Razzismo, turpiloquio, violenza sulle donne sono tappe di uno stesso percorso regressivo, oscurantista e privo di futuro, ma proprio perché “di pancia” bassa, nella speranza che non sia “di testa”, sono azioni capaci di trascinare i più deboli in una deriva pericolosa e facile che mina le basi stesse dello stato democratico.
WWW la Calabria vista dalle donne condanna con forza l’uso dei social network per definire un percorso di banalizzazione del male e delle esperienze. Il post che da stamattina fa il giro dei social e delle messaggistiche istantanee è l’esempio negativo di come si strumentalizzi tutto, anche l’impegno dello Stato ed il dolore di 18 mesi di prigionia, pur di ottenere qualche momento di celebrità sulla pelle e sul corpo delle donne. E a nulla vale il tentativo dell’autore di far passare il tutto come facile satira alla Charlie Hebdo (scritto “Ebdo”). Pezza forse peggiore del buco, svelando un’azione di “testa” più che di “pancia”.
La cosa assume contorni ancora più sconcertanti se si pensa che l’autore è un avvocato per più tempo incaricato di ruoli dirigenziali nell’ amministrazione comunale e provinciale di Cosenza.
Non possiamo restare inermi di fronte alla gravi dichiarazioni di cui sopra e ci riserviamo di valutare ogni azione legale idonea a censurare e sanzionare quanto dichiarato.
In quanto donne ci sentiamo certamente parte lesa in questa vicenda ed agiremo, con ogni mezzo, per la tutela dei diritti di cui ci sentiamo portatrici. Chiediamo inoltre,a gran voce, che il Consiglio dell’ordine degli avvocati di Cosenza attivi ogni procedura necessaria a sanzionare la gravità di tali esternazioni confidando nella necessaria ed imprescindibile interazione tra tutti i soggetti coinvolti.
Associazioni firmatarie:
What Women Want_La Calabria vista dalle donne; Fimmina Tv ; Centro Women’s Studies Unical ; Cosenza in Comune; Moci; Stella Cometa; Fondazione Lilli; Di.Re ; Nate a Sud; Centro Antiviolenza Lanzino, Casco, Eos Arcigay, Futura Calabria; AttivaRende; Verde Binario; Centro Antiviolenza di Paterno Calabro; Sardine Cosenza, la Terra di Piero, Controcorrente, Camera Minorile “G.Mazzotta”, Mammachemamme.
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Aderiamo all’appello di What Women wont e alla relativa denuncia.