Si sta vedendo una luce infondo al tunnel. Ormai è finita anche la fase 2 di una stagione mondiale strana, che forse nessuno di noi immaginava di vivere, nemmeno nei peggiori incubi.
Da un giorno all’altro volti coperti, mani scivolose per via dei guanti, occhi pieni di paura e di sospetto nei confronti dell’altro, del vicino di casa, della persona vicino a noi con il carrello della spesa, del passante sotto il nostro balcone .
Da febbraio abbiamo vissuto una situazione apocalittica, con notizie a tinte scuse, milioni di morti, persone attaccate al respiratore, con un virus che piano piano si impossessava delle persone.
Questo periodo ha però dato la possibilità di mettere ordine nelle nostre vite , ci ha dato la possibilità di capire quali sono le nostre priorità, quali sono gli orpelli la lasciare a quella che oramai è stata la vita scorsa.
Abbiamo avuto modo di gustare la nostra casa ed i nostri affetti. Ci siamo fermati a valutare per cosa arrabbiarci, chi volere nella nostra vita, a chi dire “ ti voglio bene “, a chi annusare in un abbraccio forte e vero. Quell’abbraccio che in questi mesi ci ha ricaricato, ogni volta eravamo li pronti a cadere.
In questo periodo abbiamo visto: la bellezza profonda della solidarietà, della divisione della responsabilità, del pezzo di pane, la condivisione della paura, delle lacrime, perché ne abbiamo versate tante, ne abbiamo viste tante per la paura, per la stanchezza, per un gesto inaspettato .
In questo periodo abbiamo probabilmente , abbiamo scoperto la meraviglia delle cose semplici : l’attesa di un gelato per esempio, l’impegno del realizzare un disegno e la condivisione di pezzi di storia con mamma e papà.
Abbiamo imparato ad essere comunità, abbattendo i canoni e ricordandoci che siamo i nostri gesti e non siamo ciò che abbiamo .
In questo periodo, dove la condizione economica ha toccato lo zero ci siamo arricchiti molto di più.
Agli aridi lasciamo la terra secca, ai coltivatori di sorrisi arcobaleni, ai disseminatori di polemiche uno specchio ed ai tanti che hanno contribuito alla ricostruzione della comunità abbracci .
Valentina Femia