o risolvere contraddizioni, ma stimolare nel pubblico stesso una volontà di soluzione, un linguaggio e un trasmigrare di idee dall’una agli altri. “Sguardi di Strada” è costituito da uno spazio (che può essere una sala o un intero quartiere) in cui avviene l’azione teatrale che nasce da un’occasione, da un’esigenza interna al territorio, alla comunità sociale, da un momento riflessivo su sé stessa e per gli attori e il pubblico che la compongono. Il fatto di porsi come “occasione” al pubblico obbliga il teatro di strada a essere povero, a non costare nulla, a considerarsi una struttura di servizio. I protagonisti non si conoscono, ma sono in grado di capirsi: il linguaggio è comune. L’interesse per l’altro è reciproco, l’organizzazione collettiva, in vista di un obiettivo immediato collocato politicamente e spazialmente rende ogni spettacolo irripetibile. La strada diventa modulo di comunicazione teatrale: lo spazio dell’azione è di volta in volta baraccone, bancarella, tram, corteo o processione che per il teatro resta uno spazio scenico transitorio, mezzo della realtà sociale e vuoto di norma, mentre per la comunità può diventare il momento della riappropriazione complessiva del territorio.

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