Una virtualità distruttiva e mortale
Una nuova idea di realtà, soprattutto tra le persone più fragili come adolescenti o persone sole, sta prendendo piede nella società odierna da ormai diversi decenni; quella virtuale.
Un mondo infinito che è diventato il più grande mezzo di comunicazione per la vastità di piattaforme e applicazioni che offre e occupano la maggior parte della nostra quotidianità .
Un’invenzione che nasce per poter avvicinare persone che vivono lontane, per informarsi in tempo reale su ciò che accade nel mondo, per relazionarsi e cercare anche lavoro, invece sempre più spesso diviene una rete distruttiva.
Bambini e adolescenti nel mondo dei social
Non essere connessi in rete al giorno d’oggi potrebbe essere motivo di esclusione e isolamento per giovani adolescenti che ormai tendono sempre più ad omologarsi con i loro coetanei, nel contempo si disconoscono rischi e pericoli che possono colpire maggiormente e in modo significativo bambini e adolescenti.
Primo fra tutti è il cyberbullismo, una forma di bullismo che si verifica attraverso la tecnologia tra internet e social media. Ciò include minacce, insulti, false informazioni, pubblicazione di fotografie e video intimi e privati, furto di identità e purtroppo, sempre più spesso ultimamente, immagini di violenze sessuali o fisiche di gruppo fatte da minori su altri minori.
Queste violazioni vengono fatte in forma anonima in qualsiasi momento della giornata, h 24, 7 giorni su 7, senza apparente possibilità della persona bullizzata di sfuggirne, innescando così una forte violenza mentale e psicologica.
Purtroppo le informazioni divulgate arrivano lontanissimo coprendo vaste aree di internet in tempi brevissimi e rimangono in rete per moltissimo tempo.
Secondo delle ricerche effettuate dalla polizia postale, nel 2023 sono diminuiti i casi di addescamento di minori online, nonostante ciò le vittime sono sempre più piccole, tra i 10 e i 13 anni mentre il 9% ha addirittura sotto i 10 anni.
Dalle stesse ricerche viene fuori che sono in aumento i casi di sextortion (ovvero il ricatto online che utilizza materiale sessualmente esplicito) in adolescenza e in particolare tra i 14 e i 17 anni.
L’apparenza che sostituisce la realtà
Un nuovo termine è stato coniato dal filosofo Luciano Floridi che indica la nuova e continua interazione tra la vita online e quella offline: ONLIFE.
Questa espressione sta a significare la vita apparente che i giovani tendono a costruire sui social nonché il loro linguaggio di comunicazione. Una sottilissima linea al giorno d’oggi divide la vita reale da quella virtuale. Tutto questo porta ad un duro confronto/scontro generazionale dove gli adolescenti, nati già connessi, non si sentono compresi dagli adulti che non capiscono le loro relazioni nate Onlife che tendono a sminuire le loro esperienze perché considerate non reali. Anche il concetto di amicizia o amore viene confuso con quello che è possibile coltivare nella realta, spesso perché appunto i giovani cercano qualcuno che li ascolti e non trovandolo nella realtà della vita quotidiana cadono nelle ragnatele di chi finge di ascoltarli online spesso confidanosi a persone che neanche conoscono e che si rivelano essere dei profili fake.
Conseguenze del cyberbullismo
Le conseguenze del cyberbullismo possono essere molto gravi; si passa dalla depressione all’isolamento sociale, stati d’ansia, bassa autostima e pensieri di suicidio.
Le figure che vengono prese come punto di riferimento sono degli influencer che hanno come solo scopo quello di vendere qualcosa, convincere la gente ad acquistare per arricchirsi. Un lavoro che possiamo definire sempre più imitato dai giovani che spiattellano la loro vita quotidiana sui social non pensando ai rischi che tutti ciò può loro comportare come stalking/cyberstalking, geolocalizzazione, controllo dei followers, pedinamenti, victim blaming cioà accusare la persone vittime di violenza di essersela cercata per un atteggiamento, un modo di vestire o parlare. Infine, ma non meno importante, sempre più in via di sviluppo è il revenge porn
Un ruolo fondamentale per contrastare questo problema devono avere le scuole, la comunità e le famiglie oltre che i media televisivi
Jessica Malagreca