foto Bruno Bossio“La  presa di posizione del ministro Peppe Provenzano interpreta pienamente il senso della denuncia e della preoccupazione che abbiamo espresso come deputati  meridionali del Pd”. Ad affermarlo è la parlamentare Pd, Enza Bruno Bossio, che aggiunge: “Non può essere elusa, però, una assunzione di responsabilità  da parte della Presidenza del Consiglio dei Ministri, attraverso una smentita ufficiale  del documento con il quale, il Dipartimento programmazione e coordinamento della Politica Economica propone la sospensione della clausola che destina al Sud il 34%  della spesa ordinaria e la rimodulazione del riparto del Fondo di Sviluppo e Coesione. Questa sarebbe una scelta grave, di rottura politica, sociale ed istituzionale”.
“Il carattere di rottura – prosegue la deputata – non sarebbe segnato solo dall’inevitabile aumento del gap tra Nord e Sud ma sopratutto dal limite di un uso delle risorse orientato più verso l’assistenza e meno finalizzato verso una produttività degli investimenti. Già nel luglio 2019, come parlamentari PD eletti nella regione meridionale, con una interrogazione al Governo, primo firmatario l’on. Francesco Boccia, abbiamo evidenziato che negli ultimi dieci anni la quota di risorse ordinarie in conto capitale destinata al sud sia stata in media intorno al 26%, ben 8 punti percentuali in meno sulla base del parametro della popolazione residente nei territori meridionali.  Nel decennio 2008/18, dunque, sono stati sottratti al mezzogiorno ben 40 miliardi. E oggi, invece di recuperare il gap, si vuole mettere in discussione la destinazione  al Sud dell’80% del fondo di sviluppo e coesione  puntando ad una redistribuzione che dovrebbe elevare la quota da destinare al Nord senza alcuna ragionevole motivazione”.
“È grave che ora si possa utilizzare la drammatica emergenza coronavirus – afferma ancora la deputata Bruno Bossio – per continuare a perpetrare un modello di sviluppo che tanto male ha fatto al nostro Paese. Non vi è alcun dubbio che, se confermata nella azione governativa, questa scelta costituisce tema di verifica  per la stessa tenuta politica della maggioranza di governo. In quel caso andrebbe, prima di tutto, motivato il cambiamento di rotta del Presidente del Consiglio, che nel Novembre 2019, testualmente affermava : “Intendiamo dare attuazione alla nota “Quota 34%.”! Non è secondario, poi, chiedersi se in questa vicenda la deputazione meridionale del M5S, maggiore partner di governo,  spenderà il peso della sua  rappresentanza parlamentare, che forse per la dimensione numerica non ha precedenti nella storia repubblicana, neanche al raffronto dei tempi di maggiore forza del partito della Democrazia Cristiana, a sostegno dello sviluppo del Sud o sarà subalterna alle lobbies che rappresentano gli interessi della economia settentrionale?”.